Degustazione di vino online, gli incontri digitali sono il futuro dei viticoltori

Con una scatola degna di un brand di alta moda è iniziata la mia prima degustazione online, tendenza obbligata in un anno funestato dalla pandemia, che ha affondato la tradizionale visita in cantina in favore di tour interattivi. Tre bottiglie del kit Masterclass Prosecco di Villa Sandi, la cui proposta include anche i kit per l’Esperienza Opere, per l’Esperienza Superiore e per quella Classica (prezzi da 25 a 58 euro), spedite a domicilio come mossa preventiva dell’incontro con le guide che, a differenza del solito programma, in questo caso vanno oltre il vino e spaziano tra arte, storia e territorio.

L’azienda vitivinicola della famiglia Moretti Polegato, che conta su cinque tenute tra Veneto e Friuli Venezia Giulia per un totale superiore ai 160 ettari, vanta una delle più belle cantine d’Italia (punto a favore della visita in loco rispetto a quella interattiva, e su questo non c’è margine di discussione), poiché la sede sorge nel complesso palladiano eretto nel 1622 ai piedi delle colline trevigiane, tra le zone DOCG del Prosecco di Valdobbiadene e quella DOC dei vini del Montello.

Concordato giorno e orario della degustazione via Zoom, che si aggira sui 50-60 minuti con un massimo di cinque partecipanti, si parte con la conoscenza virtuale di Lisa, sommelier e guida del giro virtuale che si apre con la discesa nelle gallerie, un percorso di 1,4 chilometri che passa in rassegna le circa 1,5 milioni di bottiglie (la produzione annuale oscilla sulle 5 milioni di bottiglie) realizzate con Metodo Classico, oltre ai vini bianchi e rossi che affinano in acciaio e barrique.

Nonostante la distanza, la sedia e il tavolo di casa che contrastano con i mancati ed immaginati sentori scaturiti dalle spiegazioni di Lisa, l’abilità e la velocità della sommelier mantiene alta l’attenzione, che invece cala quando si ritorna in superficie per scoprire la Villa dopo la visione di un plastico che raggruppa i vigneti dell’azienda. Cambia la guida, cambia il tema e il racconto fila via (troppo) veloce, anche per rispettare la tabella di marcia e arrivare all’atto finale: si tenta un sincronismo nell’apertura delle bottiglie e preparazione dei bicchieri (che siano adeguati ai vini del kit è un dovere dei visitatori da casa) che viene a mancare per l’abitudine di Lisa a stappare bottiglie e preparare la tavola per la degustazione.

Prima dei brindisi digitali scopro che nella tenuta di Crocetta del Montello in mezzo ai filari ci sono attrezzi sportivi a disposizioni di chiunque voglia praticare attività fisica (entrata gratuita per una palestra in vigna che durante l’emergenza sanitaria, con i centri sportivi chiusi, ha accolto tanti appassionati) e l’approccio sostenibile dell’azienda che, oltre al bando di diserbanti e veleni, tra la centrale idroelettrica interna e il sistema di pannelli fotovoltaici montati nel 2012, ottiene il 40% circa del fabbisogno energetico.

Il momento più atteso, anche per capire gli effetti di una degustazione con spiegazione mediata, è avviato dal Prosecco Treviso Doc Il Fresco, prosegue con l’Asolo Superiore e si conclude con il Cartizze DOCG La Rivetta, con un crescendo di struttura, consistenza e freschezza che soddisfa il palato, mentre le informazioni tecniche della guida aiutano a capire cosa stiamo assaggiando.

A fronte della chiusura forzata delle cantine (Villa Sandi accoglie in media più di 19.000 visitatori all’anno), per quanto sia un rimedio e non un’alternativa dello stesso livello, il tour virtuale è stato per mesi l’unica opportunità che hanno avuto le aziende per attutire i mancati guadagnati e, in molti casi, rimane e rimarrà un’opportunità per raggiungere gli appassionati, specie stranieri, che magari non possono o non vogliono recarsi in loco.

Allargando il raggio oltre confine, l’iniziativa non è una novità assoluta, anche se solo con la diffusione del virus è diventata una tendenza su scala internazionale, apprezzata dagli appassionati poiché permette di socializzare e al contempo scoprire etichette sconosciute, senza tralasciare la possibilità che una degustazione digitale in Napa Valley, in Cile, Sudafrica o Nuova Zelanda possa rivelarsi d’ispirazione per un futuro viaggio alla ricerca dei vini locali e alla scoperta del territorio.

In tal senso, i dati dell’enoturismo italiano parlano chiaro: nel 2019 sono stati poco meno di 15 milioni i turisti che hanno trascorso vacanze nella Penisola con una o più puntate in cantine e aziende vinicole per assaggiare e acquistare bottiglie di pregio. Un volume di affari pari a 2,65 miliardi di euro, in crescita del 6% rispetto all’anno precedente (fonte XVI Rapporto sul Turismo del Vino in Italia), con Toscana, Piemonte, Trentino Alto-Adige, Veneto, Campania e Sicilia a guidare la classifica delle regioni più gettonate da italiani e stranieri.

it.businessinsider.com – 25/07/2020

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