Curiosità
Tè verde e vino rosso efficaci contro alcuni disturbi metabolici
Tè verde e vino rosso efficaci potrebbero nascondere ulteriori benefici per la salute.
Oltre a quelli già portati alla luce da precedenti ricerche, come ad esempio l’azione antiossidante, questi due rimedi naturali potrebbero rivelarsi molto utili per coloro che soffrono di alcuni disturbi metabolici.
Secondo i ricercatori della Tel Aviv University le due bevande agirebbero nell’impedire la formazione di metaboliti tossici, derivati dall’assunzione di cibi altrimenti “vietati”.
I benefici di tè verde e vino rosso deriverebbero rispettivamente dall’epigallocatechina gallato (EGCG) e dall’acido tannico, quest’ultimo noto per la sua azione di prevenzione rispetto alla formazione di strutture amiloidi tossiche.
Come ha sottolineato il dottorando Shira Shaham-Niv, tra le firme dello studio insieme al prof. Ehud Gazit (Faculty of Life Sciences, autore principale della ricerca).
Nel caso di patologie metaboliche congenite ereditarie il corpo non produce un enzima metabolico vitale.
Come risultato, i metaboliti – sostanze che sono, tra le altre cose, i mattoni che costruiscono il DNA e le proteine – si accumulano nel corpo.
Questo accumulo incontrollato è tossico e può causare disturbi gravi per quanto riguardalo sviluppo e la salute mentale.
Il nostro nuovo studio dimostra ancora una volta l’abilità della natura di produrre i migliori candidati alla produzione di farmaci per la cura di alcune delle peggiori malattie umane.
www.greenstyle.it – 04/07/2018
Tannico consegna il vino a bordo
Tannico, l’e-commerce di vini italiani più grande al mondo, lancia il delivery service Yacht&Sail per ricevere direttamente a bordo della propria imbarcazione, ormeggiata in qualsiasi porto italiano, oltre 13.000 etichette a catalogo fra vini rossi, bianchi, rosé e champagne.
Il servizio è già stato sperimentato nelle scorse settimane e ora si possono ordinare i vini a bordo delle imbarcazioni ancorate in alcuni dei porti più gettonati dalla clientela altospendente: tra questi Portofino, Capri, Porto Cervo.
www.largoconsumo.info – 27/06/2018
Nasce la Strada del vino della Valle dei Templi
Non solo arte e cultura ad Agrigento, dove si è costituita la Strada del Vino e dei Sapori della Valle dei Templi.
Per la costituzione della Strada si sono riunite alcune delle più importanti realtà vitivinicole, gastronomiche e turistiche del territorio, che, insieme ad alcuni partner come la Federazione Strade del Vino di Sicilia, Coop Culture, il Consorzio Turistico ed il Distretto Turistico Valle dei Templi, la Strada degli Scrittori e Slow Food Sicilia, diventano protagonisti di nuove opportunità turistiche per la provincia di Agrigento. Socio onorario ed ente capofila è il Parco archeologico della Valle dei Templi, che rappresenta idealmente il punto di partenza e d’arrivo della Strada stessa.
Soddisfazione per la costituzione della Strada viene espressa dal neo presidente Carmelo Sgandurra: “Il traguardo raggiunto spiega è frutto di un lavoro intenso, minuzioso e che riguarda la valorizzazione di un territorio unico al mondo.
Lavoreremo per ottimizzare nel più breve tempo possibile i risultati, affinché il vino e i sapori di questo territorio diventino attrazione in ogni parte del mondo”.
“Con la costituzione della nuova Strada del Vino dice Gori Sparacino, Presidente della Federazione Strade del Vino di Sicilia e socio fondatore sono tredici le Strade del Vino in Sicilia in grado di incentivare lo sviluppo economico mediante la promozione di un’offerta turistica integrata”.
Le aziende vitivinicole che figurano tra i soci fondatori sono: CVA Canicattì, Milazzo Vini, Grottarossa Vini, Baglio del Cristo di Campobello, Casa vinicola Sicania, Azienda Vitivinicola Lombardo, Baglio Bonsignore, Azienda Camilleri, Azienda Vassallo e Lombardo Vini.
www.ragusanews.com – 15/06/2018
Vino: l’aroma perfetta grazie a particelle magnetiche
Minuscole particelle magnetiche aiutano a mantenere in perfetto equilibrio l’aroma dei vini, eliminando le sostanze in eccesso che rischiano di appesantirlo.
