Mazara del Vallo, Giubileo produttori vini da messa
Martedì 11 novembre, ore 18, nella parrocchia Cristo Re di Mazara del Vallo, il Vescovo monsignor Angelo Giurdanella presiederà la celebrazione eucaristica giubilare per i produttori dei vini della santa messa. Concelebra don Daniele Donato, nuovo delegato vescovile per il vino della santa messa.
https://www.diocesimazara.eu – 14/10/2025
Perché a breve berrai vino bianco spagnolo
Per decenni il vino spagnolo è stato raccontato con i toni caldi e profondi del rosso, simbolo di tradizione e di potenza tannica. Ma oggi il racconto si tinge di nuove sfumature: il bianco iberico avanza, conquista spazi, e inizia a farsi riconoscere come espressione autentica dei territori che lo generano. Albariño, Godello, Verdejo, Viura e varietà meno conosciute come Treixadura o Garnacha Blanca costruiscono un mosaico di vini freschi, minerali, austeri o complessi, capaci di parlare una lingua diversa, internazionale eppure radicata nella loro origine.
In Rioja, culla storica del Tempranillo, il dato è eloquente: nel 2021 i bianchi erano quasi il dieci per cento della produzione totale, il doppio rispetto a meno di dieci anni prima. Le superfici a varietà bianche sono cresciute del cinquanta per cento e la narrazione stessa della denominazione sembra volgere lo sguardo a un futuro più luminoso, come spiega Mercedes García Rupérez di Bodegas Montecillo: «Il futuro della Rioja è sempre più legato a bianchi e rosati».
Ma è la Galizia, affacciata sull’Atlantico, a vivere il vero fermento. L’Albariño della Rías Baixas ha ormai conquistato il mondo e viene vinificato in interpretazioni sempre più strutturate, con salinità e tensione che lo avvicinano persino a uno Chablis. Accanto a lui, il Godello si affaccia come vitigno di rara versatilità e capacità di invecchiamento. Non a caso, colossi come Vega Sicilia e CVNE hanno deciso di investire milioni nella regione, consapevoli del suo potenziale.
Il cambiamento non riguarda soltanto l’export. Anche i consumi interni raccontano la trasformazione: nel 2024, in Spagna, i bianchi hanno guadagnato l’1,7 per cento, mentre i rossi hanno perso il 2,7 per cento. Numeri piccoli, ma emblematici: lo stile fresco, l’alcol più misurato, la bevibilità immediata e la capacità di dialogare con cucine moderne e leggere incontrano il gusto delle nuove generazioni. Una Spagna che beve diversamente e che si riconosce sempre più anche nel bianco.
E proprio in questo contesto si collocano alcune etichette emblematiche. Leggi il resto di questo articolo »
Chianti Classico e Vino Nobile di Montepulciano investono sul Canada, con l’Ithq
Il futuro del vino italiano nel mondo si costruisce investendo in promozione, anche stringendo collaborazioni con Paesi in cui sono attivi importanti scambi commerciali e che hanno, allo stesso tempo, tutte le potenzialità per crescere ancora di più. E’ il caso del Canada, il quarto mercato in assoluto in valore per il vino italiano, e che, nel primo semestre 2025, come dimostrano i dati Istat, analizzati da WineNews, ha generato un export, in crescita, salito a 197,7 milioni di euro (+12,8%) e 34,9 milioni di litri (+6,6%) sul primo semestre 2024, complice anche la “freddezza” dei rapporti con gli Usa che hanno frenato gli acquisti.
L’interesse del vino italiano per il Canada è testimoniato anche da due partnership che vedono protagoniste altrettante denominazioni tra le più prestigiose della Toscana e non solo: il Chianti Classico e il Vino Nobile di Montepulciano. I due Consorzi di tutela hanno, infatti, raggiunto un’intesa con l’Institut de Tourisme et d’Hôtellerie du Québec (Ithq), istituzione canadese di riferimento per la formazione nei settori dell’ospitalità, della ristorazione e del turismo. Si tratta dell’unica scuola del Paese a offrire programmi a livello professionale, tecnico e universitario ed è dotata di strutture come una scuola alberghiera, due ristoranti didattici e un bar, ospitando anche due unità di ricerca (GastronomiQc Lab ed ExperiSens) e un centro di consulenza alberghiera. L’Ithq, inoltre, offre formazione a professionisti, servizi ad aziende e istituzioni e workshop per il grande pubblico.
