Eventi

Viaggio nel vino che «si fa» santo

Pasqua e Pasquetta con «DiVinNosiola», quando il vino si fa santo e diventa arte.

È iniziata lo scorso fine settimana la kermesse per celebrare cultura, tradizioni e luoghi da cui nascono le eccellenze enologiche del Trentino.

Fino al 23 aprile in Valle dei Laghi e a Trento una serie di manifestazioni (mostre, spettacoli, trekking) saranno incentrate intorno al «mitico» vitigno del Nosiola.

Così la domenica di Pasqua (5 aprile) e il lunedì dell’Angelo (6 aprile) una serie di spettacoli teatrali itineranti e radioguidati, a cura della Compagnia Koinè, animeranno la centrale idroelettrica di Santa Massenza dove con i nuovi allestimenti voluti dal progetto Hydrotour del Gruppo Dolomiti Energia (proprietario della Centrale) si respira l’aria di un luogo nel quale si scopre come la forza dell’acqua viene trasformata in energia.

Un progetto di recupero del territorio, a vocazione turistica, che negli anni ha sofferto dell’imponente presenza della Centrale. A Santa Massenza, quando nel lago si poteva ancora fare il bagno e pescare, venivano a soggiornare durante l’estate persino i vescovi di Trento.

La centrale ha preso spazio all’acqua e ai campi coltivati, ma qui sopravvivono i migliori Leggi il resto di questo articolo »

Il Plissè, vino bianco secco

in Italia, anche per l’esiguità della sua produzione, ma che ha suscitato grande interesse negli Stati Uniti, dove un famoso critico enologico ha scritto del Plissè: “non mi è mai capitato sino ad ora di assaggiare un vino aromatico piemontese di così alto livello”:

Il “Plissè” è effettivamente un vino originale delle nostre terre piemontesi e che sicuramente merita tutta la nostra attenzione.

Si tratta di un vino bianco con poco più di un lustro di vita, il quale mostra dapprima una colorazione inusuale per i vini prodotti in assenza di bucce e origina sensazioni olfattive molto simili ad un grande Vendange Tardiva Alsaziana; al gusto si notano, inoltre, percezioni dolci non dolci, con una forte personalità e con note incisive e aromatiche.

A produrlo sono i poderi Bertelli di Costigliole d’Asti , dove il proprietario, medico-vignaiolo, ha avuto l’idea di impiantare ceppi di Traminer aromatico nell’astigiano per creare un’alternativa bizzarra. Leggi il resto di questo articolo »

Il vino sardo dei templari domenica alla fiera di Verona

Una vetrina importante per il vino dei templari di Sardegna e in particolare per il marchio bosano che si prepara all’appuntamento internazionale dell’Expo 2015.

A Verona prima, ed a Milano poi, ci saranno le sue due perle pluripremiate al Vinitaly negli scorsi anni: Malvasia di Bosa Spumante DOC e Domina Casta Malvasia di Bosa DOC.

“Apprezzato in tutta Italia e nel mondo, il primo è lo spumante dolce più ricercato dagli intenditori, il suo colore è chiaro e trasparente, giallo brillante fragrante e profumato, è l’espressione del piacere – afferma Giovanni Porcu titolare assieme a Nicola Garippa della nota azienda della valle di Modolo – accompagna il Natale, le fritture di pesce, la Pasqua e gli incontri intriganti”. Leggi il resto di questo articolo »

Palio di Siena: vino rosso per dipingere il “drappellone” della Madonna dell’Assunta

A pensarci, è davvero strano che finora a Siena non ci avessero pensato prima. Ma, come recita l’adagio, non è mai troppo tardi. E infatti è arrivato il momento di fare dipingere il “drappellone” del Palio di Siena utilizzando il vino, mescolato con altri colori.

Lo ha deciso per la prima volta la Giunta comunale senese che ha affidato l’incarico di dipingere il Palio all’artista fiorentina Elisabetta Rogai, nome legato a EnoArte@, ovvero una tecnica pittorica che consente di dipingere usando anche il vino rosso.

Il “drappellone” a base di vino verrà assegnato al vincitore del Palio della Madonna dell’Assunta in calendario il prossimo 16 agosto.

