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Pantelleria da bere, zibibbo naturalmente. La storia e i successi

Scogli neri di pietra lavica che si tuffano a picco nei fondali blu, paesaggi di roccia, tramonti che tolgono il respiro, odore del vento misto al profumo di vegetazione: questo e altro ancora è Pantelleria. Una perla nera immersa come un giardino nel Mediterraneo.

Una terra capace di sorprenderci per i suoi forti contrasti acque blu cobalto, pianure lunari e sinuosi tetti bianchi. Tutto è unico anche i sapori: quello del profumatissimo cappero e il gusto inconfondibile del suo vino: lo zibibbo.

Un vino apprezzato anche dagli dei se un’antica leggenda narra che la dea punica Tanit, su consiglio di Venere, si finse coppiera dell’Olimpo e sostituì all’ambrosia degli dei il mosto delle dolci uve di Pantelleria per conquistare Apollo.

Con la parola zibibbo, dall’arabo “zabib” ovvero “uva passa”, si identifica sia il vitigno sia il vino che si ottiene con le sue dolci uve. Leggi il resto di questo articolo »

Firenze, un brindisi col faraone: arriva lo Shedeh, il vino di Tutankhamon

“Ascoltare la tua voce è per me vino shedeh”, si legge nel famoso papiro Harris 500 conservato al British Museum.

Una dichiarazione d’amore non certo da poco, se si pensa che lo shedeh, nell’Egitto antico, era un vino talmente pregiato da essere considerato capace di riportare in vita i morti.

Tanto che un’anfora di questa preziosa bevanda è stata ritrovata persino nella tomba di Tutankhamon, il “faraone fanciullo” scomparso nel 1323 a.C. a diciannove anni.

Ricreare quel vino, utilizzando le tecniche del tempo, è l’improbabile quanto affascinante sfida che ha deciso di raccogliere una squadra di egittologi e produttori vinicoli: il risultato, lo Shedeh dell’azienda trevigiana Antonio Rigoni, si potrà assaggiare domani mattina in anteprima a “TourismA”, il Salone internazionale dell’archeologia organizzato dalla rivista Archeologia Viva, in programma fino a domenica a Firenze, al Palazzo dei Congressi. Leggi il resto di questo articolo »

Grenaches, un vino che fa bene alla salute

La Sardegna antica culla del vino. Nel corso della conferenza tecnica organizzata nell’ambito del concorso enologico internazionale Grenahes du monde 2017, (ad Alghero ieri) è stato possibile raccontare il Cannonau e le sue mille sfaccettature ma anche le tante storie che il Grenache può svelare, di cui la Sardegna è scrigno prezioso.

Ne ha parlato Gianni Lovicu (Agris Sardegna) che ha concentrato il suo intervento sulle origini della viticoltura sarda: dai ritrovamenti dei vinaccioli nel Pozzo sa Osa (provincia di Oristano) risalenti al XIV secolo avanti Cristo, ai legami che i nuragici avevano con il resto del Mediterraneo nell’età del Bronzo, come dimostrano le analisi di anfore ritrovate a Cartagine.

Il Cannonau, la Malvasia, la Monica, sembrano aver attraversato la storia, tra scambi e contaminazioni.

Queste sono diverse a seconda delle aree, per le quali, grazie a tecnologie sempre più raffinate negli studi sul DNA, è possibile individuare similitudini e differenze come ha spiegato Angelo Costacurta, dell’Accademia Italiana della vite e del Vino, raccontando la storia dei grenaches e della loro diffusione in Spagna, in Francia e degli scambi che si sono susseguiti nel tempo.

Tutto ciò ha portato ha una variabilità dei grenaches. Leggi il resto di questo articolo »

La Fontana del Vino: una storia abbastanza simpatica..

Dina e Luigi Narcisi sono una coppia ortonese che nei tanti anni assieme ha camminato il mondo in lungo e il largo con vette himalayane, Monte Bianco, Dolomiti e ben 4 volte il Cammino di Santiago di Compostela… sempre insieme.

Nel 2013 sono tra i fondatori del Cammino di San Tommaso che percorrono ben 4 volte in questi anni. A Giugno 2016 mentre Dina è intenta a fare una sana sistemazione delle foto sul pc “inciampa” su quella scattata dai due a Estella, in Navarra, dove la cantina Bodegas Irache da più di 10 anni ha installato la prima Fontana del Vino al mondo.

