La fine del mito del vino francese: Bordeaux a un euro al litro

Prima del cambiamento climatico potrebbe essere il mercato a mettere fuori gioco la viticoltura francese.

Mentro il governo pensa ad aiuti per espiantare 100 mila ettari di vigneti in Francia, per far fronte a un surplus produttivo da 5 milioni di ettolitri, le giacenze pesano nelle cantine, cooperative e private, tanto che ormai non ci si fa più remore neanche a svendere il vino più pregiato.

Recentemente sono stati registrati contratti a Bordeaux per 1000 euro per un tonneau da 900 litri.

“Non è accettabile che ci siano transazioni siano inferiori a 1.000 euro al barile, ben lontane dalla copertura dei costi di produzione. Lasciamo questi mercati ad altri prodotti che hanno meno vincoli normativi, costi di produzione più bassi e rese più elevate. Per mantenere la forza della nostra immagine di vini di qualità, che si riflette nei nostri prodotti, nei nostri impegni per l’ambiente e nella nostra responsabilità sociale, le transazioni devono garantire che tutti questi costi, in costante aumento, siano remunerati.” hanno scritto in una lettera riportata da Vitisphere, Allan Sichel e Bernard Farges, presidente e vicepresidente del Civb, Lionel Chol, presidente della Fédération du Négoce, e Jean-Marie Garde, presidente della Fédération des Grands Vins de Bordeaux.

La situazione è talmente drammatica che i viticoltori stanno trattando col governo incentivi all’espianto perpetuo dei vigneti per 4000-6000 euro ad ettaro mentre vi sarebbe un incentivo di 2000-3000 euro/ha per l’espianto “a tempo”, ovvero con l’impegno a non reimpiantare il vigneto per 6-8 anni.

La viticoltura francese ha però un altro nemico.

Il documentario Un point c’est tout (“Questo è tutto”) racconta il declino inesorabile dei vigneti francesi a causa del cambiamento climatico. Dalla pellicola del vivaista Lilian Bérillon emerge il fatto che senza un intervento rapido e definitivo i grandi vini francesi sono destinati a scomparire.

https://www.teatronaturale.it – 13/02/2024

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