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Iniesta in Cina? Un affare faraonico e due milioni di… bottiglie di vino!

Iniesta in Cina? Un affare faraonico e due milioni di… bottiglie di vino!

Potrebbe arrivare dopo la finale di Coppa del Re, in programma il 21 aprile tra Barcellona e Siviglia, l’annuncio di Andres Iniesta.

Addio al Barcellona, chiuderebbe la carriera nella Super League cinese. Anche per “colpa” del vino…

Il futuro di uno tra i più grandi giocatori spagnoli di sempre suscita grande interesse e molti cercano di indovinare che maglia andrà ad indossare la bandiera del Barça.

La Cina sembra più vicina. Lì verrà ricoperto d’oro… Secondo Marca, i club più interessati sarebbero il Tianjian Quanjian e il Chongqing Dangdai.

L’amara e inattesa sconfitta all’Olimpico, complice una prestazione non ai suoi livelli, ha cancellato nel giocatore 34enne qualsiasi dubbio, se mai ce ne fossero stati, sull’opportunità di cambiare aria.

Iniesta sta per vincere un altro campionato, il nono in 16 stagioni in prima squadra, e conta di conquistare anche la sesta Coppa del Re, sperando poi di lasciare un segno anche al Mondiale di Russia.

Il suo sguardo è quindi già rivolto a Est, dove peraltro tanto apprezzano i vini della “Bodega Iniesta”, motivo che lo avrebbe spinto ad accettare le lusinghe del Dragone.

sport.sky.it – 17/04/2018

Arriva da Todi il vino per la Santa Messa

Sarà Berit (Alleanza) la dicitura presente sull’etichetta del vino di uve Grechetto di Todi per la Santa Messa ex-genimine vitis.

Un vino ideato secondo le norme del codice di diritto canonico mediante direttive riprese da Papa Francesco (Vinum debet esse naturale ex genimine vitis et non corruptum).

E’ quello che, dopo un percorso progettuale avviato nell’estate del 2017, sarà presentato mercoledì 18 aprile (alle ore 11, nell’Aula Magna della Citadella Agraria di Todi) dal vescovo di Orvieto-Todi, monsignor Benedetto Tuzia, al quale compete l’autorizzazione per l’apposizione del sigillo ecclesiale sull’etichetta.

Tutto è partito dall’Istituto Ciuffelli, nella cui cantina sperimentale, l’enologo Martin Paolucci, ex allievo della scuola, ha voluto dar vita a questa limitata produzione enologica.

Ogni elemento è stato scelto con cura, a partire dalle uve, selezionate a mano nei vigneti di Spagliagrano, a ridosso della casa diocesana, di proprietà dell’Istituto per il sostentamento del clero.

La microvinificazione è stata poi seguita con attenzione in tutta la filiera enologica, Leggi il resto di questo articolo »

Non c’è Brexit che tenga: il prosecco prende casa sul Tamigi di Londra

Più amato dello champagne. Non c’è Brexit che tenga: il prosecco, il vino bianco frizzante prodotto in Friuli Venezia Giulia e Veneto prende casa in riva al Tamigi.

LA PROSECCO HOUSE A LONDRA
Non c’è Brexit che tenga: il prosecco prende casa sul Tamigi di Londra
Il prosecco prende casa a Londra

I sudditi di sua Maestà hanno un debole per il prosecco.

Da qui l’idea della giovane imprenditrice Kristina Issa, ex professionista nel campo della finanza: aprire un locale all’ombra del Tower Bridge, il ponte mobile di Londra sul fiume Tamigi, dove gustare bollicine italiane prodotte in cinque province del Veneto (Treviso, Venezia, Vicenza, Padova, Belluno) e in quattro del Friuli Venezia Giulia (Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine)

NON C’È BREXIT CHE TENGA
Nella Prosecco House, questo il nome del locale, londinesi e turisti possono gustare un bicchiere di vino frizzante, accompagnato da taglieri di salumi e formaggi a marchio italiano. Il bar offre drink da una lista di oltre 20 tipi di vino frizzante (tra i marchi ci sono Marchiori, Rivalta e Cirotto, Tasi bio e Andreola), a partire dalle 11 del mattino.
Le bottiglie si possono anche acquistare e portare via oppure ordinare a domicilio.