Il mandato della Giunta specifica che l’artista dovrà dipingere il Palio salvaguardando i diversi requisiti iconografici e cromatici che caratterizzano ogni edizione dell’opera.

Per cui  il vino sarà integrato da altri materiali e riferimenti allegorici che richiamano uno dei tratti più tipici e universalmente riconosciuti dell’identità territoriale senese: quello della produzione agroalimentare e del secolare legame tra la città e le sue campagne.

nicoladantebasile.blog.ilsole24ore.com – 05/03/2015

Vino dal dna: il progetto per far rivivere le viti della Serenissima

Riportare in vita le antiche viti della Serenissima all’interno del convento dei Carmelitani Scalzi: è l’ambizioso progetto del Consorzio Vini Venezia che attraverso lo studio del dna delle piante dell’epoca vuole far rinascere il vigneto.

IL PROGETTO. All’idea hanno lavorato studiosi del calibro di Attilio Scienza, le università di Berlino, Padova e Milano ed enti come il Crs-Vit di Conegliano: una task force di esperti che ha analizzato la mappatura genetica per oltre due anni con il compito di far rinascere l’orto giardino del convento di Cannaregio.

PRIMO LAVORO. Un piano difficile ma non impossibile: utilizzando il materiale genetico prelevato dalle vecchie viti di Venezia mappate e studiate all’interno di conventi, giardini e altri luoghi, infatti, è già stato realizzato un primo lavoro: un vigneto nell’isola di Torcello.“
 
www.veneziatoday.it – 05/03/2015

Le Langhe si dividono sulla “cantina pop”

Due megascatole di vino sovrapposte e una grande scritta: «L’astemia pentita».

E’ in Langa che sta nascendo la prima cantina «pop» d’Italia. E non in una Langa qualunque, ma nel più antico e prezioso cru di Barolo, Cannubi, dove da sempre i produttori fanno a gara per poter piantare anche solo poche viti e la propria bandierina.
 
All’inizio di questa dolce collina dai fianchi rotondi e tutelata dall’Unesco, sono appena caduti i veli su una nuova architettura del vino che farà molto parlare di sé.

A firmarla è l’architetto cuneese Gianni Arnaudo, che giocando con lo zoom ha disegnato due cassette di legno come quelle che contengono le bottiglie, Leggi il resto di questo articolo »

Riscritta la storia del vino, scoperto in Sardegna il più antico vitigno del Mediterraneo

Si è sempre pensato che le origini dell’antica tradizione vinicola della Sardegna fossero da attribuire all’introduzione della vite domestica da parte dei fenici presenti nell’isola a partire dall’800 a.C.

Ma il rinvenimento di oltre 15.000 semi di vite perfettamente conservati in fondo a un pozzo nel sito nuragico di Sa Osa (Cabras, Oristano) dimostra che la viticoltura in Sardegna era già conosciuta e che probabilmente ebbe un’origine locale e non fu importata dall’Oriente.

La scoperta è il frutto di oltre 10 anni di lavoro condotto sulla caratterizzazione dei vitigni autoctoni della Sardegna e sui semi archeologici provenienti dagli scavi diretti dagli archeologi della Soprintendenza e dall’Università di Cagliari.

L’équipe archeobotanica del Centro Conservazione Biodiversità (CCB), guidata dal professor Gianluigi Bacchetta, ha analizzato i semi e, grazie alla prova del carbonio 14, li ha fatti risalire a circa 3000 anni fa, il periodo di massimo splendore della civiltà nuragica. Leggi il resto di questo articolo »

Il Franciacorta vino ufficiale di Expo 2015

Scorreranno fiumi di Franciacorta DOCG all’Expo 2015, che tra poco più di tre mesi vedrà il taglio del nastro nella capitale economica del Belpaese.

L’accordo è stato siglato tra Maurizio Zanella, presidente del Consorzio Franciacorta, e Giuseppe Sala, amministratore delegato di Expo 2015 S.p.A. e Commissario unico delegato del Governo per Expo Milano 2015, dopo l’esito della gara proclamato a fine 2014.

