Eventi
Ghemme candidata a diventare Città del vino europea 2024
Candidatura del Comune di Ghemme come città del vino europea 2024: se n’è tornato a parlare nel pomeriggio del 16 marzo durante una riunione che si è tenuta nel Municipio di Ghemme.
“In questa sede – riferiscono i consiglieri della Provincia di Novara Davide Ferrari e Luigi Laterza, rispettivamente delegati ai rapporti con il mondo dell’agricoltura e associazioni agricole e al turismo e marketing territoriale – siamo tornati a condividere il progetto che vede Ghemme capofila dei comuni produttori vitivinicoli novaresi, vercellesi, biellesi e del Vco affiancati dai rispettivi Enti provinciali,
La Provincia ha ribadito nuovamente la propria disponibilità nel coordinamento del progetto di promozione del territorio: in questo senso e con la finalità di valorizzare al meglio i nostri prodotti abbiamo concordato di confrontarci anche con il consorzio Gran Monferrato”.
https://www.newsnovara.it – 19/03/2022
Il vino buono e le storie di quotidiana resistenza
Il vino ha unito la politica, se è vero che in Europa tutti i rappresentanti italiani hanno fatto fronte comune contro la proposta del “bollino nero” sulle bottiglie di vino per indicare un pericolo cancerogeno. Un piccolo esempio di unità intorno a un bene comune, che dovrebbe far sperare, se non ci fosse una campagna elettorale in atto.
Ma il buon vino crea consensi, mi ricordò il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani, quando lo intervistai per i 50 anni di Vinitaly e lui mi raccontò della crescente presenza, negli anni, di politici con ruoli istituzionali altissimi (presidenti della Repubblica, del Consiglio, ministri) alla fiera.
Ci si accosta a ciò che vince, e questo va da sé, ma qualche pronunciamento più profondo da parte loro non farebbe male, analizzando ad esempio il motivo per cui gli italiani sono fra i popoli più longevi al mondo. E pazienza se qualche multinazionale che “rosica” per il successo dei nostri prodotti si innervosisce, convinta che le differenze rovinino il disegno di omologare tutto e ovunque.
Oggi che la pandemia non è aggressiva come nelle primavere scorse, restano tuttavia a rischio 40mila posti di lavoro nell’industria alimentare e molti di più in agricoltura. Si guarda con preoccupazione all’evoluzione della crisi russa, che potrebbe avere ripercussioni non solo in campo energetico, ma sull’approvvigionamento stesso di materie prime. E il mondo agricolo si è mobilitato, per far presente quanto vale un settore che nei proclami della politica è l’eterna Cenerentola.
In viaggio fra il Monferrato e la Franciacorta, a Rovato, Vittorio Moretti, patron di Bellavista, mi ha fatto assaggiare un vino che nasce sotto il Convento dell’Annunciata sul Monte Orfano, luogo dello spirito dal 1449 che lui, per una legge mai scritta che si rifà al “principio di restituzione”, ha salvato dalla possibile incuria. A San Damiano d’Asti invece la famiglia CarlindePaolo, ha ristrutturato il pilone dedicato a Maria Assunta, che domina i vigneti di barbera. Lo hanno fatto quattro fratelli, in memoria del loro papà Francesco, che tre anni fa, a 74 anni, li ha lasciati dopo un infarto, mentre portavano avanti un progetto nato dal nulla nel 2000.
Quanta bellezza, quanta determinazione, quanto senso di famiglia ho visto in queste storie che parlano di vino, non solo come consumo, ma come cultura, quando essa diventa la capacità di raccordare un particolare al tutto. Di questo si dovrebbe argomentare, mettendo a tema dell’agenda politica quei valori che ci uniscono e connotano, anziché i distinguo che dividono.
https://www.avvenire.it – 23/02/2022
Vino, l’UVA D’ORO degli Este promossa in Cina
Gli antichi vitigni ferraresi, nati dalle sabbie, approderanno presto in tv in Cina. In questi giorni infatti una troupe della società di produzione Italiana Wine Channel srl, del Canale 19Pindao (in cinese si pronuncia Yi Jiu Pindao e significa “Canale del vino italiano”) ha girato tra Ferrara e Comacchio in alcuni dei luoghi più caratteristici del territorio per far conoscere e per illustrare la storia e i segreti della Russiola e della Fortana, i due antichi e unici vitigni autoctoni del ferrarese. Il servizio televisivo è stato condotto e coordinato dal sommelier professionista Marco Simoni: “Leghiamo la riscoperta dei nostri vitigni al territorio, alle sue eccellenze, alla sua storia”, spiega l’esperto, che ha girato tra il Castello, il locale ‘Al Brindisi’ (la più antica enoteca al mondo datata 1435) – dove Simoni ha iniziato la sua carriera – palazzo Schifanoia e le antiche manifatture dei marinati delle anguille tra i celeberrimi ponti di Comacchio, proponendo anche abbinamenti storici.
