La sorpresa Cortese e la scommessa Grignolino

Una vendemmia come non se ne vedevano da anni, da cinque stelle «più». Perfetta per combinazioni climatiche, salvo sporadiche gradinate, ma giuste fioriture e buone riserve idriche invernali.

I vini astigiani che porteranno in etichetta il 2016 sono destinati a racchiudere l’eccellenza delle colline di Langa e Monferrato. E’ quanto emerso dall’esclusiva degustazione in anteprima di vini piemontesi della vendemmia 2016, organizzata da Confagricoltura Asti al palatartufo di piazza S. Secondo.

«La nostra associazione – ha detto il direttore di Confagricoltura Asti, Francesco Giaquinta – è l’unica nell’Astigiano ad aver recepito con chiarezza la pressante richiesta che giunge da giornali, operatori e buyer, ossia quella di poter pregustare le eccellenze e non solo sentirle descritte dai numeri».

La terza edizione di «Anteprima vendemmia 2016» ha riunito vignaioli e autorità per un assaggio di sei diverse tipologie di vini, bianchi e rossi, alcuni non ancora pronti per il consumo, come l’Alta Langa, ma tutti dalle grandi potenzialità.

Vera sorpresa è stato il Cortese Piemonte. Centodieci quintali ettaro, un vino bianco «sottovalutato, ma che fa sperare bene solo guardandolo nel bicchiere» secondo l’enologo ed ex presidente Onav, Bruno Rivella che ha guidato la degustazione. «Perché in Piemonte non ci sono solo grandi rossi – ha aggiunto il presidente dei produttori del Nizza, Gianni Bertolino – e il Cortese è tra i migliori su cui tornar a puntare».

Un altro vino «ad essere stato trascurato negli ultimi anni», ma che per questa annata potrebbe passare «dal tutto pasto alla sola fine del pasto» secondo Rivella, è il Grignolino.

Ciò che manca al vino della terra d’origine del Papa però, è «un’indicazione in etichetta, che potrebbe essere “Piemonte”, e che lo renda meno difficile da esportare» ha detto il presidente del Consorzio della Barbera, Filippo Mobrici.

Ma il vero orgoglio della vendemmia 2016 sta nel top delle Barbera, nel Nizza, la più giovane delle denominazioni, «che nel 2015 ha prodotto oltre 700mila bottiglie, delle quali oltre il 60% ha raggiunto mercati esteri» ha affermato Bertolino. Un bel regalo da mettere sotto l’albero a Natale.

Pienezza aromatica senza precedenti e grande equilibrio per la nuova annata del Ruchè di Castagnole Monferrato.

La degustazione si è chiusa con la dolcezza unica del Moscato d’Asti. Bollicine che non hanno bisogno di presentazioni, ma che continuano a soffrire la difficile promozione sui mercati.

Assaggi e prospettive per la nuova annata che, da più parti, è stata definita eccezionale, «da cinque stelle più» secondo il presidente della sezione vitivinicola nazionale di Confagricoltura, Andrea Faccio e che ha portato le quattro stelle (assegnate da Confagricoltura) per qualità, quantità e salubrità.

Solo tre le stelle per la soddisfazione economica, perché «marketing e legislazione, nonostante il recente Testo unico sul vino divenuto legge, sono i due problemi che abbiamo ancora» ha detto Rivella. «E’ come se fossimo al volante di una Ferrari – ha aggiunto Giaquinta – ma dobbiamo trovare le strade giuste su cui farla correre, non solo quelle di campagna».

www.lastampa.it – 03/12/2016

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