Eventi

Pallagrello: rinasce il vino dei Borbone

I Borbone ne parlavano con entusiasmo, descrivendoli come vini “de’ migliori del Regno, così per loro qualità, e natura, come per la grata sensazione che risvegliano nel palato”.

Tanto apprezzati che re Ferdinando IV volle coltivarne le uve nei giardini della reggia di Caserta.

Ancor oggi le etichette di Pallagrello, originato dall’omonimo vitigno, sono un esempio unico dell’enologia campana: anche sotto il profilo della sostenibilità ambientale se, com’è vero, nel 2019, l’azienda vitivinicola Tenuta Fontana di Pietrelcina (BN) ha vinto un bando pubblico ideato per il ripristino dei vigneti reali nel bosco di San Silvestro, all’interno della reggia casertana, già oasi Wwf.

Il recupero della vigna ha preso il via dallo studio preliminare dei suoli per scegliere il portinnesto più adatto al tipo di terreno ed alle esposizioni presenti, cui hanno fatto seguito la progettazione dei lavori e gestione agro-ambientale biologica del vigneto stesso.

Un progetto che ha quindi reso possibile reimpiantare i filari di Pallagrello bianco e nero, oggi coltivati secondo il principio biologico: presente e passato intrecciati sia nel piglio del metodo colturale sia in quello dell’affinamento, che avviene in anfore di terracotta, utile a preservare le caratteristiche organolettiche del vitigno.

L’aneddoto reale ha invece ispirato il nome delle bottiglie, Oro Re, che ha avuto nel 2021 la sua prima vendemmia e, pochi mesi dopo, il debutto al Vinitaly di Verona. Ora si fa il bis con l’annata 2022.

https://www.teatronaturale.it – 13/10/2022

Unione italiana vini, ‘nuovo proibizionismo in Europa’

Quanto disposto ieri a Tel Aviv nel documento Oms, spiega l’Unione, “si discosta da quanto previsto dalla Global alcohol strategy approvata lo scorso maggio dalla stessa OMS e dalla votazione al Cancer plan da parte del Parlamento europeo che avevano rimarcato l’esigenza di focalizzare l’azione sul consumo dannoso di alcol. Il risultato emerso dal voto è una scure per il mondo del vino e l’inizio di una nuova ondata proibizionista per il settore”. “Le linee guida, accolte integralmente senza alcuna opposizione da parte delle delegazioni, anche quella italiana, – sottolinea Uiv – prevedono un contrasto al consumo tout court dell’alcol come priorità di azione, con un obiettivo di riduzione del 10% pro-capite entro il 2025. Tra le politiche che l’organizzazione proporrà ora ai Paesi interessati, l’aumento della tassazione, il divieto di pubblicità/promozione/marketing in qualsiasi forma, la diminuzione della disponibilità di bevande alcoliche, l’obbligo di health warning in etichetta e un nuovo approccio alla concertazione delle politiche che vedrebbe totalmente escluso il settore dal dibattito”.

https://www.ansa.it – 16/09/2022

Il vino affinato nella ceramica è stato premiato al Wine Festival di Merano

Il vino del futuro affonda le sue radici nel passato. Amphora Moris 2018 della Poderi di San Pietro si conquista il riconoscimento Gold al premio The WineHunter Award del Merano Wine Festival, uno degli appuntamenti enogastronomici che negli ultimi anni ha scalato le gerarchie dell’attenzione di cantine, esperti ed appassionati per la selezione di qualità messa in atto.

The WineHunter premia solo le etichette che raggiungono almeno 90 punti su 100, e l’Award Gold è riservato a chi si aggiudica dai 93 ai 95,99 punti della giuria di esperti. Sopra di quel riconoscimento, c’è solo l’Award Platinum. Per Amphora Moris, alla prima partecipazione, è un debutto con i fiocchi, che conferma la grande accoglienza di pubblico e critico per questa bottiglia particolare, un bianco da 14 gradi affinato 12 mesi in anfore di ceramica.

«Siamo molto soddisfatti di questo riconoscimento, il Merano Wine Festival è cresciuto tanto negli ultimi anni e si sta caratterizzando come un appuntamento di qualità – dicono dalla Poderi di San Pietro -. Con ogni probabilità saremo presenti a novembre al Festival, e intanto ci godiamo questo riconoscimento. Amphora Moris ci sta dando tante soddisfazioni, è un vino particolare, quasi un finto bianco, con la sua potenza e la sua gradazione, che ampliano la platea degli abbinamenti. Anche per questo sta entrando sempre più nelle carte dei vini di ristoranti di livello».