Vede la foto, si ricorda di quelle belle giornate e decide di inviarla a Nicola D’Auria proprietario della Cantina Dora Sarchese di Ortona e anche lui tra gli animatori del Cammino di San Tommaso:”la facciamo anche lungo il Cammino una Fontana del genere?” recita il messaggio.

Nicola dice subito di no, poi ci pensa quasi tutta l’estate e a Settembre all’improvviso accetta.

La Fontana si farà. Leggi il resto di questo articolo »

La prima “Strada del Vino” in Tunisia. Un percorso che passa anche da Selinunte.

È stata costituita la prima Strada del Vino in Tunisia nell’ambito del progetto Magon Italia – Tunisia.

L’iniziativa mira alla realizzazione di un itinerario turistico-culturale basata sulla combinazione tra il patrimonio archeologico e le tradizioni enogastronomiche intitolato alla memoria del agronomo cartaginese Magon, autore di un famoso trattato sulla agricoltura (compresa la viticoltura e vinificazione), che era una delle fonti più importanti in materia per diversi secoli.

Il tour turistico-culturale promuoverà i collegamenti ai siti archeologici esistenti di origine fenicia e punica in Tunisia e Sicilia e il contributo di questa civiltà in relazione allo sviluppo della viticoltura mediterranea.

Il circuito riguarderà il percorso tra Cartagine e Capo Bon in Tunisia (compresi i siti archeologici di Cartagine e Kerkouane, musei Bardo e Nabeul, le zone DOC: Grand Cru Mornag, Mornag, Sidi Salem, Kèlibia); in Sicilia i siti archeologici interessati sono quelli di Selinunte e il suo ex Chora (tra cui Monte Adranone e il Museo di Sambuca, le aree della Strada del Vino «Terre Sicane» Menfi, Sambuca, e Santa Margherita Belice).

La creazione dell’associazione è stata facilitata dalla Camera Nazionale dei produttori di vini, birre e liquori all’interno del UTICA e della Commissione europea.

www.tp24.it – 26/01/2017

L’Europa sdogana il vino Clinto con un trucco

Parte dall’Europa la rivincita del ruspante e clandestino Clinto.

Dopo anni di bastonate gli appassionati, che da Villaverla hanno tentato la scalata all’Olimpo europeo, del rosso dell’uva ibrida americana, così diffusa nelle campagne venete, potranno brindare alzando il bicchiere proibito.

Da Bruxelles è arrivato, infatti, il responso del ministro dell’agricoltura europeo all’interrogazione presentata dall’eurodeputata leghista Marta Bizzotto sulla salvaguardia del Clinto, alle cui uve è vietata la classificazione comunitaria.

L’Ue suggerisce a Roma un trucco, una soluzione “all’italiana”: «Le autorità italiane potrebbero prendere in considerazione l’utilizzo di una denominazione composta, ad esempio “vino Clinto”, evitando qualsiasi confusione con prodotti corrispondenti alle categorie di vino».

Dunque, l’Europa conferma che con quell’uva non si può fare il vino ma a questo punto basterebbe considerarlo una bevanda.

Uno spiraglio che ha già fatto levare le “scodelle” del vino dei nonni alla “Confraternita del Clinto” di Villaverla.

«Abbiamo vinto una battaglia, ma la resa dei conti ora sarà a Roma».

www.ilgiornaledivicenza.it – 22/01/2017

Strada dei Vini del Cantico, il 2016 un anno ricco di eventi

Il 2016 è stato un anno molto prolifico per la Strada dei vini del Cantico, con molte attività realizzate e iniziative promosse.

Ancora ima volta è stata fatta conoscere questa terra nel cuore dell’Umbria, ricca di arte, cultura, paesaggi mozzafiato e prodotti unici come il vino e l’olio.

Anche durante l’anno appena trascorso, infatti, sono state numerose le occasioni per iniziative ed eventi volti a far conoscere il territorio, ad incentivare lo sviluppo economico tramite la promozione di un’offerta turistica integrata costruita sulla qualità dei prodotti e dei servizi, a valorizzare e promuovere le produzioni enologiche di qualità, nonché ad affermare l’identità storica, culturale, ambientale, economica e sodale dei 12 Comuni aderenti: Assisi, Bettona, Cannara, Collazzone, Fratta Todina, Marsciano, Massa Martana, Monte Castello di Vibio, Perugia, Spello, Todi, Torgiano. Leggi il resto di questo articolo »

Vini naturali sì, ma prima di tutto facciamoli buoni

Un mondo, enologico, in fermento ma con ancora molta strada da fare. Così lo vede anche uno dei “profeti” del movimento come Angiolino Maule.

