Raffaella, una donna tra le vigne: “Non sapevo cosa fosse una gemma, oggi il vino è la mia vita”

Raffaella Bissoni tra le sue vigne

 Per fare capire agli altri che davvero, prima di tuffarcisi a pie’ pari, non aveva idea di che mondo fosse quello dell’agricoltura, Raffaella Bissoni porta sempre un eloquente esempio: “Una gemma? Mai vista. Ne avevo solo sentito parlare a scuola, sui libri di biologia”.

Ma dopo avere fatto la mamma a tempo pieno per sette anni, Leggi il resto di questo articolo »

Bordeaux affair – Associazione Italiana Sommelier

Una domanda sta inseguendo i sommelier, gli importatori e i distributori di vino, i giornalisti e gli acquirenti del vino rosso di Bordeaux: cosa bolle in pentola, o meglio cosa fermenta nel tino? Leggi il resto di questo articolo »

Vino: Cavit acquista la maggioranza della tedesca Kessler

Cavit, cooperativa che rappresenta il 60% della produzione vitivinicola trentina, entra nel capitale di Kessler, la storica cantina della regione del Baden Wurttemberg, nel sud della Germania, specializzata nella produzione di spumanti di qualità.

In particolare, Cavit ha acquisito una quota di maggioranza, pari al 50,1%, dell’azienda tedesca.- Kessler, fondata nel 1826, produce e commercializza circa 1.000.000 di bottiglie di spumante (75 cl.), per un fatturato di circa 5 milioni di euro.

La collaborazione con Cavit portera’ know how oltre che risorse economiche utili a promuoverne lo sviluppo coerentemente alla notorieta’ del brand e delle sue potenzialita’.

 ”L’importanza del mercato tedesco per la spumantistica – ha affermato Enrico Zanoni, DG di Cavit – e l’opportunita’ di un ulteriore canale di valorizzazione delle uve Chardonnay dei nostri soci sono state le motivazioni principali che ci hanno portato a questa operazione”.

“Abbiamo potuto cogliere questa opportunita’ – ha continuato Adriano Orsi, presidente della cooperativa trentina – grazie alla solidita’ finanziaria di Cavit”.

 Cavit presiedera’ il consiglio di amministrazione della societa’ tedesca mentre la gestione operativa dell’azienda restera’ affidata al management attuale, che operera’ in costante accordo con il management trentino.

Agi – 12/07/2013

Vino al ristorante solo se racconta una storia

Se c’è qualcuno che favoleggia della luce in fondo al tunnel o spera che, prima o poi, tutto tornerà come prima, meglio che si rassegni e si metta, di corsa, ad adeguarsi ai cambiamenti.

Nel rapporto tra il vino e la ristorazione è cambiato tutto e nessuno pensa che si tornerà mai più indietro. Proposte enoiche da ripensare, gestione degli stock più delicata e complessa, investimenti sulla formazione da mettere in campo (in Italia si investe in formazione un vergognoso 1,2% dei ricavi), carte dei vini da riscrivere….

E il bello è che gli esperti si aspettano tra pochi anni una nuova rivoluzione: in meno di un decennio i “paninari” di oggi irromperanno sul mercato e si dovrà essere pronti ad adeguare di bel nuovo l’offerta.

Intanto ce la si deve vedere con la crisi che ha cambiato radicalmente il modo di bere. Leggi il resto di questo articolo »

Vino: lotta ai wine-kit per produrre finto Barolo venduti su eBay

E’ lotta ai finti wine-making kit venduti a poche decine di euro con la promessa di portare sulla tavola un super Barolo “fai-da-te”:

il Consorzio di tutela del Barolo Barbaresco Alba Langhe e Roero dice basta alle contraffazioni e all’uso improprio del nome della Docg più famosa del Piemonte.

Quindici annunci di finti kit per la produzione di un vino designato come Barolo sono appena stati cancellati sul sito internet di eBay nel Regno Unito.

Contemporaneamente due società inglesi sono state diffidate dall’utilizzare impropriamente sui loro portali web il nome Barolo Leggi il resto di questo articolo »

Lattine, brick, bustine: adesso il vino si porta in borsetta

La bottiglia non basta più: vino e alcolici cambiano forma. Lattine, bustine, brick: non ci sono limiti alle nuove strategie industriali.

Addio vetro, anche alluminio, cartone e persino sacchetti da spremere possono fare ala caso.

Anche se c’è chi storce il naso. Non sono solo i puristi del vino, gli integralisti del rituale che dalla spremitura arriva al calice.

Sono anche alcuni consumatori, preoccupati che le nuove confezioni, con i loro colori sgargianti e le modalità agita e gusta possano attirare i più giovani. Anzi, peggio: il rischio è quello di trarre in inganno. Un caso o una nuova strategia commerciale?

Negli ultimi anni, le imprese produttrici di alcol hanno convogliato sempre più investimenti verso lo studio di una nuova veste, più accattivante.