ALTRO CHE CHAMPAGNE
Anche l’arredamento interno del locale richiama all’Italia, con lussuosi marmi provenienti dal nostro Paese, poltrone e sgabelli di velluto color panna, arancio, verde e blu. Un business, quello del prosecco in terra inglese, cresciuto negli ultimi anni a ritmi esponenziali.
Secondo i dati Coldiretti, una bottiglia su tre di spumante consumato in Gran Bretagna è italiano, principalmente prosecco: nei primi sette mesi del 2017, le esportazioni di spumante italiano hanno registrato un incremento del 12%.

http://bimag.it – 03/04/2018

Oltre le barriere: via a un corso per degustatori non vedenti

Valutare la qualità del vino utilizzando solo olfatto e gusto: è l’obiettivo di una ricerca coordinata da Susanna Bartolini, ricercatrice in arboricoltura generale e coltivazioni arboree della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, svolta in collaborazione con la sede di Lucca dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti.

Lo studio ha l’obiettivo di ampliare le abilità di giudizio sulla qualità di un prodotto, superando quelle apparenze che potrebbero influenzare il giudizio.

Il gruppo di assaggiatori non vedenti, che si è già cimentato in passato con la valutazione sensoriale dei frutti, «dovrà esprimere giudizi sulla qualità dei vini, attraverso degustazioni guidate, utilizzando olfatto e gusto: sarà Francesca Venturi, docente di Analisi Sensoriale per il corso in Viticoltura ed Enologia dell’Università di Pisa, a guidare le sedute di addestramento per seguire una degustazione guidata di differenti tipologie di vino».

Saranno proposti vini bianchi, rosati, novelli, rossi a diverso grado di affinamento e spumanti, fornendo anche le informazioni tecniche di base, per interpretare al meglio le caratteristiche organolettiche dei singoli vini.

Un’esercitazione che, in futuro, «punta ad ampliare anche le prospettive di integrazione lavorativa delle persone non vedenti».

www.quotidiano.net – 21/03/2018

Il nettare della solidarietà

RIMINI, A SAN PATRIGNANO, comunità formata da ragazzi e ragazze in recupero dalla tossicodipendenza, il vino ha un sapore particolare. Il sapore della solidarietà e del primato dell’eccellenza sulla mediocrità, intesi come valori di vita e, di riflesso, enologici.

Roberto Dragoni, agronomo, come e quando comincia la mission di San Patrignano nel mondo del vino?
«Fin dagli esordi della comunità, nel 1978, veniva prodotto vino sfuso, consumato dagli ospiti. Poi è arrivata la fase dell’imbottigliamento, alla metà degli anni ’80»

Il vino è dialogo, incontro: quale quello della svolta?
«Alla fine degli anni ’90, quando il figlio di Vincenzo Muccioli e Gianmarco Moratti incontrarono Riccardo Cotarella, uno dei più stimati enologi del mondo, per partire con un progetto di espansione, passare dai 35 ettari agli attuali 100, e di valorizzazione dei prodotti autoctoni, in particolare del Sangiovese».

Chi va a San Patrignano vede filari estesi e gruppi numerosi di persone spesso all’opera: quanto conta la mano dell’uomo per avere grandi vini?
«Molto. In vigna operano tutto l’anno 67 ragazzi, molti dei quali finito il percorso trovano lavoro nel settore. Leggi il resto di questo articolo »

Vino Terrano: accordo Italia-Slovenia sulla creazione della Doc transfrontaliera

È stato sottoscritto ieri a Portopiccolo (Duino Aurisina – Trieste) nel corso dell’ottava edizione della manifestazione Teranum, il disciplinare sul vino Terrano che unisce i produttori sloveni e italiani e per il quale hanno dato il loro supporto tecnico e amministrativo la Regione Friuli Venezia Giulia e il ministero dell’Agricoltura.

L’accordo di fatto traghetta il documento, dopo una ratifica da parte dei due Stati, direttamente a Bruxelles per il via libera finale sulla Doc transfrontaliera.

Si è trattato di un lavoro che è partito dall’ottobre del 2015 e che ha coinvolto l’associazione viticoltori del Carso in una serie di incontri con i colleghi di oltreconfine, accompagnati dalle Istituzioni regionali e statali.

L’obiettivo era quello di evitare che i produttori del Carso perdessero la storica denominazione in bottiglia. Proprio per questo era indispensabile, come a suo tempo indicato dalla Regione, condividere con la Slovenia la realizzazione di una Doc transfrontaliera. Leggi il resto di questo articolo »

Il vino si può fare anche in Norvegia, e a produrlo è un italiano

Basta Barolo, Chianti e Brunello di Montalcino in Norvegia. Il Paese dei fiordi può produrre il vino da sé.

L’idea ha mosso solo i suoi primi passi, i produttori sono in tutto solo 80, tra professionisti e amatori, e tra loro c’è un ingegnere italiano di 38 anni che è  arrivato in Norvegia nel 2002 con una borsa di studio Erasmus, e che poi, dopo aver lavorato in altri Paesi d’Europa, ci si è stabilito per amore.

