Curiosità
Il vino arriva a domicilio in un’ora “Pronta la sfida ad Amazon”
Parte da Empoli la sfida del vino a domicilio in un’ora. Non fai in tempo ad ordinare, che la bottiglia è già arrivata a casa. La consegna del vino non è mai stata così veloce. A lanciare l’iniziativa è Viniferi, che promette di essere più veloce del colosso dell’e-commerce.
Il tutto grazie all’idea è degli empolesi Andrea Vanni e Marianna Maestrelli ed è proprio quella di ‘sfidare’ i giganti del web e proporre in piccolo – nell’Empolese Valdelsa – un servizio di consegna in tempi da record.
Il motto è: ‘Vino a casa tua in un’ora’. Grazie a Viniferi, una wine boutique online che propone prodotti di nicchia di piccole e medie aziende agricole. Vini naturali, biodinamici, biologici che rispecchiano le peculiarità dei territori italiani.
“Abbiamo deciso di puntare su un catalogo esclusivo, per chi desidera bere qualcosa di diverso o per chi è in cerca di un regalo in grado di stupire”, spiegano Andrea e Marianna. Tutto questo a prezzi contenuti, a dimostrazione che non sempre esclusivo significa costoso.
Il progetto di Viniferi è nato in pieno lockdown quando i sommelier empolesi Andrea e Marianna hanno deciso di lanciare un e-commerce di vini di nicchia. Dopo dieci anni di esperienza nel mondo del vino, è cresciuta la voglia di mettersi in gioco e provare a sfruttare le potenzialità dei nuovi canali di comunicazione. E tuttu i social sono stati ’sfruttati’ per diffondere l’inizitiva.
Dopo la realizzazione del sito è nata l’esigenza di veicolare velocemente il messaggio: mentre la consegna sul territorio nazionale è garantita in 48 ore, quella a Empoli e nei comuni limitrofi ha tempi di attesa di un’ora, un tempo da record.
https://www.lanazione.it/ – 03/03/2021
Archeologia: l’Islam di Sicilia produceva e esportava vino
Un recente studio, messo a punto da un team di ricercatori della struttura BioArCh dell’Università di York, di Tor Vergata e di Catania, ha dimostrato che, nonostante i musulmani di Sicilia non consumassero il vino prodotto per motivi religiosi, ne apprezzassero tuttavia la rilevanza agricola ed il valore economico al punto di creare un business dell’esportazione da Palermo e dintorni, mai esistito con quei livelli di produttività prima del loro arrivo nel IX secolo d.C..
Con la presenza araba in Sicilia, l’isola ha quindi svolto un ruolo di crocevia dei traffici commerciali del Mediterraneo, perché inserita nelle rotte commerciali che si snodavano da Alessandria d’Egitto e dal Maghreb. Gli arabi siciliani sono riusciti a rilanciare l’economia dell’isola attraverso lo sviluppo di intensi scambi commerciali con il mondo esterno.
Come spiegato ad Archaeology (pubblicazione dell’Archaeological Institute of America) da Léa Drieu, del dipartimento di Archeologia dell’Università di York, l’analisi dei residui rinvenuti nelle giare ha rilevato la presenza di molecole molto simili a quelle ottenute dai moderni etnologi che usano giare di ceramica per far fermentare il vino.
Drieu ha annunciato lo sviluppo di “nuovi test tecnici di analisi chimica in grado di determinare se i residui nelle anfore siano davvero di uve ovvero di altri tipi di frutti”. Nel suddetto studio sono state analizzate 109 anfore, tradizionalmente impiegate per il trasporto del vino, riconducibili ad un arco di tempo che va dal quinto all’undicesimo secolo. Alcuni resti di queste anfore sono stati trovati perfino in Sardegna e a Pisa, il che dimostrerebbe la presenza di traiettorie di esportazione in area mediterranea.
