Expo, le mappe ubriache. Sparito il padiglione vino

Il padiglione del vino, questo sconosciuto. Dovrebbe essere uno dei punti di forza dell’Italia a Expo, vanto e vetrina delle eccellenze nostrane.

Eppure non è segnalato sulle cartine ufficiali dell’Esposizione. Così come sulle mappe on line.Niente di niente.

Dopo oltre due settimane dall’apertura, l’organizzazione non ha ancora rimediato alla gaffe.

Il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani, che finora è stato zitto, esaurisce il limite di tolleranza. Non esplode ma, con garbo, si sfoga in un tweet: «Forse sarebbe utile localizzare il padiglione vino su mappe, sito e app.

E dire agli Info point dove si trova. Basta davvero poco».

A breve le mappe di Expo saranno corrette. Leggi il resto di questo articolo »

Un bicchiere di vino bianco per rafforzare il sistema cardiovascolare

Non è la prima volta che si parla di vino bianco associato a benefici effetti sulla salute.

Il primo a parlarne fu Alberto Bertelli dell’Università degli Studi di Milano (Dipartimento Scienze Biomediche per la Salute).

Egli aveva suggerito come alcuni composti, in particolare tirosolo ed idrossitirosolo, presenti nel vino bianco ma soprattutto in quantità decisamente più elevata nell’olio extra vergine di oliva potessero avere un effetto benefico sul sistema cardiovascolare, che comprende non solo il cuore e i vasi sanguigni, ma anche il rene.

Oggi, grazie a una ricerca svolta dall’Università di Milano in collaborazione con l’Università di Torino, di Pisa e l’Ospedale Versilia di Viareggio, è stato scoperto che, a fare la differenza può essere l’acido caffeico contenuto nel bianco, che stabilisce un meccanismo protettivo del sistema, pur se assunto in piccolissime dosi, stimolando la biodisponibilità della molecola di ossido nitrico, con importanti effetti cardioprotettivi e nefroprotettivi.

È stato inoltre dimostrato che a livello genico l’acido caffeico modula l’espressione di geni coinvolti nella protezione del sistema cardiovascolare e nell’inibizione della morte cellulare programmata.

Gli studi sottolineano l’innescarsi del meccanismo anche in presenza di bassissime dosi d’assunzione, tali da poter essere raggiunte con il consumo di uno o due bicchieri di vino al giorno.

Nel pieno rispetto di un consumo moderato.

www.teatronaturale.it – 13/05/2015

Un’uva chiamata Ciliegiolo

Nonostante la sua origine incerta, probabilmente portato dalla Spagna nella seconda metà del 1800, è considerato vitigno autoctono della Toscana, ma ha attecchito in tutte le regioni del centro: Umbria, Marche, Lazio, e anche in Liguria.

Ciliegiolo è un vitigno vigoroso, a maturazione precoce, si adatta a diversi habitat, ma a causa della sua ridotta fertilità basale predilige terreni non troppo fertili, freschi e collinari, presenta un grappolo grosso, allungato, dai 20 ai 30 cm, uva ciliegiolo compatto con acini di colore nero violaceo di forma arrotondata che tanto bene ricorda, appunto, la ciliegia.

Ma anche il sapore del vino, molto corposo, rende l’idea del frutto.

Studi effettuati dall’Istituto di San Michele all’Adige fanno risalire una parte del Dna del Sangiovese proprio al Ciliegiolo.

Nell’ultimo decennio, questo vitigno è stato rivalutato e salvato dall’estinzione, Leggi il resto di questo articolo »

Tempranillo, uva pellegrini spagnoli vincente per Italia

Da Santiago di Compostela all’Italia centrale furono i pellegrini a portare semi di Tempranijo o Tempranillo, un vitigno spagnolo a bacca rossa che sta dando grandi soddisfazioni ai primi produttori italiani che ci hanno creduto.

Casale del Giglio, nel panorama vitivinicolo laziale, con i grappoli iberici ha appena conquistato una ‘Gran Menzione’ Vinitaly al 22/mo Concorso Enologico Internazionale per la categoria ”Vini rossi dai tre ai quattro anni dalla vendemmia”, insieme al Premio Speciale “Vinitaly Nazione 2015″.

La premiazione si terrà durante Milano Expo al padiglione ‘Vino – A Taste of ITALY’.

Un risultato importante che coincide con la ricorrenza dei “30 Anni di Ricerca” dell’azienda pontina, sottolinea il produttore Antonio Santarelli che, seguendo l’intuito paterno, ha impiantato quasi 60 varietà di vitigni diversi per produrre attualmente una gamma di 20 vini da monovitigni e da assemblaggi.

Mentre a San Miniato (Pisa) l’azienda Pietro Beconcini ha recentemente presentato una verticale dei ”Dieci anni di Vigna alle Nicchie” Leggi il resto di questo articolo »

Grappe Val di Cembra a Vicenza

Nei giorni scorsi all’ANAG di Vicenza si è svolta una serata di degustazione guidata dal Mastro Distillatore trentino Bruno Pilzer, generazione di distillatori, dal 2001 impiantatasi a Faver (provincia di Trento), nella Valle di Cembra, terra di vini.

