Finirà in una bolla di sapone È tutto marketing

Elvira Maria Bortolomiol, produttrice dell’omonima cantina e Presidente Consorzio Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, ha una posizione in linea con le decisioni ministeriali. Prodotti no alcol si, ma che non vengano chiamati vino.

Qual è secondo lei la riflessione principale in merito ai vini dealcolati?
« Il discrimine sta nel modo in cui si guarda a questo prodotto che non possiamo, in coscienza, più chiamare vino. È un prodotto nuovo, del tutto diverso, a cui ci affacciamo per compensare l’attuale momento di crisi». Un meccanismo di protezione a cui il sistema produttivo italiano non è affatto nuovo.
«Esatto, già in passato ci sono stati dei momenti storici in cui il dealcolato ha fatto capolino, però poi tutto si è risolto in una bolla di sapone.
Guardo quindi con circospezione alla possibilità di permettere alle cantine di produrre etichette di questa tipologia, modificando anche alcuni processi produttivi. Resta il timore che anche in questo caso si riveli più un figlio del marketing che un fenomeno di una qualche sostanza».

Chi produce vino dealcolato parla di dati di crescita importanti. Lei come si pone in merito?
«Comprendo il momento storico che stiamo attraversando, non vivo fuori dal mondo, anzi. Ma la mia posizione non cambia: un vino che viene privato di alcune sue parti fondamentali non può più essere definito tale, è una questione di onestà. Questo non toglie che ci si possa ugualmente approcciare al mercato del no alcol».

Quali soluzioni propone o sceglierebbe per la sua cantina?
«Attualmente non ho preso alcuna decisione, mi riservo questa possibilità per il futuro. Ritengo però che sia decisamente più etico e realistico decidere di produrre qualcosa di altro, di diverso. Dobbiamo pensare prodotti genuini, che siano espressione del territorio: meglio farlo con lavorazioni di alta qualità, interamente pensate ex novo, che con operazioni posticce».

Aprirebbe quindi le porte a un fermentato d’uva no alcol?
«Si, basta che non si tocchi il vino. Non ha senso cambiare un prodotto già perfetto così».

La Repubblica – 16/04/2024

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