“Quello della DOC Bosco Eliceo – dichiara Simoni – è un territorio enografico che stiamo continuando a studiare, sottoponendolo a lavoro, sperimentazione e ricerca. Si tratta di una Doc nata nel 1989 e diventata pure Consorzio Vini delle Sabbie nel 1991. L’origine viticola enologica ferrarese è antichissima e risale addirittura all’epoca degli Etruschi, che abitavano la città di Spina. In seguito un fondamentale impulso è stato apportato dai monaci benedettini insediatisi nella storica abbazia di Pomposa. Leggi il resto di questo articolo »
La Cina riconosce il Marchio Prosecco
La Repubblica Popolare Cinese tramite le competenti autorità ha riconosciuto il Marchio Prosecco.
Il Consorzio del Prosecco DOC aveva iniziato la pratica per ottenere l’importante riconoscimento nel 2014.
Aveva depositato allora la richiesta presso il CNIPA che è l’Ufficio Marchi Cinese.
La pubblicazione del riconoscimento della IG per il vino italiano ha scatenato la strenua opposizione da parte dei produttori di vino australiano rappresentati dall’ AGWI – Australian Grape and Wine Incorporated.
L’ opposizione era volta ad ostacolare il riconoscimento e la protezione della IG – Indicazione Geografica Prosecco per il vino italiano.
Sono molti anni che nazioni quali l’Australia combattono con ogni mezzo la registrazione di importanti marchi di vini italiani.
Questo perché molti produttori vogliono o vorrebbero immettere nel mercato vini con nomi di fantasia o similari che richiamano i nostri prodotti.
Il CNIPA – Ufficio Marchi della Repubblica Popolare Cinese ha respinto l’opposizione dei produttori australiani.
Ha sentenziato che il Marchio Prosecco essendo una IG – Indicazione Geografica è idoneo a svolgere la funzione di marchio volto a distinguere l’origine del prodotto vino.
È un risultato molto importante e una conferma sul fronte della tutela internazionale dei nostri vini.
Il mercato cinese ha assunto oramai un ruolo strategicamente importante nel mercato dei vini.
Grandissima soddisfazione è stata giustamente espressa dai produttori e da Stefano Zanette presidente del Consorzio Prosecco DOC.
https://www.egnews.it – 04/01/2022
Il Prosecco batte lo Champagne, sorridono i produttori italiani
Il Prosecco batte lo Champagne, sorridono i produttori italiani
Il prosecco batte lo champagne piazzandosi al primo posto tra i vini di spumante esportati dagli Stati membri dell’Unione Europea verso paesi extra europei. Con 205 milioni di litri ovvero 41% la vittoria è molto netta considerando che lo Champagne, al secondo posto si ferma al 13%, 66 milioni di litri.
Tuttavia la vittoria è doppia e duplice è anche la soddisfazione da parte dei produttori poiché da poco la Cina ha riconosciuto ufficialmente il nostro Prosecco. Esulta quindi il Consorzio della Doc, con un altro importante riconoscimento internazionale. La partita era iniziata nel 2014 quando il Consorzio ha depositato in Cina il marchio collettivo Prosecco. Ora, il riconoscimento è arrivato anche dall’Ambasciatore d’Italia in Cina, Luca Ferrari. Egli in una lettera al presidente del consorzio, esprime i suoi “personali rallegramenti” per il primato. Al contempo, secondo le ultime stime, il Prosecco stacca al secondo posto lo Champagne con 66 milioni di litri. L’analisi dell’ufficio statistico dell’Unione europea registra che nel 2020, le esportazioni di spumanti dell’Ue verso i Paesi extra Unione sono state pari a 494 milioni di litri.
C’è stata una sensibile diminuzione rispetto al 2019, causata principalmente dalla pandemia globale; che ha colpito molto le esportazioni di vino, a causa delle chiusure totali. In precedenza le esportazioni erano aumentate in media dell’8% annualmente. Riguardo l’export italiano di spumante nostrano che ci riguarda strettamente da vicino, una stima di Coldiretti registra che allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre, all’estero sono state stappate oltre 620 milioni di bottiglie di spumante. Abbiamo stabilito un record storico con un aumento del 29% rispetto allo scorso anno. A fine anno quindi, si è raggiunto per la prima volta il massimo storico delle esportazioni estere, per un valore di circa 1,9 miliardi. W le bollicine italiane tricolore!
https://www.italiani.it – 03/01/2022
Il miglior vino bianco al mondo? E’ italiano
Non è certo un mistero che l’Italia abbia un’importante tradizione enologica. Per questo non dovrebbe stupire più di tanto il fatto che, da un campione di centinaia di prodotti, sia stato proprio un vino nostrano a essere definito il miglior bianco. A consegnare la corona d’alloro c’ha pensato il magazine statunitense Wine Enthusiast che, come ogni anno, ha stilato la sua personale classifica. Una graduatoria che, per il 2021, annovera ben 18 vini tricolori, uno dei quali finito davanti a tutti in quanto commistione giusta di qualità, lavorazione e anche prezzo.
