Strada dei Vini del Cantico, il 2016 un anno ricco di eventi
Il 2016 è stato un anno molto prolifico per la Strada dei vini del Cantico, con molte attività realizzate e iniziative promosse.
Ancora ima volta è stata fatta conoscere questa terra nel cuore dell’Umbria, ricca di arte, cultura, paesaggi mozzafiato e prodotti unici come il vino e l’olio.
Anche durante l’anno appena trascorso, infatti, sono state numerose le occasioni per iniziative ed eventi volti a far conoscere il territorio, ad incentivare lo sviluppo economico tramite la promozione di un’offerta turistica integrata costruita sulla qualità dei prodotti e dei servizi, a valorizzare e promuovere le produzioni enologiche di qualità, nonché ad affermare l’identità storica, culturale, ambientale, economica e sodale dei 12 Comuni aderenti: Assisi, Bettona, Cannara, Collazzone, Fratta Todina, Marsciano, Massa Martana, Monte Castello di Vibio, Perugia, Spello, Todi, Torgiano. Leggi il resto di questo articolo »
Perché la bottiglia di vino è da 0,75 l?
Perché la bottiglia di vino è da 0,75 l?
Perché le bottiglie di vino sono da 0,75 litri? Diciamo subito che il motivo è sconosciuto ma… sono diventate una misura standard mondiale.
Oggi solo alcune regioni sono autorizzate ad utilizzare un formato di bottiglia diverso da quello standard e per farlo ci vuole un permesso speciale dell’Ue.
Come spiega Julien Miquel per il sito di Vivino, fino al XIX secolo il vino veniva trasportato in anfore di coccio o botti di legno e solo da quel periodo iniziarono a imbottigliarlo in contenitori di vetro.
Allora le bottiglie avevano all’incirca il medesimo contenuto: gli inglesi 0,90 litri, gli europei tra 0,70 e 0,80 litri, gli americani 0,75.
La scelta di un contenitore da poco meno di un litro ha due teorie: la capacità di un vetraio di soffiare e plasmare in un colpo solo quella dimensione di bottiglia oppure la quantità ottimale di vino per un pasto di un uomo.
Per non sprecare o per rovinare il vino lasciandolo aperto esistono in commercio bottiglie più piccole.
Per esempio da 375 ml, metà di una bottiglia standard da 0,75 litri, è chiamata “Mignon” o “Fillette” e contiene circa 2 bicchieri di vino. Invece, per motivi di miglior invecchiamento, e di prestigio, ci sono anche bottiglie più grandi.
La più famosa è la “Magnum” che contiene 1,5 litri, il doppio di una standard. Quelle molto grandi hanno nomi biblici e capacità enormi.
Ad esempio, la “Melchior” (dal nome di un re magio) contiene 18 litri, cioè 24 bottiglie standard, oppure la “Melchizédek”: 30 litri equivalenti a 40 bottiglie da 0,75 litri.
Sono usate per l’imbottigliamento di vini pregiati, in quantità limitata e, soprattutto, a prezzi esorbitanti.
www.lastampa.it – 05/01/2017
Vini naturali sì, ma prima di tutto facciamoli buoni
Un mondo, enologico, in fermento ma con ancora molta strada da fare. Così lo vede anche uno dei “profeti” del movimento come Angiolino Maule.
“Ho cenato in un ristorante romano con carta dedicata e ho assaggiato cinque vini naturali. Ce ne fosse stato uno buono. Tutti pieni di difetti, anzi tutti sbagliati”.
Affermazione ad altissimo rischio, da insurrezione armata o giù di lì da parte di viticultori convertiti, consumatori affascinati (sempre più numerosi) e accaniti, intrattabili “avvocati” del “vin nature” comunque inteso e realizzato (non tutti ugualmente disinteressati per la verità: ce n’è più d’uno che su questo gioco del “contro” ha scientemente puntato per guadagnarsi rapidamente e gratis un’altrimenti assai problematica reputazione critica).
Roba da rivolta specie se a farla fosse stato un enogiornalista qualsiasi, o magari un produttore di quelli non “naturali”… Leggi il resto di questo articolo »
Vino: in gran bretagna il ‘prosecco’ diventa un te
Forte del suo fragoroso successo degli ultimi anni, il ‘Prosecco ‘ invade in qualche modo uno dei momenti sacri per gli inglesi, ovvero l’ora del te: con una iniziativa ai limiti dell’ ‘Italian sounding ‘, rilancia il sito Winenews.it, la catena di gdo Aldi, colosso da oltre 7.000 punti vendita nel mondo ed un fatturato superiore ai 60 miliardi di dollari, ha lanciato sul mercato un te aromatizzato al celebre vino veneto-friulano, il Prosecco Festive Infusion Tea, che on line e gia sold out, mentre si trova ancora in qualche negozio della catena.
