Rocca delle Macìe, una “movie destination” in cantina per i 50 anni di “Lo Chiamavano Trinità”

Se non fosse esistito o non avesse avuto il successo che ha avuto il film “Lo Chiamavano Trinità”, icona degli “spaghetti western”, uscito cinquanta anni fa e quarto film italiano più visto di sempre, con ogni probabilità non sarebbe esistita Rocca delle Macìe, una delle cantine più importanti del Chianti Classico.

Perchè fu grazie al successo inaspettato ed enorme del primo film del ciclo, con Bud Spencer e Terence Hill, scritto e diretto da E. B. Clucher, che il produttore prima cinematografico, e poi di vino, Italo Zingarelli, coronò il suo sogno di piantare vigna e fare vino nel territorio del Gallo Nero.

Un film di cui è ricorso il mezzo secolo nel 2020, mentre in questo 2021 compie i 50 anni il suo sequel, “Continuavano a Chiamarlo Trinità”, che ebbe un successo ancora maggiore, ed è a tutt’oggi il film italiano più visto al cinema.

Storie di un’altra epoca dell’Italia, che oggi la famiglia Zingarelli torna a far vivere, inaugurando a Rocca delle Macìe la “Galleria Trinità”, una nuova movie destination permanente, con cimeli dei set e foto di scena, e non solo, dedicata ad Italo ed al “suo” mondo cinematografico, e la presentazione di una Edizione Limitata di 1970 Magnum di Chianti Classico Gran Selezione per celebrarne il fondatore.

L’appuntamento è per giovedì 15 luglio, quando, recuperando lo stop imposto dalla pandemia nel 2020, sarà celebrato il 50esimo anniversario dell’uscita di “Lo Chiamavano Trinità …”, capostipite di una saga che ha creato un fenomeno cinematografico – allietando un’intera generazione di Baby Boomers – e che ancora oggi ha un incredibile seguito generazionale e internazionale con affezionati nei quattro angoli del mondo. Con la famiglia che dedica una serie di iniziative a Italo Zingarelli, innovativo produttore cinematografico che, nel dicembre 1970, diede vita allo straordinario “blend” di due grandi ed amatissimi attori – Terence Hill e Bud Spencer – divenuto uno dei più grandi successi del cinema italiano di sempre.

“Un connubio che ha segnato la storia del Cinema italiano e che si deve alla lungimiranza di nostro padre Italo – dichiara Sandra Zingarelli, da sempre più vicina al ramo cinematografico della famiglia Zingarelli – il quale fu capace di leggere in quelle sceneggiature il desiderio, in un’Italia che viveva le prime importanti difficoltà economiche e sociali, di riemergere e ripartire, con forza e leggerezza”. “Avevamo deciso di salutarlo con un evento nella nostra Tenuta di Castellina in Chianti – già programmato nel 2020, poi bloccato dalla pandemia – che ne tracciasse un profilo ed un racconto rivisto con nuovi occhi, a 50 anni di distanza” – aggiunge Sergio Zingarelli, presidente di Rocca delle Macìe – ora, possiamo finalmente farlo con una ritrovata voglia di serenità e di convivialità!”.

Le celebrazioni continuano con la proiezione in anteprima della pellicola originale, restaurata in collaborazione con la Cineteca di Bologna, con la quale la Famiglia Zingarelli ha voluto assicurare la continuità e fruibilità del film anche alle generazioni dei figli e nipoti di chi ha avuto la fortuna ed il piacere di viverne la prima “epopea”, trasmettendo un messaggio di estrema attualità sull’importanza nell’uso della “forza buona” di Bud – in abbinamento alla “sagacia” di Terence – per sconfiggere le avversità.

Nella Tenuta Rocca delle Macìe di Castellina in Chianti, sarà allestita, con la supervisione artistica di Officina Grafica Firenze ed aperta al pubblico a partire dal 16 luglio, la “Galleria Trinità” con i cimeli dei set e foto di scena, e non solo, inedite, che rimarrà a godimento e fruizione – come una movie destination nel cuore del Chianti Classico – delle migliaia di fans sempre attivi nel mondo. I figli Fabio, Sandra e Sergio dedicano al padre Italo un Chianti Classico Gran Selezione “vestito” da “Lo Chiamavano Trinità…”. Una Edizione Limitata di 1970 Magnum, vertice della produzione Rocca delle Macìe, che rappresenta il compimento di una storia iniziata 50 anni fa, quando Italo Zingarelli – romano di origine – si innamorò perdutamente delle colline di Castellina in Chianti, nel cuore del Chianti Classico.

https://winenews.it – 25/05/2021

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