I ricercatori hanno estratto ed esaminato i composti organici presenti nelle anfore. Leggi il resto di questo articolo »
Il Pinot Grigio Santa Margherita compie 60 anni
Era il ’61 quanto Gaetano Marzotto avviò la produzione di un vino rivoluzionario (vinificazione in bianco di uve Pinot grigio) e che negli anni si è rivelato un alfiere del made in Italy nel mondo. Esattamente sessant’anni fa faceva infatti il suo debutto sul mercato il Pinot Grigio Santa Margherita: un vino nuovo, elegante e moderno che diede avvio a una vera e propria rivoluzione del gusto e del piacere enologico. In questi primi sessant’anni di storia il Pinot Grigio è diventato la varietà (pur essendo una varietà internazionale) simbolo del vino bianco italiano nel mondo e Santa Margherita, la cantina che ha fatto da apripista, un po’ il suo emblema.
Una lunga storia iniziata alla fine degli anni Cinquanta quando, in anticipo sulle future tendenze, Gaetano Marzotto si mise alla ricerca di una nuova tipologia di vino che uscisse dai cliché, capace di reinventare l’intera categoria del vino bianco, capace di distinguersi per originalità, peculiarità sensoriali e forte richiamo al binomio vitigno-territorio. Le ricerche del connubio perfetto tra terroir e vitigno condussero Marzotto e il suo team di enologi in Trentino-Alto Adige, ma la vera rivoluzione venne con l’intuizione dello stesso Marzotto di vinificare in bianco le uve di Pinot Grigio, eliminando ogni contatto tra mosto e bucce, trasformando così un vino dal colore ramato in un vino bianco brillante, elegante ed intenso. Leggi il resto di questo articolo »
Il fotovoltaico selvaggio che minaccia i vini salentini
Una posizione netta e decisa in Puglia contro il fotovoltaico che “ruba” terreno all’ambiente e all’agricoltura. «Stop alla colonizzazione selvaggia del nostro territorio da parte dei giganti del fotovoltaico. Questa volta siamo pronti alle barricate contro un nuovo impianto che minaccia di divorare una vasta fetta di terra del Parco del Negroamaro, tra Campi Salentina, Cellino San Marco e Squinzano, proprio dove inizia la murgia salentina e i vigneti esprimono la parte migliore di sé, dando vita a vini importanti per grandi marchi di numerose cantine italiane. Daremo battaglia per difendere la nostra terra». Sono queste le parole del consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani insieme a Mauro di Maggio, presidente del Consorzio del Primitivo di Manduria dop, Damiano Reale, presidente del Consorzio Salice Salentino e ad Angelo Maci, presidente del Consorzio dei vini doc Brindisi e Squinzano.
«Già da tempo – rivendica Pagliaro – siamo in prima linea per bloccare nuove autorizzazioni all’installazione di campi fotovoltaici: su nostra richiesta si è tenuta a fine gennaio una prima audizione in Commissione Agricoltura del Consiglio regionale, da cui è emersa la volontà, condivisa con il mondo accademico, gli ambientalisti e molta parte del territorio, di alzare le barricate contro questa vera e propria invasione di pannelli solari nelle campagne del Salento. E abbiamo già richiesto una seconda audizione, questa volta congiunta con la Commissione Ambiente, per passare alla fase 2: la definizione delle modifiche da apportare al PEAR, il Piano Energetico Ambientale della Regione, per fissare paletti invalicabili contro la minaccia di nuovi insediamenti d’impianti fotovoltaici ed eolici».
«Dobbiamo fermare l’avanzata delle lobby delle finte energie pulite, che stanno approfittando del disastro Xylella per accaparrarsi i nostri terreni. E vogliamo smascherare la farsa dell’agro fotovoltaico, perché i nostri vigneti non possono produrre sotto le strutture fotovoltaiche», sottolineano di Maggio, Reale e Maci. «Le nostre terre – aggiungono – sono ricche di storia vitivinicola e hanno nel lungo tempo portato avanti la tradizione della vigna con amore e dedizione, invitando clienti ed esportatori esteri a guardare dal vivo le lunghe distese di terra coltivate e lavorate con fatica e sudore e mantenendo viva la storicità del territorio».