“Ho cenato in un ristorante romano con carta dedicata e ho assaggiato cinque vini naturali. Ce ne fosse stato uno buono. Tutti pieni di difetti, anzi tutti sbagliati”.

Affermazione ad altissimo rischio, da insurrezione armata o giù di lì da parte di viticultori convertiti, consumatori affascinati (sempre più numerosi) e accaniti, intrattabili “avvocati” del “vin nature” comunque inteso e realizzato (non tutti ugualmente disinteressati per la verità: ce n’è più d’uno che su questo gioco del “contro” ha scientemente puntato per guadagnarsi rapidamente e gratis un’altrimenti assai problematica reputazione critica).

Roba da rivolta specie se a farla fosse stato un enogiornalista qualsiasi, o magari un produttore di quelli non “naturali”… Leggi il resto di questo articolo »

Game of Thrones, arriva il vino ufficiale della serie tv

Game of Thrones sta diventando un marchio che supera la serie televisiva e va a finire sui prodotti più vari, seppur sempre legati -chi più chi meno- al mondo della serie tv della Hbo.
Si inserisce in quest’ottica, dopo la pubblicazione di un libro di ricette ed il debutto sul mercato della birra ufficiale, il lancio anche dei vini firmati Game of Thrones.

Grazie ad un accordo tra il network e la Vintage Wine Estates, che raggruppa alcuni vigneti americani, sono stati infatti realizzati tre tipi differenti di vino: un rosso, un Cabernet Sauvignon ed uno chardonnay.

I costi sono alla portata di tutti, ad indicare una buona qualità ad un prezzo accessibile: si va dai 19,99 dollari del rosso e dello chardonnay fino ai 39,99 dollari del Sauvignon.

“Dato l’importante ruolo del vino in Game of Thrones ed il nostro successo in passato nel settore delle bevande, un vino ufficiale dello show sembra una naturale estensione per i nostri fan”, ha spiegato il Direttore della sezione Licenze e Vendite del network Jeff Peters.

“I vini di Game of Thrones sicuramente daranno ai fan una maggiore esperienza nella battaglia al Trono di spade mentre ci si avvia alle ultime stagioni”.

I vini, per ora, saranno venduti sono negli Stati Uniti a partire da marzo.

Il lancio sul mercato è quindi in largo anticipo rispetto alla messa in onda della settima stagione, che andrà in onda nell’estate del 2017 (le riprese sono partite in ritardo per volere dei produttori, che hanno voluto aspettare la stagione fredda per girare).

Il vino è sicuramente una delle componenti più importanti di alcune scene della serie tv, soprattutto quelle in cui compaiono Cersei (Lena Headey) e Tyrion (Peter Dinklage), abituati a sorseggiare del buon vino mentre complottano contro i loro nemici.

Ora, anche i fan potranno bere vino e pensare a come avere la meglio sui propri nemici come loro due, anche se dubitiamo che troppo alcool in corpo possa favorire sagge decisioni: Cersei e Tyrion ce lo hanno dimostrato.

www.tvblog.it – 23/11/2016

Il vino della Tuscia sempre più donna…

Se il vino del 2016 sarà super si saprà solo tra qualche mese, al momento di certo c’è un mosto importante e uve buone.

A esserne certo è l’enologo per eccellenza della Tuscia: Carlo Zucchetti. Da sempre impegnato sul territorio per promuovere e valorizzare i vini delle cantine locali.

“Il 2016 – dice l’enologo col cappello – è un’annata con dei pro e dei contro. Molto dipenderà da quello che ha fatto il vignaiolo. Mi spiego meglio. Se il vignaiolo ha portato in cantina uve buone, sane e pulite il risultato ci sarà.

Per il resto sembra un’annata nella media e se ci saranno punte d’eccellenza è davvero difficile dirlo ora. Nel 2014 per esempio all’inizio parlavamo di un’annata pessima ma alla fine vennero fuori dei grandi vini bianchi. Quindi mi sembra davvero prematuro fare una previsione su ciò che berremo”. Leggi il resto di questo articolo »