Il risultato, pubblicato sulla rivista Journal of Agricultural and Food Chemistry, si deve ai ricercatori dell’universita’ australiana di Adelaide, guidati da David Jeffery.
Il sistema è stato testato sul cabernet sauvignon, nel quale ha rimosso il 40% delle sostanze responsabili di aromi indesiderati, e secondo gli autori la tecnica potrebbe aiutare a rimuoverle anche dagli altri vini.
Tutti i vini infatti contengono naturalmente sostanze che contribuiscono al loro sapore e all’aroma distintivo, ma alcune di esse, se sono presenti in quantità eccessive, possono sopraffare il bouquet fruttato o floreale, con la conseguenza di un aroma sbilanciato.
Fra queste sostanze vi è un gruppo chiamato alchil-2-metossipirazine (MP), che conferisce ai vini aromi vegetali, come il peperone verde.
“Questi sono composti normali nelle uve, ma Leggi il resto di questo articolo »
Perché lo champagne era detto “vino del diavolo”?
La cultura del vino nella regione di Champagne ci è testimoniata fin dal Medioevo. All’inizio le vigne non producevano che “vino bianco”, non effervescente. Per ottenere le bollicine che caratterizzano lo Champagne, il vino – costituito da tre vitigni: pinot noir, pinot munire e chardonnay – deve fermentare due volte.
Delle bottiglie possedute dal diavolo?
Lo champagne non aveva allora buona reputazione, soprattutto nel clero, che rapidamente lo bandì. Lo considerò nientemeno che “il vino del diavolo”. La ragione? I viticoltori di Champagne commettevano (senza saperlo) due grandi errori che rendevano le bottiglie esplosive.
I contenitori adibiti a conservare il vino evolvettero e, col tempo, comparvero alfine le bottiglie di vetro. Queste però non erano appropriate alla conservazione del vino. In Champagne le vendemmie arrivarono piuttosto tardi, e da principio i viticoltori non utilizzavano celle di fermentazione. Una volta che l’uva veniva pressata, il succo ne veniva rapidamente messo in bottiglia e quindi la prima fermentazione non aveva avuto luogo. I viticoltori pensavano di agire bene e di conservare così il massimo degli aromi. Leggi il resto di questo articolo »
Vino: arriva la barbera d’Asti ‘affinata in musica’
Una Barbera d’Asti ‘affinata in musica’ da un grande maestro d’orchestra e compositore.
Accade a Rocchetta Tanaro: poco più di 1.500 abitanti tra vigne e boschi del parco naturale nel cuore del Monferrato astigiano.
Terra di “quieta follia”, amava definirla Bruno Lauzi, che incontra ora il genio allegro di un napoletano: Peppe Vessicchio, da tutti conosciuto come il maestro del Festival di Sanremo.
Nasce così ‘Rebarba’, la nuova Barbera d’Asti vendemmia 2016, armonizzata in musica e firmata dalle Cantine Post dal Vin di Rocchetta Tanaro (79 soci conferitori, 100 circa ettari di vigneti, 85 mila bottiglie).
Un’idea cresciuta nell’amicizia che il cuoco Beppe Sardi condivide con Vessicchio e Giulio Porzio, presidente della cantina: “Il maestro Vessicchio – racconta Porzio – ha prima fatto una prova su una nostra bottiglia di Barbera e abbiamo visto che il vino armonizzato con la sua musica era più buono e piacevole.
Così, abbiamo sposato questo stravagante, innovativo e divertente progetto. Leggi il resto di questo articolo »
Green Chile Wine: quando il peperoncino finisce nel vino
Si chiama Green Chile Wine ed è un vino particolare che contiene peperoncino. Non si tratterebbe di una nuova ricetta ma del frutto di una lunga tradizione, legata alla città di Hatch, nel New Messico.
Qui infatti la tradizione del peperoncino verde si perde nei secoli e quella della produzione di vino fu portata dagli spagnoli nel 1600. Il matrimonio tra le due era solo questione di tempo evidentemente.
Cosa ci fa il peperoncino nel vino?
La vendemmia, quando si inizia la prima fase di produzione del vino, coincide con il picco di consumo del tipico peperoncino verde messicano, che i cittadini vanno a comprare in grossi pacchi.
Il piccante frutto viene arrostito sul fuoco vivo normalmente, ma nella produzione del vino viene invece utilizzato fresco.
