Eventi
Carini, a scuola di… vendemmia: i piccoli alunni imparano a fare il vino
Le sezioni della scuola dell’infanzia Vanni Pucci dell’Istituto Comprensivo Renato Guttuso di Carini si sono cimentate nella produzione del loro primo vino.
L’esperienza che ha visti protagonisti i bambini di 4 e 5 anni, è stata ideata ed organizzata dalle maestre, in collaborazione con i rappresentanti di classe e di ciascuno dei genitori dei numerosissimi bambini, tutti impegnati a spiegare, in più tappe, i processi e le fasi che portano l’uva a trasformarsi in vino (a partire dalla parte teorica trattata in classe e dai numerosi esercizi preparatori).
I piccoli produttori vinicoli si sono cimentati nella diraspatura dei grappoli d’uva, cioè la separazione degli acini dai raspi, raccogliendoli in contenitori di plastica.
Successivamente hanno proseguito con la pigiatura a mano degli acini, ottenendo il succo d’uva.
Vedere le loro mani immerse nei contenitori che schiacciavano gli acini facendo fuoriuscire il succo faceva crescere i loro sorrisi, la loro curiosità ed il loro divertimento, in un’immagine agli occhi degli osservatori, indimenticabile, racchiudendo il vero significato della festa della vendemmia.
Hanno separato con l’aiuto degli adulti le vinacce dal succo raccogliendolo in una bottiglia come se fosse un piccolo tino (impossibile trasferire, a scuola, infatti, le botti).
Una vera e propria festa nelle nostre campagne e nella nostra isola.
Le maestre hanno spiegato la cultura del vino, la passione e l’impegno che ci vuole per ottenere un buon vino; e, inoltre, hanno spiegato con parole semplici che l’uva va curata già dal vigneto, la vendemmia e tutte le fasi necessarie, fino ad arrivare al giorno di San Martino nel quale il mosto, trasformato in vino, sarà travasato nelle bottigliette sulle quali saranno attaccate le etichette con scritto il nome del vino e l’anno di produzione.
Dopo il lavoro, il meritato riposo, festeggiando gradi e piccoli questa strepitosa esperienza di vita al Vanni Pucci dell’ICS Renato Guttuso di Carini.
www.palermotoday.it – 25/10/2018
Autunno al Muvis, il Museo del Vino più grande d’Europa
Con l’arrivo dell’autunno entrano nel vivo le iniziative del Muvis, il Museo del Vino più grande d’Europa, con visite guidate ed eventi speciali tra cui spettacoli musicali e teatrali.
Il Muvis (Museo del Vino e delle Scienze Agroalimentari), il cui solo percorso sotterraneo, su 4 livelli, supera i 3.000 metri quadrati, è sorto all’interno dell’ex complesso produttivo dei Conti Vaselli nel centro del piccolo borgo di Castiglione in Teverina, in provincia di Viterbo, sfruttando le vecchie cantine.
L’allestimento è stato studiato in modo da ottenere il coinvolgimento del visitatore: accanto alle tracce materiali e immateriali del mondo contadino (strumenti, foto, racconti) e delle vicende storiche ed umane delle Cantine Vaselli (con video, gigantografie e macchinari) sono stati “messi in scena”, con installazioni scenografiche, gli aspetti della produzione e della tradizione vinaria nel territorio della Teverina, accanto ai grandi temi di più ampio respiro culturale che il vino suggerisce.
In queste cantine, il Conte Romolo Vaselli (1898 – 1967) avviò sin dal 1942 una produzione vitivinicola di qualità che esportava in tutto il mondo.
Inoltrandosi nel percorso di visita del Muvis, fino in profondità nelle cantine, raggiungendo la “Cattedrale”, che custodisce le botti antiche più grandi d’Italia, si respira ancora l’identità di una comunità che per decenni ha vissuto assecondando il ritmo del lavoro in vigna.
www.ansa.it – 21/10/2018
Nasce la Strada del vino della Valle dei Templi
Non solo arte e cultura ad Agrigento, dove si è costituita la Strada del Vino e dei Sapori della Valle dei Templi.