Pe la promozione del territorio salentino colpito dalla Xylella sono stati stanziati con un progetto del MIPAAF presentato dal Distretto Agroalimentare Jonico Salentino ben 98 milioni di euro, di cui 62 a fondo perduto. Di questi, 3 milioni sono stati affidati ai consorzi di tutela per promuovere il territorio salentino.
«Con una mano si punta a riqualificare l’immagine del territorio del vino e dell’olio, con l’altra si autorizzano le lobby del fotovoltaico a distruggere il Salento. Questa volta faremo le barricate e inviteremo i produttori a scendere in campo», concludono i tre presidenti dei Consorzi.
www.ambienteambienti.com – 16/02/20201
Sai perchè le bottiglie di vino sono da 750 ml. ?
Le bottiglie di vino sono solitamente da 750 ml (75 cl) e non da un litro (1.000 ml), ma da dove viene questa specifica?
La capacità di una bottiglia di vino si è normalizzata nel XIX secolo e sono emerse le spiegazioni più folli di questo fatto, che corrispondevano a spesso a queste ipotesi:
- La capacità polmonare di un vetro;
- Consumo medio in un pasto;
- La migliore capacità di conservare il vino;
- Facilità di trasporto
Bene, non è niente di tutto questo
In realtà si tratta semplicemente di un’organizzazione pratica con una base storica: All’epoca i principali clienti dei produttori di vino francesi erano gli inglesi. L’unità di volume degli inglesi era il “gallone imperiale “equivalente a 4.54609 litri. Per semplificare i conti di conversione, hanno trasportato vino di Bordeaux in botti da 225 litri, vale a dire esattamente 50 galloni, corrispondenti a 300 bottiglie da 750 ml. (75 centilitri). Essendo più facile il calcolo, hanno adottato un barile = 50 galloni = 300 bottiglie.
In questo modo un gallone corrispondeva a 6 bottiglie.
In realtà, per questo ancora oggi le scatole di vino hanno spesso 6 o 12 bottiglie.
Anche il vino è cultura!
La Redazione
La leggenda del vino di Montefiascone Est! Est!! Est!!!
La leggenda del vino di Montefiascone, il celebre Est! Est!! Est!!!. Il racconto è ambientato nel medioevo e vede protagonista il prelato tedesco Johannes Defuk.
Nell’anno Mille, Enrico V viene eletto imperatore. La cerimonia ha luogo a Roma. Enrico V decide di raggiungere la capitale dell’impero in compagnia del prelato Defuk. Il vescovo, che si sposta in compagnia del coppiere Martino, amava il cibo e, in particolare, il buon bere.
Per poter approfittare al meglio delle prelibatezze locali, Johannes incarica Martino di precederlo così che potesse testare, in anteprima, le osterie migliori. In tutti i luoghi nei quali avesse trovato un buon vino avrebbe dovuto scrivere “Est”, ossia “c’è” mentre se fosse stato eccezionale avrebbe dovuto ripetere la parola due volte.
Quando il coppiere giunge a Montefiascone, nel Lazio, assaggia il vino bianco locale trovandolo particolarmente pregiato. Così, nel rispetto degli accordi col prelato, sul muro del locale scrisse “Est! Est!! Est!!!”, ripetendolo tre volte. Poco dopo, Defuk arriva a Montefiascone e decide di verificare se il giudizio di Martino sia effettivamente condivisibile.