La nuova intesa di partenariato tra il Consorzio Vino Chianti Classico e l’Institut de Tourisme et d’Hôtellerie du Québec (Ithq) dura di tre anni e prevede l’organizzazione di programmi formativi in Toscana per gli studenti del corso internazionale in Servizio e Sommellerie di ristorazione dell’Ithq. Due volte l’anno, gruppi di 12-17 studenti saranno accolti nel Chianti Classico per un soggiorno di tre giorni, con visite a produttori, degustazioni, attività culturali e gastronomiche. L’Ithq, da parte sua, si impegna a valorizzare i vini del Chianti Classico a Montréal, integrandoli nei programmi didattici e garantendo visibilità al Consorzio attraverso i propri canali istituzionali. Il Consorzio ospiterà presentazioni, incontri e degustazioni nella propria sede e le aziende associate, offrendo agli studenti un’esperienza formativa completa che unisce la tecnica alla scoperta del territorio.
“Per il Chianti Classico – ha dichiarato Giovanni Manetti, presidente del Consorzio Vino Chianti Classico Leggi il resto di questo articolo »
AI, nasce il primo “sommelier artificiale” del mondo: “Conosce e abbina 400 vini”
Vi fidereste di un consiglio sul vino dato da qualcuno che non lo ha mai annusato, studiato o assaggiato? Molti direbbero di no, eppure l’intelligenza artificiale sta diventando una nuova alleata sia per i produttori sia per i consumatori, rivoluzionando il modo in cui scegliamo e degustiamo le etichette.
La conferma arriva dall’Heilbronn Wine Village, storica festa del vino in Germania, dove i fratelli Simon e David Blank hanno presentato la loro creazione: un’app che, semplicemente inquadrando i QR code presenti negli stand, suggerisce in tempo reale il vino più adatto da provare e l’abbinamento perfetto con i piatti della fiera, che si tratti di un hamburger gourmet, di ravioli di pane o di un currywurst fumante.
Cresciuti nella regione vitivinicola del Tauberfranken, da sempre affascinati dal mondo del vino, Simon e David hanno ideato Vinolin durante gli studi di informatica aziendale all’Università di Mannheim, ispirati da un progetto che prevedeva consulenze digitali per alcune cantine. Oggi l’app mette a disposizione una banca dati alimentata sia da sommelier professionisti sia dagli stessi produttori, capace di fornire descrizioni sensoriali e suggerimenti di abbinamento mirati. Il successo non si è fatto attendere: già a inizio 2025 quindici aziende vinicole hanno adottato Vinolin, con utenti che arrivano a registrare fino a quindici interazioni al giorno con questo “sommelier digitale”.
I fratelli Blank tengono a precisarlo: Vinolin non vuole sostituire sommelier ed enologi in carne e ossa, ma offrire un supporto prezioso, soprattutto in un momento in cui il settore soffre la mancanza di personale qualificato. Forte di una sovvenzione e di un finanziamento pre-seed da 200.000 euro della Landeskreditbank Baden-Württemberg, il progetto si prepara ora a crescere, puntando al mercato tedesco, europeo e persino oltreoceano.
Nel frattempo il team si amplia, con nuove assunzioni e una sede in apertura entro fine anno, mentre si studiano ulteriori sviluppi: dalla visualizzazione interattiva dei vigneti nell’app a collaborazioni con catene di supermercati, fino a forme di consulenza sempre più personalizzate. Un sorso di futuro, dunque, che promette di cambiare il modo in cui ci lasciamo guidare nella scelta del vino.
https://reportergourmet.com/it – 26/09/2025
Vernaccia vs Varnacia: il “vino di Dante” vince la battaglia del marchio in Spagna
Dopo una lunga disputa legale, il Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano ottiene la cancellazione del marchio spagnolo “Varnacia 1321″, reo di aver sfruttato indebitamente la notorietà della Dop italiana.
