Putin spinge la produzione di vini locali

In Russia, nei ristoranti, la disponibilità di vino di importazione si sta riducendo perché diversi operatori europei dopo lo scoppio della guerra in Ucraina si sono rifiutati di spedire le loro bottiglie a Mosca. Una scelta condivisa anche da produttori di altri Paesi, come Australia e Argentina. Così i locali della Federazione di Vladimir Putin devono rivedere la propria carta dei vini: le scorte, secondo gli esperti, sono sufficienti per circa un annetto, ma non per tutte le tipologie. La soluzione, come riportato dall’agenzia Ria Novosti, è la vinificazione nazionale: strada autarchica, in ossequio alla propaganda putiniana, che si scontra però con oggettive difficoltà: dai vigneti insufficienti fino al know-how necessario e al terroir: inoltre le bollicine tanto amate in Russia sono difficili da ottenere nella Federazione.

«La situazione con gli alcolici, in modo particolare con il vino, non è molto buona», ha detto alla Ria Novosti il sommelier del ristorante Roze&Dance di San Pietroburgo, Dmitry Bogdanov, «non si intravedono prospettive brillanti e la gamma di vini e distillati sul mercato sta lentamente diminuendo perché molti produttori europei si rifiutano di collaborare con noi. I maggiori fornitori di champagne hanno ritirato il loro prodotto dal nostro mercato».

«Attualmente abbiamo una piccola scorta di vino», ha aggiunto Ruslan Stekolcikov, titolare del ristorante Les, «si tratta di bottiglie d’annata, alcune varietà rare, oltre al prodotto acquistato pensando al futuro. Certo, ora stiamo assistendo a importanti interruzioni nelle forniture e tutto questo avviene giorno per giorno: siamo in costante contatto con i fornitori, facciamo un ordini e un’ora dopo arriva la notizia che il prodotto non è disponibile, che l’operatore in questione ha lasciato il mercato russo».

I ristoratori stanno riscontrando aumenti dei prezzi in media del 30-35% per il vino importato e anche a fronte di questo si stanno orientando verso le bottiglie prodotte in patria. Ed ecco che le carte dei vini iniziano a cambiare, ma sostituire champagne e vini pregiati è decisamente complicato. Certo, la produzione russa aiuta a mantenere i prezzi competitivi, ma la qualità è un’altra cosa. «L’unico vantaggio sullo sfondo di tutto questo è un serio impulso allo sviluppo del settore vitivinicolo russo», è la riflessione del sommelier del ristorante Roze&Dance.

La situazione si palesa nel momento in cui, secondo i dati del ministero dell’industria e del commercio, si stava rafforzando la tendenza a sostituire i superalcolici con il vino. Nikita Kuznetsov, direttore del dipartimento per lo sviluppo del commercio interno, ha detto che le vendite di vodka nel 2021 sono diminuite di circa l’1% rispetto al 2020 mentre lo scorso anno è stato venduto il 10% in più di vino. «I produttori russi di vino hanno una opportunità», ha sottolineato il dirigente, «perché oggi le importazioni di vino sono scese di circa un quarto».

https://www.italiaoggi.it – 09/06/2022

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