Il vino è così squisito che decide di sostare nel borgo per qualche giorno, ritardando il suo arrivo a Roma. Dopo l’incoronazione di Enrico V, il vescovo non tornerà più in Germania, preferendo trasferirsi a Montefiascone. Purtroppo, il troppo vino condurrà alla morte Johannes che riposa nella chiesa di san Flaviano. Nel suo testamento dispose che il borgo beneficiasse di 24mila scudi come ricompensa per i giorni qui trascorsi. Il fido Martino compose il suo epitaffio scrivendo “Qui giace il mio signore, morto per il troppo Est!”.
Montefiascone si trova nella provincia di Viterbo, sui Monti Volsini. E’ un borgo di origine antichissima, dominato dalla cattedrale intitolata a santa Margherita. In centro si possono ammirare altri monumenti come la chiesa di san Flaviano, sulla quale è stato edificato un secondo edificio di culto. Altrettanto suggestiva è la rocca dei Papi, usata dai pontefici durante i periodi di riposo. Dalla rocca si gode di un panorama unico.
A Montefiascone, oltre al notevole vino bianco, vinificato sia con il metodo classico che come spumante, si può godere di una natura suggestiva e dai paesaggi suggestivi del lago di Bolsena.
mediterranews.org – 26/01/2021
Aceto balsamico di Modena IGP e aceto di vino
C’è chi lo usa solo per condire le insalate e chi lo ama a 360°, impiegandolo per marinature e altre ricette agrodolci. Stiamo parlando dell’aceto di vino, un condimento ricco di proprietà benefiche: scopriamo come usarlo in cucina e perché fa bene.
Forse non tutti sanno che l’aceto è un alimento con interessanti proprietà nutrizionali, utile per equilibrare le funzioni dell’organismo e per mantenersi in forma. Ebbene sì: si tratta infatti di un condimento ipocalorico, perfettamente indicato per chi segue una dieta e capace di aumentare la sensazione di sazietà. Nessuna controindicazione per chi deve badare al colesterolo: l’aceto di vino, infatti, non ne contiene. Fra i suoi benefici c’è inoltre l’azione antiossidante, esercitata dai polifenoli dell’uva: preziosi per contrastare i radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento cellulare, e per rafforzare il sistema immunitario.
Come per tutti gli alimenti, il dosaggio giornaliero conta e questo vale anche per l’aceto di vino: i pro e i contro devono essere valutati con attenzione da parte dei soggetti diabetici o in cura con farmaci antipertensivi. Via libera anche all’aceto balsamico, anch’esso ricco di proprietà benefiche e – facendo attenzione alle quantità – alla glassa di aceto balsamico. Quale scegliere per limitare le calorie? Basta optare per i prodotti privi di zuccheri aggiunti.
Come abbiamo visto, ci sono ottimi motivi per consumare l’aceto di vino e per farne un protagonista in cucina. Al di là degli usi più scontati, come condire le insalate o usare l’aceto – di vino o di mele – per le conserve, sono tante le ricette interessanti da inserire in menu. Chi ama i sapori agrodolci, in particolare, può utilizzarlo per le ricette orientali e di ispirazione fusion. Un altro impiego classico è usarlo per le marinature, ad esempio per insaporire i filetti di pesce. Volendo, all’occorrenza, lo si può usarle per un piccolo trucco: ovvero, per sfumare le pietanze in cottura sostituendo il vino con l’aceto di vino.
Per prima cosa, l’etichetta scelta deve essere sinonimo di qualità: in caso contrario, si avrà a che fare con un prodotto economico ma standard, verosimilmente privo di personalità e insignificante dal punto di vista aromatico. Chi è solito mangiare bio può puntare sui prodotti più sani e naturali,come l’aceto di vino bianco o rosso privo di coloranti e conservanti e prodotto in Italia da uve biologiche certificate. Senza tralasciare le altre proposte, come l’aceto di cocco, di melograno e l’aceto di mele.
La Redazione – 15/01/2021
Aboliti i dazi sui vini italiani ed europei in Ucraina
Ha effetto dal primo gennaio 2021 l’abolizione dei dazi sui vini italiani ed europei in Ucraina. L’annuncio arriva dal Dipartimento per il commercio internazionale e la cooperazione economica e l’integrazione europea, organismo che risponde al Ministero per lo Sviluppo economico, del Commercio e dell’Agricoltura guidato da Igor Rostislavovich Petrashko.