L’iniziativa, organizzata dalle sezioni vicentina e veneta di Anag è stata una “maratona del buon grado”, iniziata con l’approfondimento culturale del rapporto che esiste tra la grappa, prodotto cento per cento italiano, e gli altri distillati internazionali di acquaviti.

Dodici i prodotti in degustazione, accompagnati da formaggi, salumi e dolci messi a disposizione dal locale che ha ospitato l’evento, il Ristorante “Al Company” di Vicenza.

Ad aprire l’appuntamento “spiritoso” è stata una grappa giovane di Nosiola, autoctono trentino a bacca bianca, seguita da una semi-aromatica di Muller Thurgau e da una giovane aromatica di Gewurztraminer. Leggi il resto di questo articolo »

Produttori di vino con un clic, con “Vineaway” la vendemmia si fa da casa

Una vendemmia hi tech, dall’acino alla bottiglia in pochi clic. È l’idea di Vineaway, startup lanciata da due giovani pugliesi. Un progetto di agricoltura smart, semplice e innovativo.

Il consumatore noleggia il lotto di un vitigno e monitora tutto il processo produttivo – dalla coltivazione alla vinificazione fino all’imbottigliamento – attraverso webcam e altre tecnologie. Fino a ricevere le bottiglie di vino a casa. 
 
Attraverso una piattaforma interattiva si entra direttamente in vigna, seguendo ogni fase del processo. Un’idea simile, di vendemmia condivisa, era stata inaugurata da “Adotta un filare” a Castagnole delle Lanze (Piemonte) ma senza la componente tecnologica.

«Ai nostri produttori viene offerto uno strumento nuovo, Leggi il resto di questo articolo »

Il formaggio può abbassare il colesterolo. Il paradosso francese si arricchisce di un nuovo tassello

Il formaggio può abbassare il colesterolo. Il paradosso francese si arricchisce di un nuovo tassello.

Dopo il vino, alla base del paradosso francese, anche il formaggio entra tra gli alimenti “buoni”, per contenere il colesterolo cattivo.
Alcuni ricercatori danesi hanno indagato sul metabolismo digestivo dei prodotti lattiero-caseari e del formaggio in particolare.

Non solo il vino, anche il formaggio dovrebbe far parte del paradosso francese, Leggi il resto di questo articolo »

A Expo 2015 vino al cobra del Vietnam e grilli e larve al cioccolato thailandesi

Per la prima volta in Italia potrà essere consumato a tavola il pesce palla grazie ad una speciale deroga accordata al Giappone per l’esposizione o la degustazione esclusivamente all’Expo che sta per essere concessa anche al coccodrillo per il quale si è mosso lo Zimbawe mentre sono già sbarcati a Milano dalla Thailandia scorpioni ricoperti di cioccolato, larve giganti, termiti disidratate, vodka allo scorpione e cavallette mentre altri insetti dovrebbero arrivare da Vietnam e Birmania, dove sono abitualmente consumati.

E’ quanto emerge dal primo studio sull’Expo nel piatto della Coldiretti che, a Cagliari, in occasione della spedizione dopo anni di divieto del primo maialetto sardo, ha esposto alcune inquietanti curiosità provenienti da diverse parti del mondo, dal vino di serpente che si beve in Cina e in Vietnam, Leggi il resto di questo articolo »

Rivoluzione nelle cantine italiane; per il vino si userà il cocciopesto

Stop all’utilizzo di botti e barrique nelle cantine: nella produzione del vino si potrà utilizzare il cocciopesto.

La novità è stata presentata al Vinitaly e richiama la tradizione della vinificazione in argilla utilizzata in Georgia e nell’impero romano; tre le innovazioni tecniche: la forma del contenitore, interamente ovoidale, come quella delle anfore in terracotta, che facilita la condensazione dei gas della fermentazione e la creazione di moti convettivi utili al mosto; le dimensioni, più ampie di quelle delle anfore; e il cocciopesto, totalmente naturale e traspirante, che non ha bisogno né di cottura, né di forni. Leggi il resto di questo articolo »

Rivini Wine Festival: sarà presente anche un vino giapponese del vitigno del Koshu

Rivini Wine Festival: sarà presente anche un vino giapponese del vitigno del Koshu

Al Rivini Wine Festival ci saranno molti vitigni che meritano di essere scoperti, a parte i vitigni nobili e classici si potrà scoprire anche un vino giapponese.

Il vitigno giapponese è il Koshu, un’uva dalla buccia rosa che è coltivata in Giappone fin dal lontano 8 secolo, anche se per lungo tempo la si è utilizzata solamente come uva da tavola è dal 19 secolo che nel paese del Sol Levante hanno iniziato a produrre vino con questo vitigno autoctono.

La principale regione giapponese per il vino è Yamanashi  Prefecture, circa 100 km ad ovest di Tokyo, circondata dalle montagne tra cui spicca il famoso Mount Fuji. Il 40% della produzione vinicola del Giappone proviene da questa regione ed il 95% della coltivazione di Koshu è qua. Leggi il resto di questo articolo »