Per la costituzione della Strada si sono riunite alcune delle più importanti realtà vitivinicole, gastronomiche e turistiche del territorio, che, insieme ad alcuni partner come la Federazione Strade del Vino di Sicilia, Coop Culture, il Consorzio Turistico ed il Distretto Turistico Valle dei Templi, la Strada degli Scrittori e Slow Food Sicilia, diventano protagonisti di nuove opportunità turistiche per la provincia di Agrigento. Socio onorario ed ente capofila è il Parco archeologico della Valle dei Templi, che rappresenta idealmente il punto di partenza e d’arrivo della Strada stessa.
Soddisfazione per la costituzione della Strada viene espressa dal neo presidente Carmelo Sgandurra: “Il traguardo raggiunto spiega è frutto di un lavoro intenso, minuzioso e che riguarda la valorizzazione di un territorio unico al mondo.
Lavoreremo per ottimizzare nel più breve tempo possibile i risultati, affinché il vino e i sapori di questo territorio diventino attrazione in ogni parte del mondo”.
“Con la costituzione della nuova Strada del Vino dice Gori Sparacino, Presidente della Federazione Strade del Vino di Sicilia e socio fondatore sono tredici le Strade del Vino in Sicilia in grado di incentivare lo sviluppo economico mediante la promozione di un’offerta turistica integrata”.
Le aziende vitivinicole che figurano tra i soci fondatori sono: CVA Canicattì, Milazzo Vini, Grottarossa Vini, Baglio del Cristo di Campobello, Casa vinicola Sicania, Azienda Vitivinicola Lombardo, Baglio Bonsignore, Azienda Camilleri, Azienda Vassallo e Lombardo Vini.
www.ragusanews.com – 15/06/2018
Nell’oasi dei Carmelitani il vino bio del convento
Sarà l’unico vino di etichetta prodotto esclusivamente entro i confini di Treviso, e per di più benedetto. Un vino che ancor prima di nascere racconta già una storia che parte da molto lontano e arriva ai giorni nostri grazie all’intraprendenza di un vignaiolo, e alla tradizione dei Padri Carmelitani Scalzi di Treviso.
Ieri, dietro le mura che proteggono il giardino del convento, è iniziata infatti una piccola rivoluzione, quella che porterà all’impianto di un vigneto biologico nel terreno dove fino a qualche settimana fa sorgeva l’antica vigna dei Carmelitani, oltre 600 piante a bacca rossa di cui alcune secolari sradicate a inizio primavera.
L’espianto delle vecchie viti varrebbe di per sé un articolo tanta fu l’agitazione scatenata dall’arrivo degli operai nell’ampia comunità che gravita attorni ai Carmelitani. Il vigneto degli Scalzi, di cui anche noi avevamo parlato l’anno scorso, disegnava un’oasi di pace introvabile all’interno della città, e ancor più lungo il Put.
Tantissimi i fedeli che d’estate, durante le feste, alla domenica, amavano passeggiare sotto le bellissime volte verdi disegnate dai lunghi filari. Un tesoro di natura cancellato tra incredulità e scontento a inizio primavera tanto che i padri, nei giorni a venire, hanno dovuto rassicurare i fedeli perfino in chiesa, durante la messa: «State tranquilli, il vigneto tornerà».
Perchè era stato tolto? Perchè le piante erano ormai vecchie, molte infruttifere, Leggi il resto di questo articolo »
Kerin O’Keefe: ” Italia n° 1 per il vino”
Americana di Boston, arrivata in Italia si è innamorata del Sangiovese tanto da vivere in Italia per 15 anni e spostarsi in Svizzera pochi anni fa dove oggi ha il suo studio al confine con l’Italia.
Kerin O’Keefe è considerata una dei critici enologici più influenti nel mondo del vino, dal 2013 è Italian Editor di ‘Wine Enthusiast’, incarico che l’ha vista scambiarsi il ruolo con Monica Larner che è divenuta la critica ufficiale per ‘Wine Advocate’.
“Mi occupo solo di vini italiani da anni perché per me sono super – dichiara all’Adnkronos Kerin O’Keefe – c’è sempre qualche novità, ogni giorno scopro un nuovo vino o un vitigno.
