Eventi
Pane, vino ed olio per la pace in Palestina
L’ultima iniziativa che vede coinvolti, ancora una volta, personaggi ed aziende umbre si concretizzerà con l’inaugurazione di un moderno impianto per la molitura delle olive
Il 20 e 21 dicembre è prevista l’inaugurazione del moderno impianto per la molitura delle olive donato ai salesiani in Palestina grazie alla solidarietà di istituzioni e imprese italiane
Il Progetto “Un Frantoio per Cremisan” è nato in Umbria, per iniziativa della Ong VIS – Volontariato Internazionale per lo Sviluppo, e ha trovato il supporto economico ed operativo di alcuni Comuni ad alta vocazione olivicola della regione (Giano dell’Umbria, Spello e Trevi), di importanti imprese del settore che operano in Umbria e dell’Associazione Nazionale “Città dell’Olio”.
Il VIS lavora con i salesiani di Don Bosco della Terra Santa dal 1986 e dal 2008 è promotrice, insieme a Stefano Cimicchi e l’enologo Riccardo Cotarella, del progetto di rilancio della Cantina di Cremisan, per il quale ha lanciato in Italia la campagna di promozione e sostegno “Territori diVini”. Leggi il resto di questo articolo »
Nasce il «Presidio Slow Food del Vino Santo da uve Nosiola»
Grande successo a Palazzo Roccabruna a Trento, per la presentazione del nuovo Presidio Slow Food: il Vino Santo Trentino da uve Nosiola
Grande successo oggi, presso Palazzo Roccabruna a Trento, per la conferenza stampa di presentazione del nuovo Presidio Slow Food: il Vino Santo Trentino da uve Nosiola.
Grande affluenza di pubblico, alla presenza di autorità e stampa, per quello che passerà alla storia come l’inizio di una rinascita per il Vino Santo Trentino, per la Valle dei Laghi e per l’intera provincia.
A fare gli onori di casa ci ha pensato Walter Nicoletti, giornalista esperto del settore vitivinicolo, che ha sottolineato come la proposta del Presìdio valorizzi l’impegno dei Vignaioli, non solo sul versante della qualità, ma anche della difesa e promozione dell’ambiente, delle biodiversità e della storia di questo territorio.
Il Presidente dell’Associazione Vignaioli del Vino Santo Trentino D.O.C., Giuseppe Pedrotti, uno dei cinque produttori protagonisti di questo grande progetto, ha spiegato la nascita e l’evoluzione di questa importante iniziativa, ringraziando tutti i soggetti coinvolti. Leggi il resto di questo articolo »
Il primitivo di Manduria il migliore vino d’Italia
BARI – Un vino primitivo di Manduria per il secondo anno risulta essere il migliore d’Italia. Lo rende noto l’assessore all’Agricoltura della Regione Puglia, Dario Stefano.
“Anche quest’anno – evidenzia – la Puglia enologica ci regala un grandissimo risultato, che riempie il cuore di orgoglio e ci fa guardare al futuro con ancora più entusiasmo e motivazione. L’azienda Gianfranco Fino di Manduria, infatti, per il 2ø anno consecutivo raggiunge l’apice della prestigiosissima classifica dei primi 100 vini rossi d’Italia elaborata da Milano Finanza”.
Si piazza – viene sottolineato – al 1øposto il Primitivo Es 2010 con un punteggio di 476,5, risultato della sommatoria dei punteggi delle principali guide di settore: Gambero Rosso, Espresso, Veronelli, Bibenda e Luca Maroni.
“Un bis prestigioso mai raggiunto prima: un risultato straordinario – evidenzia Stefano – che certifica una strategia regionale azzeccata e vincente di valorizzazione dei nostri vitigni autoctoni, vere radici identitarie pugliesi, non solo produttive ed enologiche, ma anche sociali e cultural, se pensiamo che intorno ai nostri vitigni autoctoni tante nostre comunità e borghi rurali si sono costituiti e individuato la propria identità. Oggi quegli stessi vitigni ci fanno risplendere nel panorama enologico di tutto il mondo”.
