“Agost dà saor al most”: proverbi… di stagione

Agosto, tempo di attesa per il saggio trentino, che aspetta di raccogliere ciò che è stato seminato e guarda maturare l’uva nella vigna. Vacanze? Non se ne parla. Anche perchè agosto è il mese che può far maturare definitivamente, oppure compromettere, il raccolto. Nei proverbi i riferimenti sono soprattutto al granturco, il “zaldo” che serve per la polenta, e, chiaramente, al vino.

“Agost dà saòr al most” dice il saggio, sorseggiando un bicchiere di vino dell’anno precedete, ed aspettando la vendemmia. Un occhio è sempre rivolto al cielo, dove nuvole e Santi regolano le sorti della campagna: “Se piove de l’Asunzion fén rave e formenton”, sembra quasi un modo per consolarsi di un Ferragosto bagnato… che però porterà gran raccolto di rape e mais.

Come detto di vacanza non se ne parla, dal momento che “chi vòl en bon most zapéta de agost”. C’è poi da raccogliere le nocciole, che “de san Roc le va de scroc”, insomma c’è tanto da fare che “de san Bartolamè al bestiam no se ghe sta puù drè”. Il riferimento è alla festa di san Bartolomeo, il 24 agosto, importante ricorrenza “conclusiva dell’estate, aperta sotto il segno di san Giovanni (24 giugno).

Ciò che più interessa il saggio, però, è come sempre la pioggia, vera e propria benedizione o maledizione a seconda dei casi. Se è vero che “san Lorènz de la gran calura” arriva immancabilmente tutti gli anni il 10 agosto non è così per la pioggia, che “de la Madòna l’èi ancor bòna, de san Roc ‘ncora ‘n pòc, de san Bartolamè coreghe drè”. Ovvero: la pioggia a inizio agosto va ancora bene, per mais e uva, ma più si avvicina la fine del mese e peggio sarà.

Del resto “l’acqua de agost la renfresca ‘l bosc”: questo proverbio che oggi potrebbe sembrarci un riferimento alla piacevole sensazione di frescura dopo un acquazzone di fine estate tra i boschi è in realtà un modo per dire che la pioggia a fine agosto serve al bosco, cioè… a niente. Almeno secondo la mentalità contadina, sempre rivolta al campo.

Il caldo, però, passa presto visto che “a san Gioachim gh’è ‘l prim freschim”, il 20 agosto le temperature iniziano a scendere. Altre stagioni, altro lavoro attende il saggio trentino: “de agost madura, de setembre se vendema”. Questa la perentoria frase che mette fine, da sempre, ad ogni estate.“

https://www.trentotoday.it – 03/08/2019

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