Con un rapporto qualità-prezzo molto interessante, Amphora Moris è prodotto da uve chardonnay e verdea in circa 2mila 500 bottiglie l’anno. È un vino potente e alcolico, 14 gradi circa, sapido in bocca e complesso. Anticamente, il vino stava in anfore di terracotta, ma oggi è preferito l’affinamento in ceramica perché ha un impatto neutro sul vino, mantenendo intatte tutte le caratteristiche organolettiche.

Per le sue caratteristiche è consigliato servirlo fresco a 6 gradi, ma non si disdice di servirlo a temperatura ambiente, e si sposa alla perfezione con formaggi semi-stagionati e di alpeggio, con piatti di pesce, anche elaborati, e persino con carni bianche. Attualmente è in commercio l’annata 2018, a breve entrerà a scaffale il 2019.

https://www.ilcittadino.it – 21/08/2022

Le Donne del Vino, l’unione è sinonimo di forza

La storia del vino al femminile è ricca di esempi virtuosi, che caratterizzano tanto il passato, quanto il nostro presente. Basta guardare al mondo dello Champagne, per capire quanto le donne siano state fondamentali nella storia dei grandi vini.

Sono molte, infatti, le Maison prestigiose guidate da donne brillanti ed energiche, in un momento storico in cui il vino e la sua produzione risultavano ancora preclusi all’universo femminile. Un nome su tutti, quello di Madame Clicquot. Rimasta vedova, nel 1805 all’età di 27 anni, passerà alla storia come la Grande Dame dello Champagne. Tutti conosciamo, poi, l’esprit di Lily Bollinger e l’intraprendenza di J.A. Louise Mélin, vedova Pomméry, che nel 1874 con l’invenzione del brut, contribuirà ad influenzare, in modo definitivo, le sorti e lo stile produttivo della più nota tra le bollicine.

Nonostante la storia attribuisca un ruolo importante alla componente femminile, sotto l’aspetto produttivo e culturale, quello che non sappiamo, forse, è che negli ultimi anni le donne sono entrate sempre più numerose nelle cantine di tutto il mondo vinicolo, raggiungendo le qualifiche più alte, ideando nuovi trend e creando nuovi network. Crescono le donne iscritte nelle facoltà di agraria, viticultura ed enologia e aumentano le donne che partecipano ai corsi da sommelier e WSET, dove ormai rappresentano più del 40% degli iscritti. In Italia non manca una fitta schiera di personalità, che sono manifesto di grande affermazione e successo professionale: Camilla Lunelli, Raffaella Bologna, Marilisa e Silvia Allegrini, Stefania Pepe, Elena Walch, Giannola Nonino, Marina Cvetic, solo per citarne alcune. Leggi il resto di questo articolo »

Le Donne del Vino: il nettare di Dioniso è sempre più “rosa”

L’Associazione Nazionale Le Donne del Vino, nata nel 1988, è la più grande la mondo contando quasi mille socie tra sommelier, produttrici, ristoratrici, giornaliste, enotecarie ed esperte di settore in tutta Italia. L’obiettivo è diffondere la cultura e la conoscenza del vino attraverso la formazione e la valorizzazione del ruolo della donna nel settore vitivinicolo.

Per una maggiore capillarità è organizzata per delegazioni regionali. Ed è in questo contesto che la delegazione Umbria, forte delle numerose figure femminili di successo coinvolte nel settore, si sta rilanciando in questi giorni con un programma già ben variegato cha spazia dalla formazione allo scambio con altre delegazioni, da una carta dei vini dedicata a degustazioni tematiche e campagne social che possano dare visibilità a ciascuna socia e relative attività.

La kermesse regionale organizzata da Umbria Wine Club, e più specificamente la tappa spoletina, si presenta come occasione ideale di presentazione pubblica della delegazione regionale: Le Donne del Vino – Umbria. La prima tappa della Kermesse che vede, dunque, le Donne del Vino direttamente coinvolte, si terrà a Spoleto dal 15 al 17 luglio con un programma ricco di incontri e momenti di scambio.