Un bel risultato per la raffinata bolla italiana, che da tempo erode mercato allo champagne e vanta milioni di estimatori non solo in Italia.

Il pregiato metodo classico lombardo bandiera del made in Italy, affiancherà le più importanti attività dell’atteso Expo, e per sei mesi sarà il brindisi per eccellenza sia a Milano che in Franciacorta, Leggi il resto di questo articolo »

Vino: Oettinger, Ue vigilante su difesa domini .vine e .vin

La Commissione europea non abbassa la guardia sul problema dell’attribuzione sul web dei domini .wine e .vin da parte dell’Icann, l’ente statunitense che gestisce la governance di internet.

In gioco c’é la difesa delle indicazioni geografiche (Ig) vitivinicoli contro il rischio di usurpazioni e contraffazione in rete.

Così a poche settimane dall’avvio – il 7 febbraio a Singapore – della prossima riunione dell’Icann, il commissario europeo al mercato unico digitale, Guenther Oettinger, ha tenuto a rassicurare i 30 europarlamentari (appartenenti all’intergruppo vino guidato da Herbert Dorfmann) sull’impegno della Commissione Juncker per il riconoscimento delle Ig su internet.

Nella sua risposta, Oettinger spiega che la Commissione ha presentato nei mesi scorsi nei confronti dell’Icann, “un processo di impegno cooperativo (Cooperative Engagement Process), nella speranza che si possa arrivare a una soluzione soddisfacente.

Lo stesso procedimento è stato avviato in parallelo anche dall’industria vitivinicola europea e da quella statunitense”.

Si tratta di una procedura amichevole – spiegano esperti Ue – che viene avviata prima di un eventuale ricorso ai tribunali californiani, gli unici che si possono pronunciarsi, in quanto l’Icann é una società privata di diritto californiano.

Inoltre, nell’ambito della procedura di impegno cooperativo, “le organizzazioni mondiali del settore vitivinicolo, con il sostegno della Commissione, hanno fornito all’Icann un elenco globale di Ig affinché siano oggetto di speciali misure di protezione”.

Oettinger conclude quindi : “prima di prendere in considerazione ulteriori azioni, la Commissione attende l’esito di tali negoziati”.

www.ansa.it – 28/01/2015

Tappa romana per «Volcanic wines»

Fa tappa a Roma Volcanic wines, la rassegna sui vini del vulcano, che domani approderà a Milano, per poi volare alla volta di Londra per il «Volcanic Wines Tasting for The Institute of Masters of Wine»

Un fitto calendario di eventi fino al Vinitaly di Verona il prossimo 23 marzo. Il format itinerante in Italia e all’estero, dedicato ai vini bianchi nati sul suolo vulcanico, ideato dal Consorzio del Soave, in collaborazione con l’Associazione delle doc vulcaniche.

Nata nel 2012 e composta da consorzi di tutela, enoteche e comuni presenta l’evento «I vini del vulcano» in programma all’Hotel Hilton Cavalieri, in collaborazione con Bibenda e la federazione italiana sommelier.

Un vero e proprio viaggio nell’Italia dei vulcani con numeri di tutto rispetto: oltre 30 le aziende selezionate per la degustazione, 11 le denominazione di origine coinvolte, 7 le regioni italiane partecipanti.

Il Vulcano in questo senso, oltre a rappresentare una vera e propria «spina dorsale» in grado di collegare tutta l’Italia del vino, si rivela una chiave di comunicazione chiara e vincente in grado di fare breccia tra i consumatori, sia esperti che neofiti, superando così barriere linguistiche e confini territoriali.

«Per il sistema del vino italiano – sottolinea Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio del Soave – c’è la possibilità di superare le barriere legate ai singoli territori e dare così un’immagine unica dal Nord, al Sud fino alle isole.

Parliamo di vini che sono spesso poco conosciuti e di vitigni autoctoni, raccontando tante storie di persone e di aziende veramente nuove».

Il Volcanic Wines dopo il Vinitaly di Verona sbarca a Soave (Verona), successivamente fa tappa a Montefiascone, Pitigliano e Orvieto, e poi in Sardegna e sull’Etna.

cultura.diariodelweb.it – 27/01/2015