I vini italiani poi rispecchiano il territorio ed è quello che vogliono i wine lovers che amano non solo bere un buon vino ma conoscere anche la storia che c’è dietro.
In questo l’Italia è il numero uno” afferma entusiasta. Kerin, bruna, occhi chiari e vivaci, fisico asciutto, classe e glamour da vendere, l’abbiamo incontrata a Vinitaly dove si stava preparando per condurre una delle sue esclusive Master Class sul Nebbiolo.
L’edizione di quest’anno di Vinitaly, a suo giudizio, è stata davvero speciale. Leggi il resto di questo articolo »
Iniesta in Cina? Un affare faraonico e due milioni di… bottiglie di vino!
Iniesta in Cina? Un affare faraonico e due milioni di… bottiglie di vino!
Potrebbe arrivare dopo la finale di Coppa del Re, in programma il 21 aprile tra Barcellona e Siviglia, l’annuncio di Andres Iniesta.
Addio al Barcellona, chiuderebbe la carriera nella Super League cinese. Anche per “colpa” del vino…
Il futuro di uno tra i più grandi giocatori spagnoli di sempre suscita grande interesse e molti cercano di indovinare che maglia andrà ad indossare la bandiera del Barça.
La Cina sembra più vicina. Lì verrà ricoperto d’oro… Secondo Marca, i club più interessati sarebbero il Tianjian Quanjian e il Chongqing Dangdai.
L’amara e inattesa sconfitta all’Olimpico, complice una prestazione non ai suoi livelli, ha cancellato nel giocatore 34enne qualsiasi dubbio, se mai ce ne fossero stati, sull’opportunità di cambiare aria.
Iniesta sta per vincere un altro campionato, il nono in 16 stagioni in prima squadra, e conta di conquistare anche la sesta Coppa del Re, sperando poi di lasciare un segno anche al Mondiale di Russia.
Il suo sguardo è quindi già rivolto a Est, dove peraltro tanto apprezzano i vini della “Bodega Iniesta”, motivo che lo avrebbe spinto ad accettare le lusinghe del Dragone.
sport.sky.it – 17/04/2018
Arriva da Todi il vino per la Santa Messa
Sarà Berit (Alleanza) la dicitura presente sull’etichetta del vino di uve Grechetto di Todi per la Santa Messa ex-genimine vitis.
Un vino ideato secondo le norme del codice di diritto canonico mediante direttive riprese da Papa Francesco (Vinum debet esse naturale ex genimine vitis et non corruptum).
E’ quello che, dopo un percorso progettuale avviato nell’estate del 2017, sarà presentato mercoledì 18 aprile (alle ore 11, nell’Aula Magna della Citadella Agraria di Todi) dal vescovo di Orvieto-Todi, monsignor Benedetto Tuzia, al quale compete l’autorizzazione per l’apposizione del sigillo ecclesiale sull’etichetta.
Tutto è partito dall’Istituto Ciuffelli, nella cui cantina sperimentale, l’enologo Martin Paolucci, ex allievo della scuola, ha voluto dar vita a questa limitata produzione enologica.
Ogni elemento è stato scelto con cura, a partire dalle uve, selezionate a mano nei vigneti di Spagliagrano, a ridosso della casa diocesana, di proprietà dell’Istituto per il sostentamento del clero.
La microvinificazione è stata poi seguita con attenzione in tutta la filiera enologica, Leggi il resto di questo articolo »
Non c’è Brexit che tenga: il prosecco prende casa sul Tamigi di Londra
Più amato dello champagne. Non c’è Brexit che tenga: il prosecco, il vino bianco frizzante prodotto in Friuli Venezia Giulia e Veneto prende casa in riva al Tamigi.
LA PROSECCO HOUSE A LONDRA
Non c’è Brexit che tenga: il prosecco prende casa sul Tamigi di Londra
Il prosecco prende casa a Londra
I sudditi di sua Maestà hanno un debole per il prosecco.
