Eventi
Il vino va nello spazio, i sommelier affidano le barbatelle all’Agenzia Spaziale Italiana
Consegnate oggi a Roma dalla Fondazione italiana sommelier barbatelle di Nebbiolo, Sangiovese e Aglianico all’Agenzia spaziale Italiana (Asi) per avviare un progetto di sperimentazione in orbita, nella stazione spaziale internazionale.
L’affidamento, fatto in maniera rappresentativa con barbatelle rappresentative del Nord, Centro e Sud del territorio italiano e con una cerimonia solenne presso il Rome Cavalieri, è avvenuto con lo svolgimento del Forum della cultura del vino.
L’incontro, giunto alla quindicesima edizione e dal titolo “Spazio infinito, eternità del vino”, è stato dedicato al compianto giornalista, conduttore televisivo e politico italiano David Sassoli.
I tempi sull’avvio del progetto di sperimentazione del vino in orbita non sono invece stati comunicati. Obiettivi dell’iniziativa – informa Asi – sono quelli legati al tema della nutrizione degli astronauti ma anche alla possibilità di produrre piante e cibo in assenza di gravità.
Nei mesi scorsi Asi, relativamente al tema agroalimentare, ha avviato, tra i diversi già in campo, il progetto “Evoo” con una selezione di quattro oli extravergini italiani che sono bonus food per gli astronauti e protagonisti di un esperimento sugli effetti della permanenza nello spazio.
“Il progetto di sperimentazione sul vino – ha commentato il presidente dell’agenzia spaziale italiana Giorgio Saccoccia – rientra nel filone della nutrizione degli astronauti, per la produzione di cibo e per l’ottenimento di risultati scientifici utili. Sarebbe bello bere una calice di vino nello spazio, prodotto in orbita”.
https://www.ansa.it – 04/07/2022
Vino: in UK quelli del Sussex ottengono lo status di Denominazione di Origine Protetta (DOP)
Nel firmamento del vino DOP da adesso annoveriamo anche i vini fermi e spumanti del Sussex (quelli prodotti sia nell’East che nel West Sussex): questi vini hanno ottenuto lo status di Denominazione di Origine Protetta.
A dare la notizia è stato il Dipartimento per l’ambiente: la domanda, presentata per la prima volta nel 2015, è stata finalmente accolta. Da adesso, dunque, i vini del Sussex andranno a fare compagnia a Prosecco, Champagne e Bordeaux (tutte DOP).
In patria, invece, i vini del Sussex troveranno anche altri prodotti DOP ad aspettarli come il famoso whisky scozzese, l’agnello del Galles, il sidro Herefordshire, la panna della Cornovaglia e anche i tortini di maiale Melton Mowbray.
Victoria Prentis, ministro dell’alimentazione e dell’agricoltura, ha dichiarato con soddisfazione che il Regno Unito ha sviluppato una reputazione in costante crescita per quanto riguarda il vino di alta qualità. In particolare il vino del Sussex sta ricevendo ampi riconoscimenti e investimenti anche internazionali.
Come tutte le DOP, anche il vino del Sussex deve essere prodotto, trasformato e preparato all’interno di una precisa area che viene identificata anche all’interno del disciplinare di produzione della DOP in questione. Inoltre deve avere anche caratteristiche peculiari che dipendono dalla zona di produzione.
https://www.dissapore.com – 27/06/2022
A Talamone 9mila bottiglie di vino in mare a 35 metri di profondità: riemerge la cantina da record
Scegliere il mare per affinare per un anno un complesso vino rosso maremmano, che ha già passato 18 mesi in barrique: è la scommessa fatta dalla cantina Terre di Talamo che in questi giorni ha ritirato dal mare tra l’Argentario e Talamone il Talamo IGT “a mare”, portando a compimento il primo esperimento di cantina subacquea per un vino fermo. 9.000 bottiglie di un blend con uve Syrah, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot sono state sul fondale marino a 35 metri di profondità, dove la temperatura è stazionaria a 16 gradi e ad una pressione di 4,5 tonnellate. Bottiglia tradizionale, che regge tranquillamente lo stress dell’immersione e tappo in vetro per proteggere il vino da eventuali infiltrazioni.
Le bottiglie sono messe in gabbie di ferro saldate e sono state ritirate con l’ausilio di esperti sub e messe su un pontone che dopo un breve tratto di navigazione è arrivato a terra, con sistemi di protezione dal sole e dal caldo sofisticati ma anche tradizionali, come le “coperte della nonna” stese sulle gabbie.
Le bottiglie sono poi messe ad asciugare in cantina, Leggi il resto di questo articolo »
Come 12 soci stanno riportando il vino Nas-cëtta al suo natural splendore
La storia di riscoperta moderna della Nas-cëtta di Novello è una delle conferme, ce ne fosse bisogno, di quanto inestimabile sia il patrimonio varietale dell’Italia in ambito vitivinicolo. L’ampliarsi del movimento sta infatti favorendo il riaffiorare (non casuale, bensì figlio di piani, di lavoro e di comunicazione, ben allestiti) di territoriali colpevolmente sacrificati dalla storia.
