Vino: enologo Falsini, bio e vegan due mondi opposti

“Spero ci sia ancora più affluenza e interesse per il vino italiano, la cui qualità è in crescita esponenziale.

E mi auguro anche che gli operatori internazionali capiscano cosa realmente l’Italia è e cosa può essere”.

E’ questo l’auspicio dell’enologo toscano Emiliano Falsini per il Vinitaly ormai alle porte, in programma dal 7 all’11 aprile a Verona.

Falsini, che segue oltre 40 aziende dal Piemonte alla Sicilia, ne ha parlato durante una degustazione di prodotti di alcune delle cantine da lui seguite, proposta a Milano al ristorante ‘Capra e Cavoli’.

“Potremmo dire – ha spiegato Falsini parlando delle nuove tendenze – che quelli proposti sono tutti vini vegan perché non utilizzano chiarificanti di origine animale e non sfruttano la forza lavoro degli animali” ha detto Falsini, spiegano la differenza con il bio.

“Paradossalmente sono due mondi diametralmente opposti. Per esempio, l’utilizzo di fertilizzanti di origine animale è ritenuto un plus nel mondo bio, ma non in quello vegan”.

Falsini ha parlato anche della sua attività di enologo: “Cerco sempre di interpretare il desiderio dei produttori: non sono i miei vini, ma i vini delle aziende, io sono semplicemente uno strumento per raggiungere uno stile aziendale e migliorare se possibile la percezione comune sul vino”.

“Il vino – ha aggiunto – deve raccontare chi lo produce.

Attraverso il vino, il territorio e l’azienda devono essere riconoscibili. Tradizione e conoscenze moderne devono fondersi per valorizzare il patrimonio aziendale e poter guardare al futuro, con vini che interpretano un gusto rinnovato ed evoluto, ma le cui radici sono saldamente legate alla complessità del territorio e alla sua storia”.

Convinto che l’annata 2016 sia superiore a quella precedente, Falsini ha cominciato la degustazione con un “Grillo” appunto del 2016, concludendola con un Barolo Bussia dell’azienda agricola Giacomo Fenocchio.

www.ansa.it – 03/04/2017

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