L’alcol non è lo spirito del vino
Il Dottor-Nutrizionista Marco Bernardone (cfr. Al supermercato col Nutrizionista e il gusto delle cose) si stava impegnando in un attento esame organolettico di un Timorasso dei Colli Tortonesi con cui avevamo deciso di iniziare il pranzo. Giancarlo Scaglione (cfr. Una gomma squarciata e un’occasione fortunata; Vigne antiche e orchidee fiorite: Pian dei Sogni) sornione, ascoltava compiaciuto. Io stavo muto. Pensavo, infatti, ai loro ragionamenti via via sempre più approfonditi, stimolati da un articolo di Angelo Gaja (il “Re del Barbaresco”, ma non solo – cfr. Una Gaja giornata a Barbaresco), che avevamo avuto il privilegio di leggere in anteprima, poi pubblicato su La Stampa il 16 febbraio 2025.
Mi piace sempre molto ascoltare persone che stimo, mentre parlano di cose che non so. In sostanza la questione era se l’alcol contenuto nel vino sia del tutto uguale all’alcol dei superalcolici e degli altri derivati. Angelo Gaja aveva scritto “non si tratta di stabilire gerarchie o fomentare la competizione tra diversi prodotti ma solo di offrire il massimo di chiarezza ai fruitori: far credere che il consumo di vini, spiriti o aperitivi, sia analogo o anche solo simile è fuorviante e scorretto proprio per le finalità e diverse modalità di assunzione”.
Ci si chiedeva se il consumo di alcol e in particolare di quello contenuto nel vino sia sempre e comunque nocivo in qualsiasi soggetto e quantitativo. Quella notte stessa il Dottor-Nutrizionista ha effettuato una ricerca e il mattino dopo ne abbiamo ricevuto l’esito.Un prestigioso e accreditato istituto scientifico era in effetti giunto alla conclusione che l’alcol contenuto nel vino, assunto con moderazione e in assenza di controindicazioni, possa giovare alla salute. In sostanza una conferma di ciò che fin dai nostri nonni abbiamo sempre sentito: “un bicchiere di vino al giorno toglie il medico di torno”, in linea con il cosiddetto (pur discusso) “paradosso francese”.
L’articolo ha suscitato discussioni nel settore scientifico e sanitario. Mi guardo bene dall’entrare nel merito e giro molto alla larga da qualsiasi disputa di carattere scientifico tra quelle sollevate attorno a quest’opinione. Men che meno intendo addentrarmi sulla questione dell’opportunità o meno dell’inasprimento delle sanzioni previsto dal Codice della Strada riformato. Non mi sogno neppure di prendere posizione sulla soglia del tasso alcolemico prevista dalle norme a pena di sanzione.
Certo è piuttosto preoccupante sedersi a tavola e star lì a misurarsi quel sorso di vino in più o in meno, se poi ci si debba mettere alla guida. Ma pazienza: adeguarsi occorre adeguarsi, semmai si può riflettere su come godere di questo meraviglioso prodotto dell’ingegno umano e della natura senza correre rischi. Ecco, forse sarebbe bene iniziare a godere del vino ben prima di assaggiarlo. Conoscerlo per scegliere bene la bottiglia e passare poi alle classiche fasi della degustazione: l’esame visivo, poi quello olfattivo e solo dopo aver ben ben “decifrato” quello che abbiamo nel bicchiere passare finalmente all’esame gustativo. Sono giunto a questo modo di procedere dopo aver frequentato negli anni svariati corsi di degustazione: più so, più capisco, più godo.
Mi bastano pochi sorsi. Il vino va trattenuto per estrapolarne con le papille gustative ogni potenziale. La chiave è quindi, forse, quella della “consapevolezza”. Consapevolezza di quanta terra, quanta tradizione, lavoro, scienza, poesia, paesaggio e cultura si versi nel bicchiere. Conoscenza, rispetto e gusto. Fateci caso: quanto maggior gusto nell’assaggiare un vino quando si sono visitati i luoghi in cui è prodotto, quando se n’è conosciuto il Produttore … E “Il gusto è cultura e memoria”.
Chissà perché mi viene in mente un video che è circolato online recentemente e che ha come protagonista un soggetto assurto senza meriti agli onori della cronaca. Sì, quello “sbroffo” di champagne sul cerchione della Ferrari come volgare sbruffonata e non come festeggiamento di un merito sportivo. Non credo che Enzo Ferrari avrebbe apprezzato. Anzi, credo che il Drake di Maranello gli avrebbe mollato quattro sberle.
https://www.lincontro.news – 14/04/2025