Una manovra che, secondo i critici, svela un’ipocrisia: da una parte la comunicazione sociale mette all’indice il consumo eccessivo di alcol e la legge vieta o limita la vendita ai minorenni. Dall’altra però le imprese puntano a un target sempre più giovane.   

Al di là di dubbi e problemi, resta comunque l’emergere di una nuova moda e di nuove abitudini di consumo. Anche se la tradizione del vino resta forte, il formato di vendita sta evolvendo.

Si va dalle bottiglie di formato ridotto al vino in brick. Dagli alcolici monoporzione alle lattine. I nuovi prodotti giocano su prezzi ridotti e facile reperibilità e sembrano aprire la strada all’alcol da borsetta.

affaritaliani.it – 01/07/2013

La naturalità di un vino è anche nei lieviti che lo hanno prodotto

Il profilo aromatico cambia sensibilmente in ragione dei lieviti utilizzati. Non vi sono però solo i ceppi selezionati, anche alcuni “nativi” possono dare risultati sorprendenti, migliorando la qualità complessiva e differenziando il prodotto

E’ noto che i lieviti, ma anche i batteri, influiscono in maniera determinante sugli aromi dei vini. Negli ultimi decenni molte aziende si sono cimentate nella selezione di determinati ceppi adatti a garantire risultati ben definiti a i vini, in ragione del terroir o del vitigno.

Oggi che il concetto di naturalità sta prendendo lentamente campo, la ricerca fa però un passo indietro cercando di valutare, meglio sarebbe dire rivalutare, i lieviti e i batteri “nativi”, ovvero quelli presenti in cantina o in vigna, che possono conferire particolari sentori o aromi.

Lavori di ricerca hanno mostrato che Oenococcus oeni produce esterasi che sono in grado di idrolizzare substrati artificiali. Uno studio però ha provato a comprendere gli effetti su O. oeni sulla fermentazione malolattica e, più specificatamente, nella produzione di alcuni componenti come butanoato etilico, etil esanoato ed etil octanoate.

I risultati delle prove hanno mostrato che, anche ceppi con bassa attività di idrolisi esterasi su substrati artificiali, provocavano un sensibile incremento degli esteri totali dopo fermentazione malolattica. Quindi O. oeni ha un impatto non secondario sul profilo aromatico del vino. Leggi il resto di questo articolo »

Vino vegano, sempre piu’ richiesto

Per chi ha scelto una dieta vegetariana anche il vino puo’ provocare problemi, a causa di alcune sostanze di origine animale utilizzate sia in vigna che in cantina durante la produzione.

Ecco che anche in Italia si sente parlare sempre piu’ spesso di vini per vegani, realizzati escludendo totalmente la sofferenza degli animali.

Le sostanze da evitare nella produzione dei vini adatti per vegani sono: Leggi il resto di questo articolo »

Scoperta molecola che predice durata dei rossi.

Basta una molecola per predire la durata della vita di un vino rosso: la sostanza, scoperta da un gruppo di ricercatori dell’Università di Bordeaux e denominata ’3-methyl-2,4-nonadiene’, è un indicatore chimico la cui maggiore o minore concentrazione può determinare la capacità del vino di resistere al passare del tempo.

La ricerca, riportata da Winenews, è partita dopo l’allarme lanciato poco tempo fa proprio dall’Università di Bordeaux sulla diminuita capacità di molti rossi di durare nel tempo.

Gli studiosi sono partiti da recenti scoperte sull’invecchiamento precoce dei bianchi per individuare un marcatore che potesse dare analoghe indicazioni per i rossi.

La molecola trovata è presente in aromi propri dei vini invecchiati, come la prugna o la frutta cotta. In sintesi, più bassa la concentrazione di questa molecola, maggiore la capacità del vino di durare nel tempo.

Per Attilio Scienza, uno dei massimi esperti di vitinicoltura mondiale, si tratta di “uno strumento non trascurabile per stimare le possibilità di un vino di invecchiare, anche di anno in anno, da luogo a luogo”, che potrebbe avere importanti ripercussioni sul mercato del vino.

Ansa – 25/06/2013

Vino da “fantascienza”.

Vino Star Trek

Vino Star Trek

Arriva il vino dedicato a “Star Trek”, la famosa saga fantascientifica televisiva e cinematografica.

L’idea viene da una cantina della Sonoma Valley (California), Viansa Winery. La gamma è costituita da tre vini dai nomi immaginari citati nella serie, come Tulaberry e Bajoran e, in etichetta, sono effigiati gli eroi della saga, dal Capitano Spock al capitano comandante dell’Enterprise James T. Kirk.

Solo 1.700 le casse dei tre vini (“The City of the Edge of Forever”, “Mirror Mirror” e “The Trouble with Tribbles”) dedicati a “Star Trek”, ottenuti da blend di Merlot, Cabernet Franc, Sangiovese, Dolcetto, Tinto Cao e Tempranillo.