Per la Puglia si tratta di un grande risultato, “arricchito da ben altre tre postazioni raggiunte nella stessa classifica: al 25ø posto Patriglione 2007, al 33ø Nero di Conti Zecca, al 35ø Visellio di Tenute Rubino”.
Prosecco, business sposa tutela ambiente e paesaggio
Sabato congresso su ‘tutela vino Conegliano Valdobbiadene’
PIEVE DI SOLIGO (TREVISO) – Viticoltura non soltanto strumento di business ed elemento di riconoscimento culturale ma anche leva di tutela ambientale e di conservazione del paesaggio. Sarà uno dei temi al centro del congresso “Tutela del vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco” in programma il 15 dicembre, a Pieve di Soligo.
L’incontro sarà l’occasione per il Consorzio di tutela del Vino Conegliano Valdobbiadene per presentare il rapporto annuale sulla produzione qualitativa e quantitativa del 2012, in collaborazione con l’Università degli studi di Padova. Saranno illustrati anche alcuni progetti sperimentali realizzati in vigneto con l’obiettivo di ridurre ulteriormente l’impatto ambientale di coltivazioni e strutture di produzione e l’impiego di fitofarmaci.
Quanto questo argomento sia percepito dagli imprenditori vitivinicoli del territorio è l’oggetto di una ricerca di cui parlerà Vasco Boatto, responsabile del Centro studi. Uno sguardo su come il tema sia affrontato all’estero sarà dato dall’intervento di due ospiti: Dominique Moncomble, direttore dei servizi tecnici del Comitato interprofessionale vini di Champagne (Civic), ed Eugenio Pomarici dell’università di Napoli. Il primo spiegherà i modi scelti dall’area di produzione francese per rispondere all’esigenza di rendere la viticoltura più in armonia con l’ambiente, il secondo si soffermerà su alcune esperienze di eccellenza rilevate all’estero su questa materia.
Rispetto ai casi italiani, invece, è attesa la relazione di Francesco Iacono, responsabile della rete di aziende ”Arcipelago Muratori”. Al centro del confronto, oltre ad un’analisi sulle dinamiche di mercato del comparto, vi saranno poi temi che spaziano dalla conservazione paesaggistiche e dell’architettura locale, dall’utilizzo di energie rinnovabili al riciclo dei materiali.
Marsala sarà Città europea del vino 2013
Il riconoscimento in Spagna, superate le concorrenti Barbaresco e Valdobbiadene
Città europea del vino 2013. Regalo di Natale anticipato e di prestigio per Marsala che, qualche giorno fa, in Spagna, ha ricevuto il riconoscimento dai vertici di “Recevin”, la Rete europea delle Città del Vino.
La candidatura e il progetto della città siciliana hanno prevalso su quelli di altre due concorrenti italiane, Barbaresco, che rappresentava le Langhe, e Valdobbiadene, famosa per la produzione del Prosecco superiore Docg. Diversi i fattori che hanno spinto Marsala, prima Doc italiana, all’attribuzione di questo che va considerato come un premio al lavoro di una vita del settore vitivinicolo trapanese: tutela del paesaggio rurale, garanzia delle produzioni tipiche, impiego di nuove tecnologie a supporto del settore e per la produzione del vino. Un territorio speciale per il suo clima, che esprime cinquantacinque aziende e produce oltre cinquanta milioni di litri di vino.
La macchina organizzativa a Marsala si è già messa in moto con un comitato formato da istituzioni, Comune in prima fila, imprenditori e associazioni per portare avanti un progetto, che ha come partner P&G ed Euresgroup e che farà della città, per l’intero 2013, la capitale del vino e della cultura legata alla vite. Già previsti numerosi eventi istituzionali come la serata di gala della proclamazione, a febbraio, lo stage dei giovani viticoltori e l’assemblea generale della Recevin, ma pure concerti, concorsi e mostre di pittura, scultura e fotografia. Spazio anche a enoturismo ed enogastronomia nella “settimana garibaldina”, con le cantine marsalasi che organizzeranno degustazioni e aperitivi in estate e a Natale 2013. Fra gli eventi in cantiere, “Siciliamo”, organizzato dalla Camera di commercio di Trapani, una fiera internazionale, che vedrà il coinvolgimento di tutti i produttori di vini dolci naturali ed appassiti di tutta Europa, la “Festa della Vite e della Vendemmia”, con i bambini delle scuole e l’organizzazione del primo Forum delle competenze del settore vitivinicolo, una sorta di “Stati generali del vino” con dibattiti, tavole rotonde, riflessioni tecniche, scientifiche ed economiche del settore non solo a livello internazionale.