Vernaccia (italiana) vs Varnacia (spagnola): non una sfida per stabilire quale sia il vino migliore tra i due, ma una battaglia in tribunale con accuse di sfruttamento illegale del marchio iniziata nel 2022 e che ha visto il Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano ottenere la cancellazione del marchio spagnolo Varnacia 1321, reo di aver sfruttato indebitamente la notorietà della Dop italiana. Un risultato importante per la tutela della denominazione, conseguito grazie alla strategia legale dei consulenti di Bugnion Spa.
La vicenda che ha coinvolto il vino toscano, citato già da Dante nel Purgatorio, ha inizio il 13 maggio 2022, quando la società spagnola Gmarket fa richiesta di registrazione del marchio figurativo Varnacia 1321 per vini in classe 33. Un nome che richiama in modo piuttosto esplicito e ingannevole la Dop Vernaccia, peraltro con l’aggiunta dell’anno 1321, che rievoca proprio l’anno di pubblicazione della Divina Commedia e la citazione di questo vitigno toscano da parte di Dante Alighieri. Pronta la risposta del Consorzio di tutela, che ha dato avvio a una battaglia legale la cui conclusione prevede che il Varnacia 1321 venga cancellato dal registro dei marchi spagnoli.
“Il Consorzio nasce prima di tutto come espressione giuridica della comunità di tutti i viticoltori della città di San Gimignano – spiega Manrico Biagini, presidente del Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano -, con il compito di proteggere e valorizzare quei vini che da secoli, ormai, rappresentano al meglio la nostra città e il nostro territorio. Ecco perché oggi siamo ancora più orgogliosi di aver ottenuto questo importante risultato, frutto di un lavoro che parte da lontano, con un attento monitoraggio non solo del mercato estero e internazionale, ma anche e soprattutto dei diversi registri marchi nazionali.
Il modo più efficace per bloccare sul nascere una minaccia è proprio quello di intercettare questi marchi prima che arrivino sul mercato, tramite un servizio di sorveglianza, limitando così al massimo qualsiasi eventuale danno di immagine, per noi e per i nostri viticoltori”.
https://vinonews24.it – 24/09/2025
“Sul tema vino e salute, l’Oms tornerà a combattere l’abuso e non il consumo tout-court”
“Il “Pacchetto Vino” Ue deve andare alle aziende che investono in enoturismo, promozione, comunicazione, qualità, e anche nel no alcol, e per agganciare le nuove generazioni. Vino e salute? In una bozza di documento Oms, che abbiamo visionato, si riafferma il concetto di non contrastare il consumo tout-court di alcol, ma di combattere l’abuso. E di questo siamo relativamente contenti”.
Ignacio Sanchez Recarte, segretario generale Ceev-Comité Européen des Entreprises Vins, dalle previsioni vendemmiali 2025 by Assoenologi, Unione Italiana Vini (Uiv) e Ismea, a Roma.
https://winenews.it – 17/09/2025
Herita Marzotto Wine Estates è la prima azienda del vino italiano a raggiungere la Carbon Neutrality
È la prima azienda vinicola italiana ad ottenere un traguardo storico nel campo della sostenibilità: Herita Marzotto Wine Estates, uno dei principali player del settore vitivinicolo italiano ed internazionale, ha raggiunto la Carbon Neutrality per l’esercizio finanziario 2024. Il risultato è stato certificato in accordo con lo standard internazionale Pas 2060, a seguito della certificazione dell’Impronta Carbonica di Organizzazione secondo la norma Iso 14064-1 per tutte le unità produttive del gruppo, incluse quelle negli Stati Uniti.
La notizia viene divulgata in concomitanza con la pubblicazione dell’edizione n. 3 del Bilancio di Sostenibilità: il documento offre una visione chiara e trasparente degli impatti, rischi, opportunità, politiche, azioni, obiettivi e metriche relativi alla sostenibilità aziendale. L’azienda ha intrapreso questo percorso ben 12 anni fa, iniziando a misurare ed a compensare le emissioni associate al Pinot Grigio Santa Margherita venduto nel mercato canadese, fino a giungere nel 2024 alla compensazione di tutte le emissioni rientranti nella carbon footprint di organizzazione.
