Casadei, l’uomo del vino: «Il futuro è dei ragazzi, investiamo su di loro»

Si fa presto a dire vignaioli. L’immagine romantica del vignaiolo e della sua campagna ci affascina, ma dietro a certi vini eccezionali ci sono prima di tutto un lavoro incredibile e una competenza grande almeno quanto la passione. Quello praticato in vigna è un mestiere intrigante che vede italiani e francesi in prima linea, ricercati in tutto il mondo per esportare tecniche e competenze che non hanno eguali.

Tra gli italiani che divulgano l’arte del vignaiolo in diversi angoli del Pianeta c’è Stefano Casadei, toscano classe 1960, titolare e direttore di quattro aziende vitivinicole col fratello Andrea e la moglie Anna Baj Macario. Con gli studi primari nelle discipline agrarie, la trentennale attività di consulenza a produttori tra i più importanti a livello internazionale e i corsi specialistici in enologia e viticoltura seguiti all’Università di Bordeaux e Montpellier, Casadei ha maturato una significativa esperienza nel controllo analitico e qualitativo dei vini. Per questo è considerato un maestro della materia.

Negli ultimi anni Casadei si è diviso tra le proprie aziende in Toscana e Sardegna e i progetti nei quali è stato coinvolto all’estero: California, Turchia, Caucaso. «All’esterno ci chiamano perché i nostri concorrenti diretti, i francesi, non hanno la nostra capacità di stringere rapporti – ci spiega -. Il francese si muove sempre e solo secondo le sue idee, noi invece abbiamo le nostre convinzioni ma siamo molto più elastici, riusciamo a adattarci meglio».

Quella di consulenza è una delle principali attività per Casadei: «Ma per andare all’estero però serve esperienza e competenza, non basta la semplice conoscenza teorica: noi non veniamo chiamati solo perché italiani, ma perché sappiamo lavorare in un certo modo – sottolinea -. In Italia c’è poca gente che vuole lavorare nelle campagne, manca la professionalità. Noi come azienda investiamo ogni anno parecchi soldi per la formazione dei nostri dipendenti».

«Negli anni ‘50-’60 le cose erano diverse: questo mestiere lo facevano i contadini che erano abituati a lavorare nei campi – continua Casadei -, erano lavoratori che avevano ereditato il mestiere dai nonni e dai padri. Ma con l’industrializzazione la campagna si è impoverita e dagli anni ‘80-’90 non sono nati nuovi professionisti. Ultimamente devo dire che c’è stato un bel ritorno dei giovani in campagna, periti agrari e agronomi che vogliono avvicinarsi ai vitigni. Ma non vanno presi e buttati nei campi: bisogna investire su di loro».

«Il vignaiolo dev’essere prima di tutto un grande appassionato perché opera all’aperto – il che può essere una cosa bella -, ma lavorare in questo modo aperta significa misurarsi ogni giorno con diversi fattori che incidono notevolmente: freddo e caldo, innanzitutto, ma anche pioggia e neve, sole cocente e vento. Chi fa questo mestiere – spiega ancora Casadei – dev’essere operativo quando lo richiede la vigna, e su questo aspetto non ci possono essere compromessi: a volte si lavora col freddissimo e a volte sotto il solleone. Serve grande spirito di sacrificio, che in questo caso nasce solo e soltanto dalla passione».

Il mestiere del vignaiolo ricopre un ruolo fondamentale per la buona riuscita del prodotto finale, il vino appunto. E non solo per un ovvio aspetto organolettico: «Noi dobbiamo essere fieri conoscitori della terra su cui lavoriamo, dobbiamo capire e comprendere la zona che circonda la nostra vigna. Perché la nostra figura è quella che deve legare a doppia mandata il vino che stiamo per produrre al territorio – sottolinea Casadei -. Noi intendiamo la vite come una pianta che fa un frutto nella sua parte visiva, ma la vite vive sottoterra: il risultato che si vede esternamente parte da sotto, dove affondano le radici. La vite è la regina di tutti i frutti: se viene trattata come si deve questa poi ti ripaga con gli interessi. Oggi un buon vigneron deve saper convivere in un certo modo con il territorio in cui lavora: un vigneto non è come una fabbrica, con un vigneto ti devi fidanzare per avere dei risultati buoni».

https://www.italiaatavola.net – 13/12/2021

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