Il Riesling valdagnese
Nelle famiglie dei contadini di un tempo era chiamato “el rìsli”. Veniva bistrattato e utilizzato come vino da pasto, con uve vinificate solo per uso domestico: spesso accompagnava un piatto di minestra al rientro dal lavoro nei campi. Invece le uve ritenute di maggior pregio e che garantivano un solido sostentamento economico per la famiglia, finivano dritte in cantina sociale. Di generazione in generazione, però, le abitudini sono cambiate; come pure sono mutate le condizioni economiche. Oggi il riesling, vitigno principe per territori come Germania e Austria, ha cambiato essenza: è diventato un vino di passione che, nel caso della Tenuta Dalle Ore di Trissino, ha garantito addirittura l’ingresso nei primi dieci produttori italiani di questa tipologia. In più, con il vanto di essere l’unico vino veneto ammesso in finale. In barba alla più blasonata tradizione teutonica i fratelli Marco, Vittorio e Luciano Margoni Dalle Ore hanno sbaragliato la concorrenza dei rivali nazionali (friulani soprattutto) nonché europei per quanto riguarda la qualità, salendo sul podio al concorso organizzato a Naturno, in provincia di Bolzano, dall’Associazione nazionale riesling d’Italia. Leggi il resto di questo articolo »
Il vino sommerso riemerge dal Paguro
Stappate le prime 100 bottiglie lasciate a maturare tra i resti della piattaforma esplosa 57 anni fa.
RAVENNA – Sono rimaste a maturare per oltre sei mesi nelle profondità dell’Adriatico, nascoste nella ‘pancia’ arrugginita del relitto del Paguro. Ora sono pronte per essere stappate, degustate e messe in commercio, come inedito esperimento di vino sommerso. Con le prime bottiglie ripescate al largo di Porto Corsini, nasce così ufficialmente la Tenuta del Paguro.Si tratta di un’insolita cantina, pensata dai due ravennati Raffaele Ravaglia e Gianluca Grilli proprio all’interno della piattaforma per l’estrazione di idrocarburi sprofondata nel 1965, divenuta un reef artificiale tra i più amati dai sub, e dal 2010 sito di interesse comunitario.
Sul finire della primavera scorsa i due soci avevano posizionato – con l’aiuto dei sub dell’associazione Paguro – oltre 200 bottiglie di vino a una profondità tra i 18 e i 27 metri, per sperimentare l’invecchiamento di quattro diverse qualità romagnole in condizioni ambientali non garantite da nessun’altra cantina convenzionale. Assenza di raggi Uv, temperatura costante tra i 10 e i 13 gradi e continuo flusso d’acqua: fattori permessi nel cosiddetto ‘termoclino’, volgarmente chiamato ‘taglio dell’acqua’, cioè una linea immaginaria che separa l’acqua di superficie da quella di profondità. Le bottiglie sono state qui, nascoste e racchiuse all’interno di quattro cesti di maglia metallica zincata. Hanno atteso fino agli ultimi di ottobre, quando due dei contenitori sono stati issati a bordo della Mephisto per il primo brindisi. Leggi il resto di questo articolo »
Luigi Veronelli: l’immortale
L’anima dell’anarco-enologo che ha cambiato l’enogastronomia italiana è più viva che mai. Un libro lo racconta. E una fiera del vino “alternativo” continua la sua rivoluzione: perché la vita è troppo corta per bere vini cattivi.
