Quando San Salvo era la patria del vino cotto
I nostri antenati conoscevano le virtù terapeutiche del nettare degli dei, ed infatti quando erano attaccati dal raffreddore, dalla tosse e dalla febbre influenzale, sorseggiavano vino bollito e si mettevano tranquillamente sotto le coperte di lana, per alzarsi la mattina dopo, più in forma di prima.
Pasquale Fiascani, contadino di 109 anni, non ha mai preso una medicina in vita sua, la sua cura è un bicchiere di vino cotto durante i pasti.
La reazione di Maillard che si sviluppa durante la fase del mosto, gli danno un potere antiossidante due o tre volte superiore a quello del vino bianco.
In passato, San Salvo, era uno dei maggiori produttori di vino cotto. Venivano da tutti i paesi limitrofi e specialmente da Montenero di Bisaccia per acquistarlo.
Al sorgere del sole, gli acquirenti, con i carretti trainati dai cavalli, caricavano damigiane, barili di legno e bottiglioni e scendevano a San Salvo.
Dopo aver sistemato ogni cosa, riportavano a casa l’odorosa e meravigliosa bevanda. San Salvo era considerata la patria del vino cotto. Peccato che non viene prodotto quasi più
zonalocale.it – 22/10/2013
Vino: in Alto Adige si vendemmia la vite piu’ antica al mondo
Sono ancora in pochi a sapere che la vite più grande e quasi certamente più antica del mondo si trova in Alto Adige. Non solo. Dall’uva di questa vite di circa 350 anni, con un’estensione di circa 350 metri quadrati, viene oggi prodotto del vino.
Un’esperienza che si tramanda nel Podere provinciale Cantina Laimburg che si prende cura della vite, dove l’uva del Versoaln viene pigiata, e che si è rinnovata proprio oggi.
L’Associazione turistica Tesimo-Prissiano, Castel Katzenzungen e i Giardini di Castel Trauttmansdorff, che dal 2006 hanno assunto la paternità di questa vite unica al mondo, hanno invitato giornalisti ed esperti di vino a vendemmiare tutti insieme la vite Versoaln.
La direttrice marketing dei Giardini di Castel Trauttmansdorff, Heike Platter, sottolinea la preziosità del vino ricavato da queste uve storiche: “La vite Versoaln rappresenta un patrimonio culturale unico in Alto Adige.
Dalle uve che oggi abbiamo raccolto viene prodotta annualmente, insieme alle uve delle circostanti viti di 120 anni d’età, una serie limitata di circa 300 bottiglie di vino che possono essere degustare anche nell’ambito del pacchetto sensoriale ‘Giardini & Vino’”.
Adnkronos/Labitalia – 15/10/2013
La multiculturalità del vino italiano non conosce rivali
L´Italia in fatto di vini è il Paese che esporta di più e su questo versante, continua ad avanzare sui mercati internazionali, forse, grazie alla capacità delle grandi etichette del Belpaese di abbinarsi bene con le cucine etniche di tutto il mondo.
Una capacità riconosciuta anche dall´80% dei winelovers, italiani e non, che hanno messo tra gli abbinamenti preferiti, la coppia Franciacorta/Sushi, seguita dal cheeseburger americano con il Lambrusco, il pollo indiano Tandoori con il Gewurztraminer, che piace anche con il maiale in agrodolce e riso alla cantonese from China, Leggi il resto di questo articolo »
Vino biologico: pesticidi proibiti ritrovati nelle bottiglie francesi
Il vino biologico è sicuro? In Francia sono stati ritrovati pesticidi nelle bottiglie di vino sia convenzionale che biologico. Gli esperti hanno identificato pesticidi multipli, comprese sostanze proibite in Francia. I vini da agricoltura biologica avrebbero dovuto esserne del tutto privi, dato che l’impiego di pesticidi nei vigneti bio è vietato.
La denuncia parte da un’associazione francese che si occupa di tutelare i consumatori. Si tratta della UFC-Que Choisir. Il gruppo ha richiesto l’analisi in laboratorio di 92 bottiglie di vino nazionale, alla ricerca di eventuali residui di pesticidi. In ogni tipologia di vino analizzata sono state identificate tracce di fitofarmaci.
