Papa Francesco gusta il vino dei francescani di Tramonti

C’era anche un pezzo di Costiera amalfitana sull’aereo che ha condotto Papa Francesco in Egitto.

Anzi uno dei nettari di uve prodotto dalle vitigni autoctoni di Tramonti. Per l’esattezza quelli della cantina che prende il nome dal santo protettore d’Italia: San Francesco.

Una singolare coincidenza la scelta dei selezionatori di Alitalia che proprio per questo viaggio hanno servito in volo un vino carico di storia e di significato.

Già, perché al di là dell’azienda produttrice dell’E’ Iss, un rosso prodotto in purezza con sole bacche rosse raccolte dal plurisecolare Tintore, c’è un rito ancestrale che a Tramonti lega le produzioni agricole al culto di San Francesco.

E questo per la presenza dell’omonimo convento di Polvica che per alcuni secoli è stato un punto di riferimento oltre che un luogo di carità cristiana.

A Tramonti dicono ancora oggi «San Francesco piglia e dà». Un detto che sta a significare come la questua dei frati si trasformava in sostegno per i più bisognosi.

E tra gli aneddoti anche un’usanza che vedeva protagonisti i casari della cittadina montana. Il 4 ottobre, infatti, la trasformazione del latte era destinata interamente al convento dei francescani.

Quel giorno si producevano solo provoloni e caciocavalli che i frati conservavano nella loro cantina. Ed è qui che maturava anche il vino.

Una tradizione che è avvalorata anche da una poesia in vernacolo di un anonimo del 700 rinvenuta proprio qualche anno fa. «San Francisc è ‘o protettore e Tramunt; è ‘o protettore d’o vino e d’o latte», inizia così la metrica che ricorda come nel paese montano della Costiera fosse forte la devozione per il santo al punto che dinanzi a tutte le porte delle abitazioni non mancava mai un’immaginetta.

www.ilmattino.it – 30/04/2017

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