L’impegno di Herita – gruppo che riunisce alcune delle tenute più importanti del vino italiano (da Santa Margherita in Veneto a Kettmeir in Alto Adige, da Ca’ del Bosco in Franciacorta a Lamole di Lamole e Vistarenni in Chianti Classico, da Cà Maiol nel Lugana a Torresella nel Veneto Orientale, da Sassoregale in Maremma a Cantine Mesa in Sardegna, passando per Roco Winery, in Oregon, ndr), con un giro d’affari di oltre 248 milioni di euro e oltre 25 milioni di bottiglie vendute nel 2024 in oltre 90 Paesi del mondo – nella lotta al cambiamento climatico si concretizza attraverso una strategia duplice: la riduzione delle emissioni di carbonio come priorità e un significativo impegno nella compensazione per raggiungere un impatto climatico netto pari a zero.“È con grande soddisfazione Leggi il resto di questo articolo »
Il vino italiano in tour: tre città cinesi per Vinitaly Roadshow
Da Pechino a Chengdu, un viaggio tra calici, masterclass e nuovi mercati
Il vino italiano guarda alla Cina con un nuovo capitolo di promozione internazionale. Dal 15 al 19 settembre andrà in scena l’ottava edizione del Vinitaly China Roadshow, la rassegna itinerante ideata da Veronafiere insieme a ITA – Italian Trade Agency e con il sostegno della Farnesina. Un percorso che unisce tre città simbolo del dinamismo cinese – Pechino, Wuhan e Chengdu – in un arco geografico e culturale che abbraccia oltre 50 milioni di abitanti.
Protagoniste saranno 31 cantine italiane e il Consorzio vini d’Abruzzo, impegnati in incontri con sedici tra i principali importatori asiatici già accreditati. Accanto al vino, anche altre eccellenze agroalimentari italiane come il Grana Padano e la pasta Rustichella, senza dimenticare il contributo di partner storici come De’ Longhi.
Il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, ha sottolineato l’importanza di consolidare la presenza italiana in Cina, un mercato che non ha ancora espresso appieno il proprio potenziale: “Gli obiettivi in termini di posizionamento del nostro vino sono ancora lontani. Occorre intensificare gli sforzi per sostenere le aziende e facilitarne l’ingresso commerciale”.
Il programma prevede un ricco calendario di masterclass e degustazioni rivolte al trade, tra cui l’apertura a Pechino con il tasting “North to heart: Friuli to Tuscany with Frescobaldi”, guidato dal vicepresidente dell’azienda, Stefano Benini. A Wuhan, invece, spazio a una speciale edizione del corso “Italian wines & spirits”, organizzato da ITA.
Accanto al Roadshow, dal 13 al 19 settembre le stesse città ospiteranno anche la Italian Wine Week, una formula diffusa che coinvolgerà oltre cento locali tra bistrot, enoteche e wine bar. Un’iniziativa pensata per portare i calici direttamente nelle mani dei consumatori cinesi e raccontare, attraverso il gusto, la varietà e la ricchezza culturale del vino italiano. “Vinitaly non è solo una fiera, ma una piattaforma che promuove nel mondo l’unicità della nostra enologia”, ha ricordato Adolfo Rebughini, direttore generale di Veronafiere.
La Cina rappresenta solo una tappa di un percorso di internazionalizzazione sempre più ampio. Dopo l’appuntamento asiatico, Vinitaly farà rotta verso gli Stati Uniti, il Giappone, i Balcani e l’India, confermando una strategia che mira ad aprire nuove rotte e a consolidare quelle già avviate.
https://www.cronachedigusto.it – 12/09/2025
Chi è l’importatore che ha fatto ricorso contro i dazi Usa sul vino
Corsa ad ostacoli per i dazi Usa. Nell’ultimo weekend di agosto è arrivata la notizia che la Corte d’Appello degli Stati Uniti ha confermato l’illegittimità delle procedure che hanno portato all’imposizione dei dazi, come già sostenuto nella sentenza di primo grado a fine maggio, a seguito di un ricorso contro le tariffe presentato da diverse realtà di 12 Stati americani, tra cui, dal mondo del vino, la società Vos Selectionsdi Victor Schwartz.