Tra di essi, sono state rinvenute alcune sostanze fuori legge in Francia. Nei vini biologici le tracce di pesticidi sono comunqu risultate inferiori rispetto ai vini convenzionali. In una singola bottiglia di vino comune sono state individuati fino a 14 pesticidi differenti.
Il caso più eclatante, come riportato dalla stampa francese, riguarda una bottiglia di Château Roquetaillade-le-Bernet del 2011, che conteneva la percentuale di pesticidi più elevata, Leggi il resto di questo articolo »
Alla scoperta dei segreti della vendemmia con l’instawalk
Amanti del vino e della fotografia si sono ritrovati questa mattina nell’azienda vinicola Fontefico per il primo instanwalk dedicato alla vendemmia. Evento organizzato dalla community IgersAbruzzo e da Terre dei Trabocchi.
Non volevamo mancare e abbiamo voluto partecipare per rendere omaggio ad un prodotto della nostra terra che tanto lustro ci da all’estero e per avallare – se ce ne fosse ancora bisogno – iniziative come gli instawalk che possano davvero aiutare la promozione del nostro territorio dal punto di vista turistico e culturale.
Una promozione “dal basso” slegata da pure logiche pubblicitarie.
I due fratelli, Emanuele e Nicola, hanno accolto gli ospiti e hanno dato inizio ad una interessante visita della cantina, parlando della storia di Fontefico, della nascita e dei progressi, fino ad arrivare a descrivere le varie fasi della lavorazione che danno vita al famoso nettare degli Dei.
Di grande interesse la spiegazione riguardante la fermentazione del mosto, le tecniche cosiddette “da manuale”, ma anche quelle derivate dalla tradizione e dall’esperienza che permettono di ottenere un vino di qualità.
A fine passeggiata è seguita una degustazione di specialità tipiche del territorio, tra salumi, formaggi e prodotti della terra accompagnati dall’immancabile calice di vino.
Degustando un ottimo bianco, ci siamo soffermati a parlare con Nicola da cui traspare una vera passione per il suo lavoro, che ci ha raccontato di come il vino italiano sia richiesto da tutto il mondo, soprattutto dalla Cina, dove il mercato richiede espressamente solo vino di ottima qualità.
Senza dubbio, aggiungiamo noi, la zona di Vasto e del Vastese, come anche il resto della provincia di Chieti, si pongono in una posizione di eccellenza della produzione vinicola.
Redazione Vasteggiando.it – 06/10/2013
Da Intel il primo processore alimentato a vino rosso
Consuma talmente poco che un bicchiere di vino è sufficiente a farlo funzionare.
All’ultimo IDF, Intel ha mostrato un’invenzione curiosa e al tempo stesso molto interessante: un processore alimentato a vino.
Genevieve Bell, direttrice della divisione Interaction and Experience Research, ne ha dimostrato il funzionamento.
Quando ha versato del vino rosso all’interno di un bicchiere contenente degli elettrodi, l’acido acetico ha reagito con questi creando una corrente elettrica minuscola ma sufficientemente potente da attivare un chipset sperimentale e un display e-ink collegati al bicchiere, facendo apparire dei fiori sullo schermo.
Intel non ha fornito dettagli precisi sul funzionamento di questa tecnologia, ma è certo che è riuscita a creare un processore che richiede una quantità irrisoria di corrente per funzionare pur riuscendo a fornire – come ha tenuto a sottolineare il vicepresidente Mike Bell – prestazioni elevate.
Lo scopo di tutto ciò è creare dispositivi adatti all’epoca dell’Internet delle cose: se si vuole inserire un processore e un sistema di connessione in ogni oggetto, i circuiti devono essere minuscoli e consumare davvero poco.
Nonostante la dimostrazione sia stata un successo, Intel stessa ha ammesso che ci vorranno anni prima di riuscire a utilizzare in modo pratico questa tecnologia.
zeusnews.it – 28/09/2013
Sempre più successo per i vini australiani
Il vino australiano sta riprendendo piede all’estero. E lo fa grazie all’indebolimento della moneta locale, il dollaro, che dopo due anni di forza ha cominciato a perdere terreno nelle ultime settimane.