Diverse socie della delegazione regionale interverranno ufficialmente sia in Conferenza Stampa, prevista per il giorno 15 luglio alle ore 18:00, sia in occasione dell’Osservatorio tematico programmato per sabato 16 alle ore 10:00. Un’occasione per condividere i dati e soprattutto lo spirito dell’Associazione e fornire informazioni per chiunque fosse interessato a scoprire di più.

Non solo, durante la tre giorni sarà previsto un presidio dedicato Le Donne del Vino – Delegazione Umbria – per informazioni sull’associazione e come iscriversi.

https://www.umbriaecultura.it – 08/07/2022

Il vino va nello spazio, i sommelier affidano le barbatelle all’Agenzia Spaziale Italiana

Consegnate oggi a Roma dalla Fondazione italiana sommelier barbatelle di Nebbiolo, Sangiovese e Aglianico all’Agenzia spaziale Italiana (Asi) per avviare un progetto di sperimentazione in orbita, nella stazione spaziale internazionale.

L’affidamento, fatto in maniera rappresentativa con barbatelle rappresentative del Nord, Centro e Sud del territorio italiano e con una cerimonia solenne presso il Rome Cavalieri, è avvenuto con lo svolgimento del Forum della cultura del vino.

L’incontro, giunto alla quindicesima edizione e dal titolo “Spazio infinito, eternità del vino”, è stato dedicato al compianto giornalista, conduttore televisivo e politico italiano David Sassoli.

I tempi sull’avvio del progetto di sperimentazione del vino in orbita non sono invece stati comunicati. Obiettivi dell’iniziativa – informa Asi – sono quelli legati al tema della nutrizione degli astronauti ma anche alla possibilità di produrre piante e cibo in assenza di gravità.

Nei mesi scorsi Asi, relativamente al tema agroalimentare, ha avviato, tra i diversi già in campo, il progetto “Evoo” con una selezione di quattro oli extravergini italiani che sono bonus food per gli astronauti e protagonisti di un esperimento sugli effetti della permanenza nello spazio.

“Il progetto di sperimentazione sul vino – ha commentato il presidente dell’agenzia spaziale italiana Giorgio Saccoccia – rientra nel filone della nutrizione degli astronauti, per la produzione di cibo e per l’ottenimento di risultati scientifici utili. Sarebbe bello bere una calice di vino nello spazio, prodotto in orbita”.

https://www.ansa.it – 04/07/2022

Vino: in UK quelli del Sussex ottengono lo status di Denominazione di Origine Protetta (DOP)

Nel firmamento del vino DOP da adesso annoveriamo anche i vini fermi e spumanti del Sussex (quelli prodotti sia nell’East che nel West Sussex): questi vini hanno ottenuto lo status di Denominazione di Origine Protetta.

A dare la notizia è stato il Dipartimento per l’ambiente: la domanda, presentata per la prima volta nel 2015, è stata finalmente accolta. Da adesso, dunque, i vini del Sussex andranno a fare compagnia a Prosecco, Champagne e Bordeaux (tutte DOP).

In patria, invece, i vini del Sussex troveranno anche altri prodotti DOP ad aspettarli come il famoso whisky scozzese, l’agnello del Galles, il sidro Herefordshire, la panna della Cornovaglia e anche i tortini di maiale Melton Mowbray.

Victoria Prentis, ministro dell’alimentazione e dell’agricoltura, ha dichiarato con soddisfazione che il Regno Unito ha sviluppato una reputazione in costante crescita per quanto riguarda il vino di alta qualità. In particolare il vino del Sussex sta ricevendo ampi riconoscimenti e investimenti anche internazionali.

Come tutte le DOP, anche il vino del Sussex deve essere prodotto, trasformato e preparato all’interno di una precisa area che viene identificata anche all’interno del disciplinare di produzione della DOP in questione. Inoltre deve avere anche caratteristiche peculiari che dipendono dalla zona di produzione.

https://www.dissapore.com – 27/06/2022

A Talamone 9mila bottiglie di vino in mare a 35 metri di profondità: riemerge la cantina da record

Scegliere il mare per affinare per un anno un complesso vino rosso maremmano, che ha già passato 18 mesi in barrique: è la scommessa fatta dalla cantina Terre di Talamo che in questi giorni ha ritirato dal mare tra l’Argentario e Talamone il Talamo IGT “a mare”, portando a compimento il primo esperimento di cantina subacquea per un vino fermo. 9.000 bottiglie di un blend con uve Syrah, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot sono state sul fondale marino a 35 metri di profondità, dove la temperatura è stazionaria a 16 gradi e ad una pressione di 4,5 tonnellate. Bottiglia tradizionale, che regge tranquillamente lo stress dell’immersione e tappo in vetro per proteggere il vino da eventuali infiltrazioni.

