Fresco di Masi, il vino pensato per i consumatori di domani

Quando le cantine italiane hanno cominciato a far arrivare i propri vini in Cina hanno commesso l’errore di considerare come pubblico di riferimento quello dei cinquantenni e dei sessantenni. Una più attenta analisi di mercato ha permesso di comprendere che non era quello il pubblico interessato alle etichette italiane. In Cina e in generale nel Far East i potenziali acquirenti si trovavano e si trovano tra i 20 e i 30-35 anni. Questo ragionamento comincia a fare presa anche nel mercato interno, le cantine più lungimiranti si rivolgono già alla cosiddetta “Generazione Z”, che raccoglie i giovani nati dal 1997 fino al 2010 e che segue l’ormai mitica generazione dei “Millennials”. E’ pensando alla “Generazione Z”, ma soprattutto ai consumatori di domani, che la cantina veronese Masi Agricola ha creato “Fresco di Masi”. Se non ci fosse stato il Covid, i due vini biologici (bianco e rosso) sarebbero stati presentati nei padiglioni del Vinitaly, in primavera. La presentazione, invece, è stata affidata in primavera a una delle ultime degustazioni online. Formula che di certo non rimpiangiamo ma che ha permesso, soprattutto nel 2020 e poi in parte nel 2021 di tenere il collegamento con le cantine.

L’idea della creazione di due vini biologici non era recente, ma la pandemia ha dato un contributo e velocizzato la realizzazione. Si tratta di due etichette che si ispirano a valori che oggi consideriamo imprescindibili, come l’autenticità, la sostenibilità. Parole che sono diventate un mantra per la Generazione Z. Raffaele Boscaini, responsabile del gruppo tecnico e settima generazione della famiglia alla guida della storica cantina veronese, ha ben riassunto lo spirito con cui questi vini sono nati: “Guardiamo ai consumatori di domani, a cui proponiamo un prodotto sostenibile. E’ una produzione ‘per sottrazione’ che minimizza l’intervento dell’uomo sulla natura, un ritorno alle origini e alla ricerca dell’essenza del vino”. Il prodotto è coerente, dal nome utilizzato, “Fresco”, dal vetro, più chiaro, al packaging. Come ha spiegato Boscaini, sono “vini sinceri, all’insegna della genuinità, semplici come una volta, ma buoni come ci si aspetta oggi”.

Fresco di Masi Rosso Verona igt nasce con uve locali, con un 70 per cento di Corvina. E poi con un 30 per cento di Merlot. Fresco di Masi Bianco Verona igt, invece, parte anche in questo caso da un vitigno locale, la Garganega (60 per cento). Poi Chardonnay e Pinot Grigio, con percentuali diverse a seconda dell’annata.

https://corrieredelveneto.corriere.it – 04/09/2021

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