L’idea di base è arrivare ad un vino bianco di buona qualità, per poi aggiungere le rondelle di peperoncino fresco. Leggi il resto di questo articolo »
Nell’oasi dei Carmelitani il vino bio del convento
Sarà l’unico vino di etichetta prodotto esclusivamente entro i confini di Treviso, e per di più benedetto. Un vino che ancor prima di nascere racconta già una storia che parte da molto lontano e arriva ai giorni nostri grazie all’intraprendenza di un vignaiolo, e alla tradizione dei Padri Carmelitani Scalzi di Treviso.
Ieri, dietro le mura che proteggono il giardino del convento, è iniziata infatti una piccola rivoluzione, quella che porterà all’impianto di un vigneto biologico nel terreno dove fino a qualche settimana fa sorgeva l’antica vigna dei Carmelitani, oltre 600 piante a bacca rossa di cui alcune secolari sradicate a inizio primavera.
L’espianto delle vecchie viti varrebbe di per sé un articolo tanta fu l’agitazione scatenata dall’arrivo degli operai nell’ampia comunità che gravita attorni ai Carmelitani. Il vigneto degli Scalzi, di cui anche noi avevamo parlato l’anno scorso, disegnava un’oasi di pace introvabile all’interno della città, e ancor più lungo il Put.
Tantissimi i fedeli che d’estate, durante le feste, alla domenica, amavano passeggiare sotto le bellissime volte verdi disegnate dai lunghi filari. Un tesoro di natura cancellato tra incredulità e scontento a inizio primavera tanto che i padri, nei giorni a venire, hanno dovuto rassicurare i fedeli perfino in chiesa, durante la messa: «State tranquilli, il vigneto tornerà».
Perchè era stato tolto? Perchè le piante erano ormai vecchie, molte infruttifere, Leggi il resto di questo articolo »
Lambrusco vuol dire vino POP
Il Lambrusco sta al mondo del vino come il pop sta al mondo della musica.
Ovvio, allora, che fosse proprio in chiave pop la celebrazione degli 80 anni di Cantine Ceci, griffe del vino mosso emiliano che incrocia spesso la propria strada con quella della cultura popolare, nelle forme più svariate.
L’ultimo progetto coinvolge dieci artisti emergenti (Alessandro Canu, Chiara Fuca’, Chomp, Davide Forleo, Jack Larana, Johnny Cobalto, Maicol & Mirco, Silvia Trappa, Valeria Scaloni, Pietro Soresini e Riccardo Guasco), chiamati a reinterpretare questi otto decenni di Lambrusco Ceci, da cui è nata un’edizione limitata di ottanta opere, nelle etichette di Otello, la più pop delle bottiglie dell’azienda.
“Ho chiesto a 10 giovani artisti, i più bravi del momento, di interpretare, con il cervello libero da condizionamenti, questi 80 anni attraverso le icone di ogni decennio”, racconta a WineNews Alessandro Ceci.
“Hanno dato vita a qualcosa che non c’era, piccoli capolavori da collezione in etichetta, da Jimi Hendrix, all’iPod, dal cubo di Rubik all’Allegro Chirurgo”.
E non finisce qui, al fianco di Otello, ecco Bruno, un Lambrusco anni Sessanta dentro e fuori dalla bottiglia …
www.winenews.it- 19/04/2018
Kerin O’Keefe: ” Italia n° 1 per il vino”
Americana di Boston, arrivata in Italia si è innamorata del Sangiovese tanto da vivere in Italia per 15 anni e spostarsi in Svizzera pochi anni fa dove oggi ha il suo studio al confine con l’Italia.
Kerin O’Keefe è considerata una dei critici enologici più influenti nel mondo del vino, dal 2013 è Italian Editor di ‘Wine Enthusiast’, incarico che l’ha vista scambiarsi il ruolo con Monica Larner che è divenuta la critica ufficiale per ‘Wine Advocate’.
“Mi occupo solo di vini italiani da anni perché per me sono super – dichiara all’Adnkronos Kerin O’Keefe – c’è sempre qualche novità, ogni giorno scopro un nuovo vino o un vitigno.
I vini italiani poi rispecchiano il territorio ed è quello che vogliono i wine lovers che amano non solo bere un buon vino ma conoscere anche la storia che c’è dietro.
In questo l’Italia è il numero uno” afferma entusiasta. Kerin, bruna, occhi chiari e vivaci, fisico asciutto, classe e glamour da vendere, l’abbiamo incontrata a Vinitaly dove si stava preparando per condurre una delle sue esclusive Master Class sul Nebbiolo.
L’edizione di quest’anno di Vinitaly, a suo giudizio, è stata davvero speciale. Leggi il resto di questo articolo »