Le bottiglie sono messe in gabbie di ferro saldate e sono state ritirate con l’ausilio di esperti sub e messe su un pontone che dopo un breve tratto di navigazione è arrivato a terra, con sistemi di protezione dal sole e dal caldo sofisticati ma anche tradizionali, come le “coperte della nonna” stese sulle gabbie.

Le bottiglie sono poi messe ad asciugare in cantina, Leggi il resto di questo articolo »

Come 12 soci stanno riportando il vino Nas-cëtta al suo natural splendore

La storia di riscoperta moderna della Nas-cëtta di Novello è una delle conferme, ce ne fosse bisogno, di quanto inestimabile sia il patrimonio varietale dell’Italia in ambito vitivinicolo. L’ampliarsi del movimento sta infatti favorendo il riaffiorare (non casuale, bensì figlio di piani, di lavoro e di comunicazione, ben allestiti) di territoriali colpevolmente sacrificati dalla storia.

Che questo recupero avvenga al centro del territorio che ha inaugurato il periodo di rinomanza moderna del movimento, ovverosia le Langhe, è fatto ancora più ragguardevole. Novello, quindi, areale dove l’uva bianca Nascetta (o Anascetta, ora indicato perlopiù con il localismo Nas-cëtta), era conosciuta già alla fine dell’800 quale tipologia di grande potenzialità, ma che le rese scarse e la lavorazione complessa fecero sacrificare alla causa del Nebbiolo.

Un ritrovamento quasi casuale, all’inizio degli anni ’90, di una manciata di bottiglie superstiti – figlie tra l’altro di una vendemmia incredibile come la 1983 – fecero gridare al miracolo. Da lì il lungo cammino che porterà al riconoscimento della Doc Langhe Nas-cëtta del comune di Novello (ottenuta nel 2010) figlia degli sforzi di un movimento unitario, dato che è del 2014 la nascita dell’Associazione produttori di Nas-cëtta del comune di Novello, che attualmente annovera 12 soci, tutti agguerritissimi nella missione di riportare la Nas-cëtta al ruolo che le spetta nel panorama vitivinicolo

https://forbes.it – 07/06/2022

Vini Centanni, premiata miglior cantina dell’anno a Vinitaly, nel quasi silenzio generale

Vini Centanni, azienda familiare di Montefiore dell’Aso in provincia di Ascoli Piceno nelle Marche, è stata premiata come miglior cantina biologica dell’anno Selezione Green nel recente Vinitaly di Verona, ed è stata vincitrice assoluta nel concorso internazionale Wine Without Walls che vedeva la presenza di 35 nazioni con 4000 cantine per un totale di 40000 vini degustati.

Un Pecorino, una Passerina di Offida ed un rosato dell’azienda Centanni hanno ottenuto grandi punteggi in tre diverse categorie di vini: rispettivamente affinato in legno, vendemmia tardiva e in acciaio, i punteggi più alti in assoluto con il Cimula Offida Passerina Docg che ha raggiunto la perfezione sfiorando i 100 punti.

Purtroppo la notizia ha avuto poco eco nazionale e, anche noi giornalisti, abbiamo speso poco inchiostro per celebrare il vanto di un’azienda e di una famiglia che rappresenta un territorio meraviglioso: il Piceno. Una regione da scoprire come Le Marche ed una enologia che grazie al Pecorino, alla Passerina e al verdicchio Bucci, quale miglior vino bianco del mondo, sa raccontare un messaggio d’amore e di rispetto attraverso il territorio che lo genera.

Il giornalismo dev’essere vero e puro, senza amici e nemici aldilà se ci fa comodo o meno, ma deve informare sempre e comunque anche se certi ambienti non rientrano tra quelli che fanno audience.

Noi Accademici riteniamo che il vino sia un grande corteggiatore del tartufo e che questo premio sia un evento di spettacolare portata culturale e di promozione per l’intera Regione Marche.

https://www.italiaatavola.net – 22/05/2022