I viticoltori dell’Australia hanno dovuto fare i salti mortali per mantenere le loro posizioni nel mercato americano, del quale detengono il 18% e dove si trovano in seconda posizione alle spalle dei concorrenti italiani. Leggi il resto di questo articolo »
La «Cantina dell’anno 2014» firmata da un bergamasco
La cantina dell’anno 2014 porta la firma di un architetto bergamasco. Il premio speciale verrà assegnato da Gambero Rosso alla cantina Collemassari, nel grossetano, progettata nel 2000 da Edoardo Milesi, architetto bergamasco di 59 anni con studio di progettazione ad Albino, e che vedrà ricevere questo prestigioso riconoscimento nel corso della manifestazione Vini d’Italia: tre bicchieri del 19 ottobre a Roma in corrispondenza con l’annuale presentazione della Guida del Gambero Rosso.
Il premio che andrà alla cantina toscana dell’entroterra grossetano, produttrice di vini eccellenti e del pluri-premiato Brunello di Montalcino docg, si rivolge alla qualità del vino prodotto direttamente legata alla struttura architettonica della cantina ideata da Milesi.
La Cantina di Collemassari, «è il risultato di una progettazione attenta ed innovativa il cui obiettivo è di essere funzionale alla realizzazione di un vino ad alto contenuto biologico – afferma Milesi- : sul crinale collinare tipicamente toscano è posto il fabbricato, una scatola di legno interrata, da cui emerge una terrazza secondo una struttura verticale da cui è possibile trasformare le uve in vino mediante un procedimento “a caduta” per semplice gravità senza mai l’ausilio di pompe elettromeccaniche».
ecodibergamo.it – 25/09/2013
Vino “Mafiozo”, l’azienda svedese ha deciso: cambierà il nome
L’indignazione si è estesa a macchia di leopardo in pochi giorni, tanto che, alla fine, l’azienda svedese produttrice del “Mafiozo” ha fatto dietrofront: cambierà il nome sull’etichetta.
A comunicarlo è stato direttamente l’amministratore aziendale e responsabile del marketing dell’azienda vinicola “Concealed Wines” di Stoccolma Calle Nilsson che, contattato via mail, ha spiegato come l’azienda abbia deciso di cambiare il nome al vino, “ma di non avere ancora scelto quale sarà quello nuovo.
In ogni caso – scrive Nilsson – sarà un nome che non sarà inteso come offensivo, Leggi il resto di questo articolo »
Santadi e la tecnica degli Antichi Romani – Vino pregiato invecchiato in terracotta
Anche una tecnica enologica degli Antichi Romani può rilevarsi al passo coi tempi. Ne è convinta la cantina sociale Santadi che ha avviato una sperimentazione per l’invecchiamento in terracotta di vini di alta qualità.
Non solo barrique e affinamento in bottiglia, ma anche affinamento in una terracotta molto speciale, prodotto in Italia da un unico artigiano toscano, che grazie alla grana molto sottile e alla lavorazione ad hoc, fa invecchiare il vino solo attraverso la traspirazione alle pareti di queste maxi anfore mostrate oggi in cantina a un gruppo di esperti e buyer cinesi giunti tramite un progetto con Business Strategies.
La sperimentazione, ha precisato il presidente storico della Santadi, Antonello Pilloni, “è stata avviata nel 2005 dall’enologo Giacomo Tachis. Stiamo saggiando questo metodo di invecchiamento sia per le uve bianche che, anzi soprattutto, per le uve a bacca rossa, mettendo in ciascuna terracotta da 350 litri fino a 500. E ce ne è anche una da 700 litri di capienza. Stiamo ottenendo un vino di grande sapidità.
Un modo per valorizzare uve pregiate, senza passaggio in legno. Al momento è una produzione di nicchia, una nuova eccellenza che contiamo di testare presto sul mercato. Non sarà un nuovo vino Santadi, ma spiegheremo bene in etichetta la provenienza da invecchiamento in terracotta, legno-free. La nostra innovazione, che ha radici antiche”, ha concluso Pilloni.
www.unionesarda.it – 22/09/2013

