Il vino italiano va negli Usa in barca a vela.

Il vino italiano diretto negli Usa ora viaggia in barca a vela. La novità arriva da un imprenditore toscano leader nella logistica dei prodotti enologici che ha annunciato un risparmio energetico e nelle emissioni tra il 90 e il 97%. Il primo carico è partito lo scorso 10 novembre dal porto di Brest, nel dipartimento di Finistère in Normandia ed è previsto in arrivo a New York tra il 5 e il 6 dicembre prossimi. Circa 20-25 giorni di veleggiata attraverso l’Atlantico, un viaggio 10 giorni più breve di quello delle navi cargo e di solo una settimana circa più lungo rispetto al traffico aereo.

A spiegarlo è lo stesso Alessio Piccardi, titolare della Bencienni srl, società di logistica del vino e appassionato velista. «I cargo oggi viaggiano lenti per risparmiare carburante e hanno rotte più complesse, ma soprattutto quando arrivano a destinazioni come Port Elizabeth, uno dei più grandi terminal di tutta la Costa Est del Nord America, vanno in coda allo sbarco delle merci. Occorrono giorni perché il vino possa essere liberato. L’aereo è ovviamente più veloce ma a destinazione ha lo stesso effetto imbuto dei grandi terminal navali.

Invece la barca a vela scarica la merce con priorità». I costi, sempre secondo l’imprenditore toscano, sono gli stessi. Si tratta però di un trasporto «B to C», al cliente finale, ovvero di quantità minori rispetto al tradizionale container previsto per rifornire il distributore di una cantina da un continente all’altro. Il carico partito il 10 novembre è di tre pancali, circa mille bottiglie. Sono i vini che il wine club di Rimessa Roscioli a Roma invia ai propri associati negli Stati Uniti.

Ma Piccardi fa sapere che per aprile ha già opzionato tutta la barca per l’equivalente di 10mila bottiglie già in direzione dei magazzini della società toscana nel Valdarno: «Il container rimane uno strumento indispensabile per le grandi cantine e la loro distribuzione. Ma dietro all’americano che acquista un cartone o due di vino in Italia e lo spedisce a casa negli States, ci siamo noi. Noi abbiamo dato supporto al boom del turismo del vino. Noi abbiamo costruito la logistica dietro al fenomeno dei wine club».

La Bencienni srl che controlla anche la società di promozione Fieramente e che a Firenze organizza l’Anteprima del Chianti Classico alla Stazione Leopolda è esplosa infatti con la pandemia. Nel 2018 fatturava 3 milioni, diventati 5 e mezzo nel 2021 e 11 quest’anno.

L’idea di utilizzare un mezzo a emissioni zero è venuta per la necessità di far fronte alle richieste di trasporto col crescente aumento dei costi per l’energia, ma anche per una sensibilità rispetto all’ambiente e al prodotto trasportato. Nel mondo del vino esiste anche un problema di coerenza tra prodotto naturale, biologico e biodinamico e trasporto su nave, su gomma o per via aerea con imballi di polistirolo (ovvero di plastica) e conseguente elevato dispendio di emissioni. «Meglio di questo c’è solo il sogno di accompagnare un carico durante la traversata».

https://corrierefiorentino.corriere.it – 04/12/2022

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