Dopo il Vino tocca all’Olio? La California e il futuro dell’EVOO
Ricordo bene quando trovare dell’olio extravergine qui negli Stati Uniti era un’impresa difficilissima. Infatti me ne portavo una bottiglia da Firenze (memorie di un’altra stagione, quando nessuno ti fermava se salivi in aereo con una bottiglia di olio o di vino). Studentessa squattrinata, lo centellinavo.
E se lo finivo e proprio dovevo comprarlo, cercavo in qualche alimentari ispanico quelle boccettine economiche marca Goya, da un quarto di litro.
Come sono cambiati i tempi: anche nei più sperduti e dimenticati supermercati di provincia è ora possibile trovare dell’olio decente. O, come oramai molto dicono qui, dell’ “evoo” (Extra Virgin Olive Oil) , dall’abbreviazione che tanti chef del Food Network usano per brevità. Leggi il resto di questo articolo »
Vino: Usa e Francia mercati dove vini a basso tenore alcolico vanno meglio
I vini a basso tenore alcolico restano ancora una tipologia tutta da scoprire. Francia e Stati Uniti sono attualmente i mercati più interessanti per questo tipo di vini, ma altri mostrano un grande potenziale, secondo il nuovo rapporto di Wine Intelligence sull’argomento, reso noto dal sito Winenews.it (”Wine Intelligence Lower alcohol wines – A multi-market perspective 2014 report”).
Gli Stati Uniti sono il più grande mercato per i vini a basso tenore alcolico (cioè quelli sotto i 10,5% Vol. di alcol), con il 42% di consumatori che li bevono una volta al mese. La Francia ha mostrato una crescita forte nella categoria con 12 milioni di consumatori di vini a basso tenore alcolico.
Anche la Germania rimane un mercato interessante che mostra un aumento del numero di acquirenti, ma nel caso tedesco soccorre anche la storia enologica di questo Paese: in Germania i vini sotto i 10,5 vol. di alcol sono tendenzialmente molto diffusi, specialmente guardando alla produzione tradizionale bianchista.
Tra i mercati analizzati, il Canada si distingue, invece, come il mercato che mostra il più forte allontanamento da questa particolare categoria. La mancanza di una percezione qualitativa per i vini a basso tenore alcolico, gioca un ruolo importante in questa dinamica.
Si tratta ancora di una categoria di nicchia, soggetta all’acquisto occasionale e c’è ancora molto lavoro da fare sia in termini di sviluppo del prodotto sia di educazione del consumatore perché i vini a basso tenore alcolico abbiano una crescita diffusa e significativa.
Posted settembre 2014 by Adnkronos in Economia-adn, Nazionali
Macarons’ al “Primitivo di Manduria” la novità dolciaria in una pasticceria di Pescara
Eleganza, bontà e un ottimo mix tra dolcezza e vini hanno accolto questa mattina il noto giornalista aquilano Bruno Vespa che ha gradito omaggiare con la sua presenza la famosa pasticceria di Pescara ‘Caprice’ gestita da Fabrizio Camplone.
La vetrina del raffinato locale, per l’occasione è stata curata minuziosamente per ospitare anche la torta preparata per l’evento: tralci di viti e grappoli d’uva, tipici di stagione hanno ornato l’ambiente ed introdotto il tema trattato, e tanto caro a Vespa, ossia il vino. Leggi il resto di questo articolo »
La sorpresa… l’attesa… ed infine la scoperta
La sorpresa… l’attesa… ed infine la scoperta
La sorpresa. Ė iniziata quando ci è stata consegnata la cartella-stampa. I tradizionali comunicati, la broshure e lei…la mascherina. Sì proprio una mascherina tipo quelle che sono in dotazione sugli aerei durante le tratte notturne. Insomma quelle per “dormire”.
Cosa ci fa una mascherina in dotazione ai giornalisti durante la conferenza stampa di presentazione del Merano Wine festival a Milano? Comprensibile la sorpresa; voltarla e rivoltarla alla ricerca di una risposta plausibile. Non capisco. Questa la frase ripetitiva tra tutti noi.
Pazientate giornalisti, pazientate e capirete. Leggi il resto di questo articolo »
Firenze, i disabili vendemmiano e producono il loro vino
I Ragazzi di Sipario vanno a vendemmiare alle Fattorie Giannozzi di Barberino Val d’Elsa, in provincia di Firenze, per dare vita ad un progetto formativo dei prodotti legati al territorio toscano che li vede protagonisti.
I Ragazzi di Sipario, giovani affetti da sindrome di down, seguiranno tutte le fasi che portano alla produzione di una bottiglia di vino della Fattoria: dalla vendemmia, alla vinificazione, all’invecchiamento, all’imbottigliamento e al packaging.