Una vera storia “europea”, di studio, amore, cultura. Di scambio.

Lui si chiama Danilo Costamagna, è piemontese, ha messo in un cassetto la sua laurea  in ingegneria ed ora fa l’educatore in una scuola materna, ma il suo sogno, ammette, è quello di avviare una produzione commerciale di vino “con la mia firma”, nella terra dei Vichinghi.

Per far crescere l’esperienza di suo nonno, che nelle Langhe produceva vino per la famiglia, con il piccolo Danilo sempre al seguito.

Lo ha raccontato in un’intervista concessa a Culturagroalimentare.com nella quale spiega che tutto è possibile, anche produrre vino in una terra bella ma fredda, nevosa e con una luce così difficile come la Norvegia. Leggi il resto di questo articolo »

Donald Trump, innamorato della Puglia, ordina 4.300 bottiglie di vino primitivo prodotto nel barese

Al Presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, piace il vino pugliese. L’uomo più potente del mondo ha ordinato 4.300 bottiglie di primitivo pugliese alle Tenute Chiaromonte di Acquaviva delle Fonti (Bari).

I vini richiesti, che presto arriveranno alla Casa Bianca, sono il il Mascherone, Primitivo Igt Puglia e il Muro Sant’Angelo Contrada Barbatto, Primitivo doc Gioia del Colle.

Il parlamentare Stefano ex assessore alle risorse agroalimentari della Puglia ha così commentato la notizia: “È il premio a quanto abbiamo realizzato negli scorsi anni in Puglia, quando abbiamo scelto di scommettere sul recupero e sulla valorizzazione dei nostri vitigni e sulla vinificazione di qualità.

Oggi con questo vino, e grazie all’ottimo lavoro dei produttori – dice – scaliamo le vette nel mondo, conquistiamo importanti riconoscimenti e siamo arrivati a raggiungere luoghi e palati impensabili”.

www.baritalianews.it

Asolo, dona la vigna alla nipote «Ma guai a te se produci Prosecco»

Controtendenza. Che non smentisce la tempra di chi l’ha fatta: donna Antonia Raselli, 95 anni ben portati, ultima discendente dei Bolasco.

Ha donato alla nipote Martina Curato cinque ettari di vigneto, appoggiati sulle colline di Asolo davanti a villa Raselli, a una condizione: «Te li affido per il futuro, ma guai a voi se fate prosecco».

Niente bollicine dalle sue viti, ma casomai ottimo vino rosso. E così è stato. «Rispettando la volontà della nonna», riferisce Martina, che, mamma felice, ora fa l’imprenditrice del vino con il marito Cristian Piazzetta dell’omonima famiglia dei caminetti, «abbiamo prodotto Merlot». La prima vendemmia si è celebrata lo scorso 8 settembre.

Un giorno non casuale per un vero e proprio rito di famiglia: è il compleanno di donna Antonia e nel 2017 lo ha festeggiato nel vigneto affidato alla nipote. «C’era anche lei con noi a vendemmiare», racconta Martina, «A lei abbiamo dedicato la prima produzione: trecento bottiglie di buon Merlot con una nuova etichetta “La Toni”, appunto».

Così è chiamata donna Antonia Raselli Leggi il resto di questo articolo »

Vino: dal 1° gennaio il Chianti si potrà imbottigliare solo in Toscana

“Dal 1° Gennaio 2018 dopo lungo iter amministrativo, entrerà in vigore a tutti gli effetti la modifica dell’art. 5 comma 1 del disciplinare di produzione Vino Chianti nel quale si prevede che il vino Chianti DOCG si potrà imbottigliare, fatte salve le deroghe ed i diritti acquisiti nel tempo dalle aziende imbottigliatrici, soltanto in Toscana per garantire maggiore tracciabilità, maggiori e tempestivi controlli del prodotto, tutelando così il consumatore” E’ questa in sintesi la novità introdotta nel disciplinare di produzione del Vino Chianti docg.

“Si tratta della modifica della delimitazione della zona di vinificazione, invecchiamento imbottigliamento e affinamento – spiega Giovanni Busi, Presidente del Consorzio Vino Chianti – in quanto fino ad oggi infatti era possibile imbottigliare il nostro vino Chianti in tutto il mondo.

Dal 1 gennaio 2018 grazie a questa modifica al disciplinare di produzione si potrà imbottigliare esclusivamente in quasi tutto il territorio della Toscana”.

Non riguarderanno questo provvedimento, come previsto dalla regolamentazione dell’Unione Europea, le aziende confezionatrici ubicate fuori della Toscana Leggi il resto di questo articolo »