Che questo recupero avvenga al centro del territorio che ha inaugurato il periodo di rinomanza moderna del movimento, ovverosia le Langhe, è fatto ancora più ragguardevole. Novello, quindi, areale dove l’uva bianca Nascetta (o Anascetta, ora indicato perlopiù con il localismo Nas-cëtta), era conosciuta già alla fine dell’800 quale tipologia di grande potenzialità, ma che le rese scarse e la lavorazione complessa fecero sacrificare alla causa del Nebbiolo.
Un ritrovamento quasi casuale, all’inizio degli anni ’90, di una manciata di bottiglie superstiti – figlie tra l’altro di una vendemmia incredibile come la 1983 – fecero gridare al miracolo. Da lì il lungo cammino che porterà al riconoscimento della Doc Langhe Nas-cëtta del comune di Novello (ottenuta nel 2010) figlia degli sforzi di un movimento unitario, dato che è del 2014 la nascita dell’Associazione produttori di Nas-cëtta del comune di Novello, che attualmente annovera 12 soci, tutti agguerritissimi nella missione di riportare la Nas-cëtta al ruolo che le spetta nel panorama vitivinicolo
https://forbes.it – 07/06/2022
Vini Centanni, premiata miglior cantina dell’anno a Vinitaly, nel quasi silenzio generale
Vini Centanni, azienda familiare di Montefiore dell’Aso in provincia di Ascoli Piceno nelle Marche, è stata premiata come miglior cantina biologica dell’anno Selezione Green nel recente Vinitaly di Verona, ed è stata vincitrice assoluta nel concorso internazionale Wine Without Walls che vedeva la presenza di 35 nazioni con 4000 cantine per un totale di 40000 vini degustati.
Un Pecorino, una Passerina di Offida ed un rosato dell’azienda Centanni hanno ottenuto grandi punteggi in tre diverse categorie di vini: rispettivamente affinato in legno, vendemmia tardiva e in acciaio, i punteggi più alti in assoluto con il Cimula Offida Passerina Docg che ha raggiunto la perfezione sfiorando i 100 punti.
Purtroppo la notizia ha avuto poco eco nazionale e, anche noi giornalisti, abbiamo speso poco inchiostro per celebrare il vanto di un’azienda e di una famiglia che rappresenta un territorio meraviglioso: il Piceno. Una regione da scoprire come Le Marche ed una enologia che grazie al Pecorino, alla Passerina e al verdicchio Bucci, quale miglior vino bianco del mondo, sa raccontare un messaggio d’amore e di rispetto attraverso il territorio che lo genera.
Il giornalismo dev’essere vero e puro, senza amici e nemici aldilà se ci fa comodo o meno, ma deve informare sempre e comunque anche se certi ambienti non rientrano tra quelli che fanno audience.
Noi Accademici riteniamo che il vino sia un grande corteggiatore del tartufo e che questo premio sia un evento di spettacolare portata culturale e di promozione per l’intera Regione Marche.
https://www.italiaatavola.net – 22/05/2022
Vinitaly, Zaia: “Chiediamo i danni per il Prosek, non è un vino”
Prosek, questo nome è nostro. C’è una riserva del nome con un decreto del 2009 che firmai quand’ero Ministro, riconosciuto dall’Europa, e c’è il pronunciamento dell’Unesco che, nel 2019, ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità le Colline del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene.
Ma c’è pure una motivazione storica: le prime citazioni del nome “Prosecco”, con riferimento al vino, risalgono infatti al XIV secolo, ed esiste una cartina geografica storica in cui la città di Prosecco, situata poco a occidente di Trieste, è denominata Proseck, in ragione dell’assoggettamento, in quel periodo storico, dell’area al dominio asburgico”.
Lo dice il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, mostrando la bottiglia di Prosek croato assieme al Presidente di Coldiretti, Ettore Prandini.
“Questo non è il nostro Prosecco, ma è un prodotto che crea solamente confusione nel mercato dei vini italiani e veneti, ma soprattutto nel consumatore – continua il Governatore -. Dobbiamo andare all’attacco contro la menzione speciale del Prosek chiedendo i danni. Rovesciamo la visione e facciamo togliere quel nome ingannevole dalle etichette croate”.
https://www.lapiazzaweb.it – 17/04/2022
Non chiamatelo vino: tutti gli inganni nelle bottiglie a cui fare attenzione
Vengono chiamati vino, ma non lo sono. Però bisogna conoscerli, questi veri e propri inganni enologici, per evitare di cadere nei tranelli che danneggiano sia il settore, che il consumatore. Stiamo parlando, ad esempio, del vino dealcolato, di quello zuccherato, del vino in polvere, di quello annacquato: sono solo alcune delle ultime clamorose pratiche enologiche che si stanno diffondendo nel mondo. E che Coldiretti ha scelto di mettere al centro della mostra «Non chiamatelo vino», al Vinitaly di Verona.
