Il vino Nobile di Montepulciano protagonista del mercato, già nel Medioevo

Oggi 7 bottiglie su 10 di vino Nobile di Montepulciano volano sui mercati di tutto il mondo, con un valore alla produzione stimato in 65 milioni di euro, e un valore complessivo, tra patrimonio immobiliare, vigneti e indotto sul territorio, che sfiora 1 miliardo di euro. Ma quel vino che il letterato (ed il medico più alto in grado alla Corte dei Medici, ndr) Francesco Redi definì “d’ogni vino il re” nel suo “Bacco in Toscana” del 1685, era protagonista del mercato del vino già nel Medioevo.

Come testimonia un raro contratto di mercatura del 17 ottobre 1350, conservato nel fondo Madonna de’ Ricci (crociferi) dell’Archivio di Stato di Firenze, ritrovato grazie alle attività di ricerca, promossa dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, guidato da Andrea Rossi e diretto da Paolo Solini. Che hanno portato al ritrovamento della registrazione notarile di una società di commercializzazione ed esportazione del vino prodotto nelle vigne di un esponente della famiglia signorile dei Del Pecora di Montepulciano, attraverso l’intervento del mercante Jacopo di Vanni di Santa Fiora.

La pergamena, una vera e propria rarità documentale sia per la datazione che per il contenuto, testimonia, come dice lo storico Repetti nel suo famoso Dizionario (Firenze, 1839) che il “vino squisito di Montepulciano, … s’inviasse all’estero da tempi assai remoti”, e fu scritta pochi anni dopo la redazione degli Statuti di Montepulciano del 1337 che normavano la produzione, la vendita e la fiscalità del prodotto enologico per il quale la città era già nota in quel profondo passato.

“Un ritrovamento che è avvenuto nei mesi scorsi, grazie al lavoro che stiamo facendo insieme alla Società Storica Poliziana per ricostruire la storia del vino a Montepulciano – spiega il presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, Andrea Rossi – e che oggi abbiamo potuto presentare a tutto il mondo per dimostrare quanto la tradizione vinicola nel nostro territorio sia importante, fin da tempo remoto”.

Un pezzo di storia che porta al presente, per quella che è stata la prima Docg d’Italia nel 1980 (con il Consorzio che custodisce la prima fascetta Docg del vino italiano, la serie AA n° 000001), e che, da due anni, ha aggiunto la menzione obbligatoria “Toscana” in etichetta, per tutti i vini, raccontato nell’Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano, di scena oggi nella “perla del Rinascimento”.

https://winenews.it – 15/02/2023

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