L’Amarone della Valpolicella raccontato dall’archivio Tedeschi

Inaugurato in azienda l’archivio dei vini della storica cantina. Un patrimonio organolettico ora aperto al pubblico dei collezionisti, degli operatori dell’alta ristorazione e degli appassionati.

Racconta la storia della passione tramandata di generazione in generazione, da Lorenzo, il padre innovatore ai figli Antonietta, Sabrina e Riccardo, l’archivio dei vini Tedeschi inaugurato nei giorni scorsi all’interno dell’azienda vitivinicola di Pedemonte di Valpolicella, in provincia di Verona. Ci sono 6.800 bottiglie, su un totale di vecchie annate di circa 27.000 bottiglie, una vera e propria libreria delle etichette catalogate per annata e Cru, che mette a disposizione dei collezionisti italiani ed esteri, una nuova e più profonda esperienza percettiva dei diversi Amarone e Valpolicella Tedeschi.

Un patrimonio organolettico dell’azienda Tedeschi ha un ruolo pioneristico in Valpolicella. L’archivio custodisce cinquant’anni di storia dell’Amarone della Valpolicella e la sua ‘evoluzione’. Una storia di famiglia iniziata negli anni ’60 quando Lorenzo, che oggi ha 91 anni, ebbe l’idea di vinificare separatamente le uve del vigneto Monte Olmi per dare origine ad uno dei primissimi Cru della Valpolicella. Oggi Monte Olmi è il vino emblema dell’azienda e del territorio. In questo vigneto nasce il Cru Capitel Monte Olmo, Amarone della Valpolicella Docg Classico Riserva.

All”inizio degli anni 2000 si è aggiunto il vigneto La Fabriseria, circa 7 ettari in località Le Pontare e la tenuta di Maternigo (“casa madre” perché in antichità qui sorgeva una struttura per l’accoglienza di ragazze partorienti) che rappresenta la nuova frontiera della famiglia Tedeschi. Ben 84 ettari tra i comuni di Tregnago e Mezzate di Sotto, nella zona Doc.

“Questo archivio è la summa del lavoro della nostra famiglia e un omaggio al valore del nostro territorio – spiega Riccardo Tedeschi, enologo – Il suo scopo non è però solo celebrativo, è anche la volontà di creare un luogo che proponga un punto di vista diverso sul nostro Amarone, un vino ecclettico che, sia fresco che invecchiato, si presta ad abbinamenti gastronomici diversi. Perché, come ci ha insegnato nostro padre Lorenzo, per fare un Amarone capace di maturare a lungo bisogna prima produrre un grande vino”.

L’archivio si trova sotto il piano d’ingresso, scendendo un’ampia scala elicoidale, una ‘libreria’ delle etichette prodotte negli anni che racconta l’evoluzione enologica della Valpolicella e la longevità dell’Amarone. “La nostra famiglia da sempre percorre la strada della ricerca della qualità dei vini di terroir , cioè prodotti solo da uve di collina”, racconta Sabrina Tedeschi. E scrutando nella sala, tra etichette e bottiglie, è possibile scoprire le innumerevoli sfaccettature dello ‘stile Tedeschi’ nella produzione dell’iconico vino della Valpolicella. Nell’archivio, allineati a un massiccio tavolo di legno che occupa tutta la lunghezza della sala, adagiate su leggere strutture in metallo riposano file di bottiglie, divise per annata ed etichette dei diversi Cru, tutte catalogate con il tappo e l’etichetta originale.

Progettate e realizzate in esclusiva da un artigiano veronese, le ‘librerie’ sono illuminate da una luce orizzontale che mette in luce etichette e bottiglie creando un’atmosfera intima. Anche l’ampio camino è stato trasformato in una nicchia che contiene le bottiglie di grande formato. Oltre che per la degustazione, le annate degli anni 2000 sono disponibili anche per la vendita. Quelle precedenti, più rare in termini quantitativi, sono destinate a esclusive degustazioni verticali.

https://www.quotidiano.net – 05/02/2024

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