Durante l’anno, poi, in un’attiva e fattiva collaborazione con le Fattorie Giannozzi, creeranno, in date da definirsi, degli eventi enogastronomici legati ai prodotti dell’azienda e del territorio, che permetteranno loro di seguire le trasformazioni del loro vino fino alla degustazione con vari abbinamenti gastronomici.
www.redattoresociale.it – 22/09/2014
Esplora il significato del termine: Il miglior vino dell’anno è un Valpolicella
Facile essere padri orgogliosi dell’Amarone, la creatura che lo ha reso famoso nel mondo. Meno scontato con il Valpolicella, l’avo umile.
Ma Romano Dal Forno lo protegge come uno scrigno che contiene il suo passato contadino. Perché, come il protagonista del romanzo di Marco Missiroli, la sua guida è «il senso dell’elefante, la devozione verso tutti i figli». Questo senso di accudimento ora riceve un tributo speciale: il suo Valpolicella (il Monte Lodoletta 2008) è stato giudicato il miglior vino d’Italia. Leggi il resto di questo articolo »
Ok dell’Ue: il vino sarà “arricchito”
Il tanto atteso via libera è arrivato. L’Unione europea concederà al Friuli Venezia Giulia (e alle altre regioni italiane del Nord che ne avevano fatto richiesta) la possibilità di “arricchire” la gradazione alcolica del vino di un ulteriore 0,5%, oltre all’1,5% per il quale non è necessaria una deroga.
La decisione era attesa, ora è ufficiale, dopo l’avvenuta comunicazione del Ministero delle politiche agricole effettuata a seguito del regolamento autorizzativo presentato dalla Commissione europea. Il provvedimento riguarda Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, le province autonome di Trento e Bolzano.
Del resto l’annata eccezionalmente anomala dal punto di vista meteo, Leggi il resto di questo articolo »
Vermouth, orgoglio italiano
Vermut, oppure Vermutte, o, scritto alla francese, Vermouth: una delle tantissime eccellenze, purtroppo sottovalutata, che il genio e la creatività italiana hanno regalato a tutto il mondo.
Un vino liquoroso aromatizzato, nato nel 1786 a Torino dall’idea di Antonio Benedetto Carpano, che scelse questo nome ispirandosi al termine Wermut, con il quale viene chiamata, in lingua tedesca, il suo principale ingrediente, l’Artemisia Maggiore meglio conosciuta come Assenzio; ma sono permesse tantissime altre erbe: dalle piante aromatiche, ai fiori, alle radici ed alle spezie; ogni casa produttrice ha i propri ingredienti che vengono lasciati in infusione nell’alcol per un risultato originale e caratteristico.
A quel tempo i vini liquorosi erano molto in voga tra gli inglesi: Leggi il resto di questo articolo »
La guerra ai vigneti del ChiantiToscana, la Regione fa dietrofront
«SIAMO PRONTI a correggere il piano paesaggistico, ad addolcire quei toni che ho definito troppo accademici, a trovare l’equilibrio tra un’agricoltura moderna, un mondo del vino di serie A e la tutela di un paesaggio senza paragoni.
Cose che sono state assieme in passato e sono convinto potranno stare insieme anche in futuro». Il governatore della Toscana Enrico Rossi lancia un segnale di pace alle dinastie e alle imprese del vino nel Granducato.
E’ disposto ad armarsi di «bianchetto» e di correttore ortografico per smussare gli angoli acuti del piano di indirizzo territoriale approvato dalla giunta regionale: Leggi il resto di questo articolo »
Oli vicentini da premio
Le geografia dei migliori oli italiani passa anche da Vicenza. All’undicesima edizione del concorso oleario internazionale Aipo d’Argento, bandito dall’associazione dei produttori olivicoli, fra 220 campioni di olio giunti da tutta Italia e dal bacino del Mediterraneo, tre aziende vicentine si sono distinte con piazzamenti importanti.
Due esordi col botto nella categoria degli oli extravergini biologici, fruttati leggeri. Il primo è dell’azienda Del Rebene. Il nome evoca più che gli olivi le viti – “reben” è un toponimo risalente alla colonizzazione tedesca dei colli Berici e rimanda alla presenza della vite – invece sui tre ettari al sole sui colli sopra Zovencedo, Francesco Castegnaro assieme alla moglie Claudia Serblin coltiva 700 olivi che danno il “Re’ bene bio” , premiato con il diploma di gran menzione.
«È la prima volta – commenta – che ci presentiamo al concorso con il nostro nome, mentre in precedenza portavamo l’olio alla cooperativa Olibea. È sempre stato proposto come olio dop. Eravamo sicuri che fosse un olio buono e abbiamo deciso di lanciare la nostra azienda proponendoci in proprio». Leggi il resto di questo articolo »