Questi tranelli in bottiglia sono favoriti dall’estensione della produzione a territori non sempre vocati e senza una radicata cultura enologica. E colpiscono direttamente anche i Paesi con una storia del vino millenaria, come l’Italia, per via della globalizzazione.
«Si tratta di un precedente pericoloso che apre la strada all’introduzione di derive che mettono fortemente a rischio l’identità del vino italiano, che è la principale voce dell’export agroalimentare nazionale», spiega Ettore Prandini. «È in atto una demonizzazione indiscriminata, pilotata da alcune multinazionali, che punta ad affermare un nuovo modello alimentare e culturale che danneggia il settore e mette in discussione storia, cultura e valori fortemente radicati nel cibo e nei vini made in Italy, la dieta mediterranea stessa, patrimonio Unesco e il consumo moderato e responsabile che contraddistingue il vino in Italia».
Per Approfondire: Leggi il resto di questo articolo »
Viniveri, dopo 2 anni torna manifestazione dei vini naturali
Torna Viniveri, dopo i due anni di stop imposti dalla pandemia, e domani parte la XVII edizione di ViniVeri che si svolgerà da venerdì 8 a domenica 10 aprile 2022 l’Area Exp di Cerea, a pochi chilometri da Verona.
Ampliati gli spazi espositivi a circa 4000 mq: per favorire il rispetto del distanziamento interpersonale e garantire una migliore fruizione dell’evento.
Qui si potranno conoscere, ascoltare le storie, assaggiare i vini frutto del lavoro rispettoso dei cicli naturali, dei protagonisti della tre giorni di ViniVeri 2022: oltre 100 produttori provenienti da tutta Italia, Austria, Francia, Grecia, Portogallo, Slovenia, Spagna e, per la prima volta, Cile.
“Dopo due anni di emergenza pandemica ritorna finalmente in presenza Viniveri, la prima storica manifestazione italiana di vini e prodotti alimentari ottenuti da processi naturali – sottolinea il presidente del Consorzio Viniveri Paolo Vodopivec – Ora ripartiamo. Leggi il resto di questo articolo »
Il vino sale in quota, la sfida dei Camuni che ora fa gola anche alla Franciacorta
C’è aria buona, ma soprattutto aria nuova per il vino in Valcamonica. Ancora più importante in un momento storico dove i cambiamenti climatici stanno facendo valorizzare enormemente i vigneti, se non proprio in montagna, almeno a buone quote. E la terra dei Camuni in questo senso non può che avere prospettive inedite, più importanti di quanto si pensi. Tanto più alla luce di numeri da pionieri, facilmente aumentabili, a partire dagli ettari vitati: siamo sui 140, di cui solo la metà seguiti da professionisti. Senza spingersi agli anni ’30 (erano quasi 1800) o agli anni ’50 (2600, il record), 40 anni fa in Valcamonica si vitavano ben 423 ettari.
Il Consorzio Valcamonica che cura l’IGT e raduna 14 delle 24 cantine attive stima una potenzialità annuale da 516 mila bottiglie, oltre il doppio delle 222 mila reali. Quello che piace è vedere la voglia di crescere, di uscire dai confini della valle e della provincia senza perdere il filo, leggi stretto rapporto con un territorio unico. Per bellezza e per difficoltà, come è normale nella cosiddetta viticoltura eroica, tutta pendenze e terrazzamenti. In questo è evidente che si parla la lingua dei colleghi valdostani, altoatesini, valtellinesi e di altre regioni europee: Leggi il resto di questo articolo »
VINITALY: sale a 680 il numero di top importatori presenti a Verona, record di USA
Con 130 top buyer confermati, gli Stati Uniti, primo mercato mondiale per l’export di vino italiano, guidano le delegazioni internazionali presenti al 54° Vinitaly (Veronafiere, 10-13 aprile). È la prima volta che il Salone internazionale del vino e dei distillati raggiunge un tale risultato sulla piazza americana. È quanto emerge dalla campagna di incoming di Veronafiere e Ice Agenzia che, proprio in questi giorni, si sta avviando a conclusione superando l’obiettivo prefissato.
Ad oggi, infatti, sono 630 i ‘super acquirenti’ di vino italiano da tutto il mondo – e riferiti esclusivamente a questo progetto di promozione internazionale – che hanno aderito alla chiamata di Vinitaly. A questi si aggiungono ulteriori 50 operatori profilati della domanda che faranno il loro debutto a Verona grazie a un altro progetto di incoming ‘tailor made’, nato quest’anno e frutto della collaborazione diretta della fiera con circa 30 aziende espositrici di Vinitaly.
Per quanto riguarda i circa 50 Paesi coinvolti nel programma di promozione e di comunicazione Leggi il resto di questo articolo »