Si tratta, spiega la compagnia, di una tisana senza caffeina venduta a 1,89 sterline per un pacchetto con 15 bustine, e con un sapore ‘vibrante e di festa, con un tonificante profilo al Prosecco ‘, ed e parte di una elezione di particolare di tisane speziate al vino.
www.padovanews.it – 11/12/2016
Per le donne l’uomo che non beve vino è noioso
Il vino è seduzione e un uomo che non beve vino è poco interessante (30%) se non addirittura noioso (25%).
Il vino è convivialità e un pasto senza vino viene percepito come una pausa di ”rifornimento” veloce (34%), ma triste (28%) o ”è una dieta” (28%).
Meglio bere un calice con il partner (48%), con l’amante (28%), e con le amiche (17%).
Il vino è anche un alimento, e molte enoappassionate vorrebbero che fossero messe “in chiaro” in etichetta calorie, quantità consigliate, pericolosità, e proprietà nutrizionali.
E’ quanto emerso da una ricerca presentata a wine2wine, un incontro promosso dalla presidente dell’associazione “Donne del vino” Donatella Cinelli Colombini e da Gabriele Micozzi dell’università Luiss di Roma, sulla base di 1200 interviste a donne tra i 18 e i 60 anni.
La maggioranza (63%) delle consumatrici intervistate dichiara interesse per vini con minore gradazione alcolica.
E nel 66% dei casi le donne preferiscono vini autoctoni e di territorio, e vorrebbero, molto più degli uomini, partecipare a corsi di approfondimento.
”La consumatrice-donna – ha osservato il ricercatore Micozzi – quando compra il vino lo fa dopo una attenta analisi che coniuga la propria storia personale con le informazioni.
Compra una etichetta quando ne è convinta dunque è una consumatrice fortemente responsabile”.
www.ansa.it – 08/12/2016
La sorpresa Cortese e la scommessa Grignolino
Una vendemmia come non se ne vedevano da anni, da cinque stelle «più». Perfetta per combinazioni climatiche, salvo sporadiche gradinate, ma giuste fioriture e buone riserve idriche invernali.
I vini astigiani che porteranno in etichetta il 2016 sono destinati a racchiudere l’eccellenza delle colline di Langa e Monferrato. E’ quanto emerso dall’esclusiva degustazione in anteprima di vini piemontesi della vendemmia 2016, organizzata da Confagricoltura Asti al palatartufo di piazza S. Secondo.
«La nostra associazione – ha detto il direttore di Confagricoltura Asti, Francesco Giaquinta – è l’unica nell’Astigiano ad aver recepito con chiarezza la pressante richiesta che giunge da giornali, operatori e buyer, ossia quella di poter pregustare le eccellenze e non solo sentirle descritte dai numeri».
La terza edizione di «Anteprima vendemmia 2016» ha riunito vignaioli e autorità per un assaggio di sei diverse tipologie di vini, bianchi e rossi, alcuni non ancora pronti per il consumo, come l’Alta Langa, ma tutti dalle grandi potenzialità.
Vera sorpresa è stato il Cortese Piemonte. Centodieci quintali ettaro, un vino bianco «sottovalutato, ma che fa sperare bene solo guardandolo nel bicchiere» Leggi il resto di questo articolo »
Inglesi vanno matti per il vino italiano: dal Prosecco al Pignoletto
Prima il Prosecco ora il Pignoletto: gli inglesi vanno pazzi per il vino italiano. Pur essendo ancora alte le vendite del prosecco, ora i britannici vogliono “bollicine” un po’ meno tradizionali e rétrò.
Negli Anni ’70 il preferito era il Lambrusco, che all’inizio del mese a Waitrose (catena di supermarket inglesi) ha superato il prosecco e sta per essere lanciato nei ristoranti “Carluccio” in tutto il Regno Unito.
Ma ora sembra che tutte le attenzioni siano per il Pignoletto frizzante le cui bottiglie in vendita a Waitrose, sono esaurite.
A introdurre nel 2015 il Pignoletto spumante brut doc, è stato Sainsbury (la terza catena di supermarket del Regno Unito) seguito a ruota nell’ottobre di quest’anno da Waitrose, scrive il Daily Mail.
Le bottiglie di vino spumante bianco nella catena di supermarket sono talmente popolari che il Brut prodotto da Cleto Chiarli è tutto esaurito e anche da Sainsbury, le vendite sono andate “oltre alle aspettative”. Leggi il resto di questo articolo »
Game of Thrones, arriva il vino ufficiale della serie tv
Game of Thrones sta diventando un marchio che supera la serie televisiva e va a finire sui prodotti più vari, seppur sempre legati -chi più chi meno- al mondo della serie tv della Hbo.