Ben 22 mila vini degustati, solo 100 selezionati. L’attenzione degli esperti è meticolosa e letteralmente al millimetro. L’obiettivo è capire quali prodotti riescano effettivamente a sintetizzare tutte le qualità che ci si aspetta da un buon vino, bianco o rosso. E un tale sforzo di analisi, porta a risultati insperati lasciando scoprire che alcuni prodotti a basso costo possono essere comunque garanzia di qualità assoluta. La prima posizione in graduatoria, per la verità, la ottiene un vino francese, ovvero il rosso Margaux Château Siran 2018, ottimo nel rapporto qualità-prezzo. La medaglia d’argento assoluta (d’oro fra i bianchi) la ottiene però il Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore 2019 di Bucci. Per gli esperti non c’è dubbio: si tratta di un vino bianco “assolutamente fenomenale”, per il gusto che concede ma anche per l’essere clemente con le tasche.
Tale bianco, infatti, si attesta su un costo inferiore ai 20 euro. In pratica, il miglior vino bianco del mondo potrebbe essere acquistato senza troppi sforzi in un qualsiasi supermercato. Si tratta, nello specifico, di un prodotto realizzato nelle Marche, forte di cinquant’anni di Denominazione di Origine Controllata. Ideale per accompagnare un primo di pesce o le verdure, viene definito leggero, cremoso e saporito. Inoltre, contrariamente al luogo comune che lo associa esclusivamente al pesce, si sposserebbe alla perfezione anche con le carni bianche. Il Verdicchio, in poche parole, rappresenta un’eccellenza a tutti gli effetti. Un termine che in sé, nonostante sia così altisonante, potrebbe dire poco. O meglio, non dire tutto. Perché il vino, in fondo, è un’esperienza da assaporare in ogni suo aspetto. E le etichette lasciano il tempo che trovano.
https://www.contocorrenteonline.it – 19/12/2021
“Alberi, non parole”: il Vino Nobile di Montepulciano in campo per la “giornata dell’albero”
Essere green e sostenibili, per una cantina o per un territorio del vino, vuol dire qualcosa di più che mettere in campo buone pratiche dentro ai confini delle aziende nella sola filiera enoica. Vuol dire, sempre più, prendersi cura del territorio, a 360 gradi. Percorso ben chiaro alla denominazione del Vino Nobile di Montepulciano, che, nella cittadina che è tra le perle del Rinascimento di Toscana, da tempo, è pioniera di tutto quello che è sostenibilità.
Percorso concretizzato in tante azioni, compresa quella del piantare nuovi alberi, una delle misure più “caldeggiate” dai ricercatori, per esempio, per contrastare il riscaldamento climatico. E, su questa scia, il 18 novembre, nella “Giornata dell’albero”, il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano pianterà la seconda parte dei 1.200 alberi per creare un bosco antistante l’Ospedale locale.
L’iniziativa è nata nel 2019 per contrastare l’inquinamento e i cambiamenti climatici e rientra nella certificazione della sostenibilità secondo la Norma Equalitas. Testimonial dell’evento il campione di basket Giacomo “Gek” Galanda e il direttore Winenews Alessandro Regoli, con la giornata che sarà guidata dalla storica voce di “Decanter” (Radio2 Rai), Tinto (alias Nicola Prudente). E così, giovedì 18 novembre, negli spazi antistanti l’ingresso degli Ospedali Riuniti della Valdichiana Senese, a Montepulciano, a partire dalle ore 10, saranno piantate altre 400 piante delle 1.200 che andranno a costituire un bosco vero e proprio entro il 2022.
È l’obiettivo del progetto “Alberi, non parole”, nato nel 2019, fermato nel 2020 dalla pandemia, e che quest’anno, Leggi il resto di questo articolo »
Russiola, il vino salvato
C’è un vino del territorio, nato dalle sabbie, forse il più antico della provincia di Ferrara, di grandissima nicchia, prodotto in quantità limitatissime (circa 10 ettolitri all’anno), a lungo giudicato come ‘pianta intrusa’ tra i filari, ma che un team di produttori e ricercatori sta salvando e valorizzando, tanto da averlo promosso anche in Cina, perché “i grandi mercati adorano le produzioni introvabili e perciò di valore”.