Lo scorso anno, l’ex Repubblica sovietica ha importato vino per un valore di circa 147 milioni di dollari dall’Unione europea. I dazi all’importazione erano compresi tra 0,3 e 0,4 euro al litro.
La loro eliminazione è la ciliegina sulla torta – in ambito vitivinicolo – degli accordi politici e commerciali dell’Ucraina con l’Ue. Un percorso avviato a tutto tondo nel 2014 e divenuto effettivo nel 2017, non senza ostacoli. Di fatto, Kiev ha così segnato in maniera ancora più profonda il solco con la Russia.
L’agreement con Bruxelles liberalizza gradualmente il commercio, consentendo l’accesso illimitato ai 500 milioni di consumatori del blocco, il mercato unico più grande e ricco del mondo
www.winemag.it/ – 05/01/2021
L’omelia di Natale: “Bevete vino in abbondanza, in paradiso non c’è posto per gli astemi”
PIACENZA. “Mi raccomando, questo natale mangiate bene. Tutto. Vi invito a bere con abbondanza.
Per cortesia, la Coca Cola…vino buono. Il vino è segno della vita eterna.
In paradiso gli astemi non potranno venire, perché si beve il vino”.
Risate, ovvio, e applausi, per l’omelia scherzosa di don Pietro Cesena durante la messa di Natale della parrocchia Santi Angeli Custodi Piacenza. La messa di Natale era in streaming e il passaggio ha fatto il giuro d’Italia.
www.youtg.net – 25/12/2020
L’ottimismo di Casarsa, annunciata la Sagra del Vino
Si mette in moto la macchina organizzativa per la Sagra del Vino 2021. La Pro Casarsa della Delizia, insieme alla Città di Casarsa della Delizia e i Viticoltori Friulani La Delizia, promotori della storica manifestazione che nella primavera 2020 ha dovuto subire un anno di pausa, guardano con fiducia al nuovo anno e annunciano che, sebbene sarà attentamente valutata la situazione sanitaria in atto, l’edizione numero 73 della Sagra del Vino si farà dal 22 aprile al 3 maggio e contestualmente si festeggerà l’anniversario per i 40 anni della Pro Casarsa della Delizia.
In ogni caso, come si ricorderà, durante il lockdown di primavera gli organizzatori avevano comunque voluto realizzare un’edizione virtuale della tradizionale festa di primavera a causa dell’emergenza Covid-19 e per tutto il periodo in cui l’evento si sarebbe svolto, sulla pagina Facebook ufficiale della manifestazione sono state pubblicate ogni giorno delle foto storiche riguardanti le edizioni passate. Il pubblico aveva raggiunto, sommando i risultati dei vari post pubblicati, oltre 100 mila persone in totale sul social network.
“In questo modo abbiamo voluto tener vivo il ricordo di quello che per tutti i casarsesi è uno dei periodi più belli dell’anno e ci siamo riusciti perché il bilancio è stato positivo – ha spiegato il presidente della Pro Loco, Antonio Tesolin – ma, nonostante adesso stiamo purtroppo assistendo a una situazione preoccupante per contagi, non possiamo che guardare con speranza al futuro e con fiducia a questo 2021 che sta per iniziare.
Per questo a livello organizzativo ci stiamo già preparando per la prossima Sagra del Vino e ci auguriamo possa essere in presenza con ancora più coinvolgimento da parte di tutti. Noi ci crediamo. Inoltre per noi della Pro Casarsa sarà un anno importante: festeggeremo il 40esimo compleanno della nostra associazione e contiamo di poter creare dei momenti speciali per celebrare con tutti questo anniversario in occasione della Sagra del Vino”.
www.imagazine.it – 23/12/2020