Si inserisce in quest’ottica, dopo la pubblicazione di un libro di ricette ed il debutto sul mercato della birra ufficiale, il lancio anche dei vini firmati Game of Thrones.
Grazie ad un accordo tra il network e la Vintage Wine Estates, che raggruppa alcuni vigneti americani, sono stati infatti realizzati tre tipi differenti di vino: un rosso, un Cabernet Sauvignon ed uno chardonnay.
I costi sono alla portata di tutti, ad indicare una buona qualità ad un prezzo accessibile: si va dai 19,99 dollari del rosso e dello chardonnay fino ai 39,99 dollari del Sauvignon.
“Dato l’importante ruolo del vino in Game of Thrones ed il nostro successo in passato nel settore delle bevande, un vino ufficiale dello show sembra una naturale estensione per i nostri fan”, ha spiegato il Direttore della sezione Licenze e Vendite del network Jeff Peters.
“I vini di Game of Thrones sicuramente daranno ai fan una maggiore esperienza nella battaglia al Trono di spade mentre ci si avvia alle ultime stagioni”.
I vini, per ora, saranno venduti sono negli Stati Uniti a partire da marzo.
Il lancio sul mercato è quindi in largo anticipo rispetto alla messa in onda della settima stagione, che andrà in onda nell’estate del 2017 (le riprese sono partite in ritardo per volere dei produttori, che hanno voluto aspettare la stagione fredda per girare).
Il vino è sicuramente una delle componenti più importanti di alcune scene della serie tv, soprattutto quelle in cui compaiono Cersei (Lena Headey) e Tyrion (Peter Dinklage), abituati a sorseggiare del buon vino mentre complottano contro i loro nemici.
Ora, anche i fan potranno bere vino e pensare a come avere la meglio sui propri nemici come loro due, anche se dubitiamo che troppo alcool in corpo possa favorire sagge decisioni: Cersei e Tyrion ce lo hanno dimostrato.
Portare i figli in enoteca, per combattere i superalcolici
In Italia si beve sempre meno vino e i bevitori sono sempre più vecchi: in compenso i ragazzi italiani trangugiano sempre più superalcolici.
Di norma sono bottigliacce, magari reperite dai bengalesi che pur di vendere non chiederebbero la carta di identità a un poppante.
Ma erano italiani coloro che a Ferrara hanno servito diciotto (18) bicchieri di vodka a una ragazza di tredici (13) anni, poi ovviamente finita all’ospedale.
Il locale è stato chiuso per quindici giorni ma non basta, in tali casi anche i gestori dovrebbero essere chiusi (in carcere) per quindici giorni.
Inoltre urge una campagna forse fiscale e certamente culturale che provi a ritrasferire i consumi alcolici dai distillati al vino.
Anche col vino ci si può ubriacare, però più lentamente e più consapevolmente.
Ogni vino ha una storia e una geografia e spesso una faccia (io consiglio sempre di preferire i vini di aziende il cui nome è, responsabilmente, un cognome), mentre i distillati da un euro al bicchiere non si sa nemmeno da quale pianeta vengano.
Un Aglianico, o un Lambrusco o un Montepulciano o un Sangiovese, non lo puoi ingollare, lo devi sorseggiare e quindi non lo puoi soltanto bere, devi anche pensarlo e così, oltre alla bocca, sei costretto a mettere un po’ in moto anche il cervello.
Che i padri portino i figli in enoteca, se non vogliono portarli al pronto soccorso.
www.ilfoglio.it – 21/11/2016
Il vino della Tuscia sempre più donna…
Se il vino del 2016 sarà super si saprà solo tra qualche mese, al momento di certo c’è un mosto importante e uve buone.
A esserne certo è l’enologo per eccellenza della Tuscia: Carlo Zucchetti. Da sempre impegnato sul territorio per promuovere e valorizzare i vini delle cantine locali.
“Il 2016 – dice l’enologo col cappello – è un’annata con dei pro e dei contro. Molto dipenderà da quello che ha fatto il vignaiolo. Mi spiego meglio. Se il vignaiolo ha portato in cantina uve buone, sane e pulite il risultato ci sarà.
Per il resto sembra un’annata nella media e se ci saranno punte d’eccellenza è davvero difficile dirlo ora. Nel 2014 per esempio all’inizio parlavamo di un’annata pessima ma alla fine vennero fuori dei grandi vini bianchi. Quindi mi sembra davvero prematuro fare una previsione su ciò che berremo”. Leggi il resto di questo articolo »