È la Russiola, un rosé tipico dell’areale comacchiese nelle cui potenzialità credono il sommelier Marco Simoni, con l’imprenditore Emanuele Mattarelli, il titolare di un impianto di centinaia di anni Marino Fogli e il ricercatore Sandro Colombi. Simoni e Mattarelli lo hanno presentato ieri al pubblico del Ferrara Food Festival, con degustazione allo stand dei vini del Bosco Eliceo, in piazza Trento e Trieste.
https://www.ilrestodelcarlino.it – 08/11/2021
Lady Gaga firma Dom Pérignon da collezione
Così Lady Gaga firma un’edizione limitata per Dom Pérignon Vintage 2010 e Rosé Vintage 2006, in confezioni iridiscenti che sono un’ode visiva alla fantasia e mutevolezza. Una produzione che assembla due creatori: da una parte Lady Gaga, dall’altra Dom Pérignon, nelle vesti del suo Chef de Cave Vincent Chaperon in una collaborazione ispirata, come sottolineano in una nota, “da una totale e condivisa convinzione nell’assoluta libertà creativa. Lady Gaga ispira gli altri a sognare, a sperimentare, a esprimersi. Dom Pérignon esplora continuamente i confini della creazione con ogni suo Millesimato, rivelando l’armonia di una natura in continua evoluzione, del clima e dei vincoli unici che ogni vendemmia porta con sé”. Insieme al Dom Pérignon Vintage 2010 la maison presenta per l’occasione un Dom Pérignon Rosé Vintage 2006 che, viene sottolineato, “sceglie di essere Rosé,.
E’ in nome della libertà: la libertà di avventurarsi, di liberarsi dalle convenzioni per spingersi oltre i limiti della creatività. Nato da questo desiderio di osare, Dom Pérignon Rosé coglie lo splendore rosso del Pinot Noir nella sua primordiale radiosità e ne cattura l’energia vitale in un assemblaggio audace e deciso, con sorprendente finale, iodato e salino”.
La collaborazione tra l’artista americana e la casa francese, annunciata per la prima volta nell’aprile 2021, si è già espressa attraverso una campagna pubblicitaria e una scultura in edizione limitata disegnata dall’artista americana. Ora in Italia saranno dedicate proprio a Dom Pérignon X Lady Gaga le vetrine degli store Rinascente di Firenze e Torino dal 9 al 22 novembre, di Milano Piazza Duomo dal 16 al 22 novembre e di Roma Via del Tritone dall’11 al 22 novembre.
https://www.ansa.it – 26/10/2021
Il Marsala è un vino inglese
Quando nel 1773 John Woodhouse da Liverpool approda a Marsala, l’impero britannico regna ancora incontrastato sul pianeta dove, associato al dominio militare, ha tessuto una fitta ed efficiente rete commerciale. Il ricco mercante inglese assaggia un vino dolce, ossidativo, che la gente del posto chiama Perpetuo e produce autonomamente, nelle cantine delle case, per consumo personale. Gli piace, fiuta l’affare, capisce che può trasformare quel prodotto in un brand, come già altre sostanze analoghe erano diffuse nell’impero coloniale. Perché il business riesca, però, Woodhouse deve risolvere un problema: “stabilizzare” il vino perché possa essere trasportato per migliaia di miglia, e possa essere consumato nell’arco di un lungo periodo. Lo risolve aumentando la gradazione alcolica. Il business riesce, la bottiglia con la grande etichetta gialla e la scritta in rosso “Woodhouse Marsala”, diventa un prodotto di successo.
Praticamente, il Perpetuo autoctono diventa la base del Marsala che verrà commercializzato dovunque nel mondo, primo fra tutti tra i componenti della Marina di sua Maestà. Il successo di Woodhouse crea una realtà di piccole e medie aziende produttrici siciliane che faranno di Marsala una città industriale, a dispetto di una potenziale vocazione marittima, sebbene permanga una flottiglia di pescherecci in fervente attività. Un tessuto industriale che nei decenni ’60 e ’70, con la perdita di appeal del Marsala, conosce però una grave crisi.
Erano gli anni delle coltivazioni intensive, dell’utilizzo della chimica nell’agricoltura: sistemi per rendere sempre più competitiva la produzione a abbassare i prezzi sul mercato, anche a discapito della qualità.
Da pochi anni, però, guidati da un vignaiolo visionario, Marco De Bartoli, Leggi il resto di questo articolo »