La Corte dopo il primo ricorso della Casa Bianca ha ribadito che l’International Emergency Economic Powers Act (Ieepa, la legge che consente tra l’altro di applicare dazi e tariffe) “non conferisce al Presidente l’autorità di imporre tariffe così ampie”, riaffermando che il potere tariffario appartiene al Congresso. A spiegarlo, tra gli altri, la Us Wine Trade Alliance. La corte ha però anche sospeso temporaneamente gli effetti della sua sentenza fino a metà ottobre, il che significa che le tariffe rimangono in vigore, mentre l’amministrazione farà appello. L’amministrazione ha già chiarito che intende chiedere un riesame da parte della Corte Suprema. Se la Corte accetterà di esaminare il caso questo autunno – aggiunge la Uswta – le discussioni si terrebbero probabilmente all’inizio del prossimo anno, con una decisione attesa entro la tarda primavera o l’estate del 2026.
Sul proprio sito Vos Selections spiega così la sua presa di posizione: “Abbiamo trascorso quasi quarant’anni a costruire un’azienda basata sulle relazioni, con i piccoli produttori di tutto il mondo, con i nostri clienti e con la nostra comunità. Importiamo vini e distillati che non possono essere replicati altrove perché sono profondamente legati alla terra, alla cultura e alle persone che li producono. Ora, i dazi radicali minacciano di smantellare quell’ecosistema.
Queste nuove tasse, imposte senza l’approvazione del Congresso, mettono a repentaglio non solo la nostra attività, ma anche i mezzi di sussistenza delle famiglie di agricoltori che rappresentiamo e l’accesso dei consumatori americani a prodotti diversi e autentici. Crediamo nel libero mercato, nel processo equo e nel prendere posizione quando qualcosa non va. Ecco perché abbiamo aderito a una sfida legale contro queste tariffe. Non si tratta di politica. Si tratta di principi e di preservare l’integrità di un’azienda costruita sulla lealtà, la fiducia e l’importazione senza paura”
https://www.federvini.it – 01/09/2025
Vino, la Regione finanzia il MUVIN per la fase due del Museo internazionale
La Giunta regionale approva nuove azioni a sostegno della Fondazione Museo del Vino: sito multimediale, studi di attrattività economica e culturale, concorso internazionale di idee per il percorso museale.
Prosegue il cammino verso la realizzazione del Museo Internazionale del Vino di Verona (MUVIN). La Regione Veneto ha approvato un nuovo pacchetto di azioni con un contributo di 55 mila euro a favore della Fondazione nata nel 2022 per valorizzare la cultura della vite e del vino, attraverso un progetto multimediale in grado di promuovere non solo il prodotto, ma anche il territorio veneto sotto il profilo turistico e culturale.
Il nuovo intervento prevede la creazione di un sito internet multimediale che documenti la progressiva istituzione del Museo e la sua missione, insieme a una verifica dell’attrattività economica e finanziaria della struttura. A questi si aggiungeranno uno studio delle soluzioni architettoniche e la progettazione del percorso esperienziale museale, elementi chiave per la definizione del concept finale.
«Il vino veneto non è solo un prodotto di eccellenza, ma racconta la storia e la cultura della nostra comunità – spiega l’assessore alla Cultura e al Territorio, Cristiano Corazzari –. Per questo la Regione ha scelto di investire nel progetto MUVIN, con sede a Verona, un hub del vino in una regione che è terra di pregiati vigneti conosciuti in tutto il mondo, con l’obiettivo di promuovere non solo un prodotto ma anche il territorio».
Con questo sostegno prende avvio la seconda fase del progetto, che comprende la definizione dei contenuti scientifici del percorso museale, la realizzazione di un database madre di contenuti e un documento descrittivo del percorso di visita. «Grazie al sostegno regionale proseguirà il lavoro avviato lo scorso anno – aggiunge Corazzari –. Sono previste inoltre una ricerca sull’attrattività economica commissionata all’Università di Verona e un concorso di idee a livello internazionale per lo studio delle soluzioni architettoniche e del percorso esperienziale del Museo».
Il MUVIN, nelle intenzioni della Regione e della Fondazione, si propone di diventare un polo culturale di riferimento internazionale, capace di intrecciare enologia, turismo e identità territoriale, con Verona al centro di questo grande racconto.
https://veronaeconomia.it – 29/08/2025