Da qui l’idea della giovane imprenditrice Kristina Issa, ex professionista nel campo della finanza: aprire un locale all’ombra del Tower Bridge, il ponte mobile di Londra sul fiume Tamigi, dove gustare bollicine italiane prodotte in cinque province del Veneto (Treviso, Venezia, Vicenza, Padova, Belluno) e in quattro del Friuli Venezia Giulia (Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine)
NON C’È BREXIT CHE TENGA
Nella Prosecco House, questo il nome del locale, londinesi e turisti possono gustare un bicchiere di vino frizzante, accompagnato da taglieri di salumi e formaggi a marchio italiano. Il bar offre drink da una lista di oltre 20 tipi di vino frizzante (tra i marchi ci sono Marchiori, Rivalta e Cirotto, Tasi bio e Andreola), a partire dalle 11 del mattino.
Le bottiglie si possono anche acquistare e portare via oppure ordinare a domicilio.
ALTRO CHE CHAMPAGNE
Anche l’arredamento interno del locale richiama all’Italia, con lussuosi marmi provenienti dal nostro Paese, poltrone e sgabelli di velluto color panna, arancio, verde e blu. Un business, quello del prosecco in terra inglese, cresciuto negli ultimi anni a ritmi esponenziali.
Secondo i dati Coldiretti, una bottiglia su tre di spumante consumato in Gran Bretagna è italiano, principalmente prosecco: nei primi sette mesi del 2017, le esportazioni di spumante italiano hanno registrato un incremento del 12%.
http://bimag.it – 03/04/2018
Oltre le barriere: via a un corso per degustatori non vedenti
Valutare la qualità del vino utilizzando solo olfatto e gusto: è l’obiettivo di una ricerca coordinata da Susanna Bartolini, ricercatrice in arboricoltura generale e coltivazioni arboree della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, svolta in collaborazione con la sede di Lucca dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti.
Lo studio ha l’obiettivo di ampliare le abilità di giudizio sulla qualità di un prodotto, superando quelle apparenze che potrebbero influenzare il giudizio.
Il gruppo di assaggiatori non vedenti, che si è già cimentato in passato con la valutazione sensoriale dei frutti, «dovrà esprimere giudizi sulla qualità dei vini, attraverso degustazioni guidate, utilizzando olfatto e gusto: sarà Francesca Venturi, docente di Analisi Sensoriale per il corso in Viticoltura ed Enologia dell’Università di Pisa, a guidare le sedute di addestramento per seguire una degustazione guidata di differenti tipologie di vino».
Saranno proposti vini bianchi, rosati, novelli, rossi a diverso grado di affinamento e spumanti, fornendo anche le informazioni tecniche di base, per interpretare al meglio le caratteristiche organolettiche dei singoli vini.
Un’esercitazione che, in futuro, «punta ad ampliare anche le prospettive di integrazione lavorativa delle persone non vedenti».
www.quotidiano.net – 21/03/2018
Il nettare della solidarietà
RIMINI, A SAN PATRIGNANO, comunità formata da ragazzi e ragazze in recupero dalla tossicodipendenza, il vino ha un sapore particolare. Il sapore della solidarietà e del primato dell’eccellenza sulla mediocrità, intesi come valori di vita e, di riflesso, enologici.
Roberto Dragoni, agronomo, come e quando comincia la mission di San Patrignano nel mondo del vino?
«Fin dagli esordi della comunità, nel 1978, veniva prodotto vino sfuso, consumato dagli ospiti. Poi è arrivata la fase dell’imbottigliamento, alla metà degli anni ’80»
Il vino è dialogo, incontro: quale quello della svolta?
«Alla fine degli anni ’90, quando il figlio di Vincenzo Muccioli e Gianmarco Moratti incontrarono Riccardo Cotarella, uno dei più stimati enologi del mondo, per partire con un progetto di espansione, passare dai 35 ettari agli attuali 100, e di valorizzazione dei prodotti autoctoni, in particolare del Sangiovese».
Chi va a San Patrignano vede filari estesi e gruppi numerosi di persone spesso all’opera: quanto conta la mano dell’uomo per avere grandi vini?
«Molto. In vigna operano tutto l’anno 67 ragazzi, molti dei quali finito il percorso trovano lavoro nel settore. Leggi il resto di questo articolo »