Luigi Veronelli è stato un grande estimatore e conoscitore del vino, giornalista, editore, filosofo e volto della televisione. Classe 1926, ha portato per primo la cultura gastronomica del Paese nelle case egli italiani, quando ancora la tv era in bianco e nero e la scelta di un solo canale.
È stato autore delle prime rubriche gastronomiche e delle prime guide ai vini italiani, si è battuto per la rinascita del vino e dell’olio extravergine di qualità, antesignano delle denominazioni d’origine e di pensieri scomodi, come quello per il “prezzo sorgente”, ossia la dichiarazione in carta dei vini del prezzo di acquisto dal produttore. Lui sentiva in un vino genuino “il sudore versato fra le vigne” e nei grandi Brunelli “le sinfonie di Mahler”, ma nelle sue guide rifiutava i punteggi e le classifiche, andando invece a scovare vignaioli nascosti, sconosciuti e sopraffatti dal grande mercato del vino industriale. Leggi il resto di questo articolo »
Vino fra mito e storia
Dal 24 novembre 2012 in varie sedi della Provincia di Siena. Un viaggio alla scoperta delle radici della cultura del vino nelle terre di Siena, conosciute in tutto il mondo per le eccellenze enologiche e il legame autentico con la coltura della vite e la produzione vitivinicola. E’ la mostra diffusa “Vino fra mito e storia”, promossa da Provincia di Siena e Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, che parte da Siena sabato 24 novembre, in occasione della due giorni che ospiterà anche il terzo Forum sul vino italiano di Banca Mps e la premiazione della X Selezione dei Vini di Toscana, organizzata da Toscana Promozione e curata da Enoteca Italiana. Domenica 25 novembre, in tutte le sedi espositive, i visitatori potranno anche deliziare il palato con le produzioni testimonial del vino Toscano nel mondo.
La mostra. La mostra, un itinerario nell’antichità attorno alla vite e al vino visitabile fino al 5 maggio 2013, è organizzata come evento diffuso: il nucleo principale sarà a Siena, nella sede di Enoteca Italiana, dove sarà allestito un percorso espositivo sulla storia del vino. Sempre nella città del Palio, nei suggestivi ambienti del Santa Maria della Scala, dove è ospitato il Museo Archeologico Nazionale di Siena, sarà in mostra un oggetto unico, il cinerario di Montescudaio. I cinque territori maggiormente rappresentativi dell’eccellenza vitivinicola delle terre di Siena ospiteranno le mostre collaterali, integrate nelle collezioni permanenti dei musei: Castellina in Chianti, nel Museo Archeologico del Chianti Senese; Castelnuovo Berardenga, nel Museo del Paesaggio; Montalcino, nel Museo Civico e Diocesano; Montepulciano, nel Museo Civico Pinacoteca Crociani e San Gimignano, nel Museo Archeologico e Spezieria di Santa Fina. Leggi il resto di questo articolo »
Vini: a Ponza rinasce il “Biancolella” dei borboni
Riprende sull’isola di Ponza la produzione dell’antico vino dei Borboni. Si chiama “Biancolella” e si tratta di un vitigno impiantato nel ’700 da Ischia a Ponza per volonta’ della dinastia borbonica. Questo tipo di uva, che viene prodotta sull’isola in piccolissime quantita’, e’ considerata molto pregiata al punto che una delle piu’ prestigiose case vinicole pontine, la Casale del Giglio ha in queste settimane dato avvio ad un progetto sperimentale che porterebbe alla nascita di un vino bianco di alttisimo livello prodotto proprio con l’uva “Biancolella”. Un programma partito con l’acquisto di alcuni quintali di uve di questa qualita’, coltivate sull’isola e lavorate al fine di produrre, entro fine marzo, una serie di bottiglie del prestigioso vino. “Vogliamo dare vita a questo vino autenticamente ponzese – ha spiegato Antonio Santarelli, patron della Casale del Giglio – Se i risultati saranno soddisfacenti produrremo alcune migliaia di bottiglie e potremmo a quel punto ipotizzare unp rogramma di investimenti piu’ strutturato”.
L’idea e’ quella di acquistare delle terre sull’isola e mettere a dimora nuovi vigneti con l’antica qualita’ di uva”.