Eventi
Vino Terrano: accordo Italia-Slovenia sulla creazione della Doc transfrontaliera
È stato sottoscritto ieri a Portopiccolo (Duino Aurisina – Trieste) nel corso dell’ottava edizione della manifestazione Teranum, il disciplinare sul vino Terrano che unisce i produttori sloveni e italiani e per il quale hanno dato il loro supporto tecnico e amministrativo la Regione Friuli Venezia Giulia e il ministero dell’Agricoltura.
L’accordo di fatto traghetta il documento, dopo una ratifica da parte dei due Stati, direttamente a Bruxelles per il via libera finale sulla Doc transfrontaliera.
Si è trattato di un lavoro che è partito dall’ottobre del 2015 e che ha coinvolto l’associazione viticoltori del Carso in una serie di incontri con i colleghi di oltreconfine, accompagnati dalle Istituzioni regionali e statali.
L’obiettivo era quello di evitare che i produttori del Carso perdessero la storica denominazione in bottiglia. Proprio per questo era indispensabile, come a suo tempo indicato dalla Regione, condividere con la Slovenia la realizzazione di una Doc transfrontaliera. Leggi il resto di questo articolo »
Il vino si può fare anche in Norvegia, e a produrlo è un italiano
Basta Barolo, Chianti e Brunello di Montalcino in Norvegia. Il Paese dei fiordi può produrre il vino da sé.
L’idea ha mosso solo i suoi primi passi, i produttori sono in tutto solo 80, tra professionisti e amatori, e tra loro c’è un ingegnere italiano di 38 anni che è arrivato in Norvegia nel 2002 con una borsa di studio Erasmus, e che poi, dopo aver lavorato in altri Paesi d’Europa, ci si è stabilito per amore.
Una vera storia “europea”, di studio, amore, cultura. Di scambio.
Lui si chiama Danilo Costamagna, è piemontese, ha messo in un cassetto la sua laurea in ingegneria ed ora fa l’educatore in una scuola materna, ma il suo sogno, ammette, è quello di avviare una produzione commerciale di vino “con la mia firma”, nella terra dei Vichinghi.
Per far crescere l’esperienza di suo nonno, che nelle Langhe produceva vino per la famiglia, con il piccolo Danilo sempre al seguito.
Lo ha raccontato in un’intervista concessa a Culturagroalimentare.com nella quale spiega che tutto è possibile, anche produrre vino in una terra bella ma fredda, nevosa e con una luce così difficile come la Norvegia. Leggi il resto di questo articolo »
Donald Trump, innamorato della Puglia, ordina 4.300 bottiglie di vino primitivo prodotto nel barese
Al Presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, piace il vino pugliese. L’uomo più potente del mondo ha ordinato 4.300 bottiglie di primitivo pugliese alle Tenute Chiaromonte di Acquaviva delle Fonti (Bari).
I vini richiesti, che presto arriveranno alla Casa Bianca, sono il il Mascherone, Primitivo Igt Puglia e il Muro Sant’Angelo Contrada Barbatto, Primitivo doc Gioia del Colle.
Il parlamentare Stefano ex assessore alle risorse agroalimentari della Puglia ha così commentato la notizia: “È il premio a quanto abbiamo realizzato negli scorsi anni in Puglia, quando abbiamo scelto di scommettere sul recupero e sulla valorizzazione dei nostri vitigni e sulla vinificazione di qualità.
Oggi con questo vino, e grazie all’ottimo lavoro dei produttori – dice – scaliamo le vette nel mondo, conquistiamo importanti riconoscimenti e siamo arrivati a raggiungere luoghi e palati impensabili”.
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Asolo, dona la vigna alla nipote «Ma guai a te se produci Prosecco»
Controtendenza. Che non smentisce la tempra di chi l’ha fatta: donna Antonia Raselli, 95 anni ben portati, ultima discendente dei Bolasco.
Ha donato alla nipote Martina Curato cinque ettari di vigneto, appoggiati sulle colline di Asolo davanti a villa Raselli, a una condizione: «Te li affido per il futuro, ma guai a voi se fate prosecco».
Niente bollicine dalle sue viti, ma casomai ottimo vino rosso. E così è stato. «Rispettando la volontà della nonna», riferisce Martina, che, mamma felice, ora fa l’imprenditrice del vino con il marito Cristian Piazzetta dell’omonima famiglia dei caminetti, «abbiamo prodotto Merlot». La prima vendemmia si è celebrata lo scorso 8 settembre.
Un giorno non casuale per un vero e proprio rito di famiglia: è il compleanno di donna Antonia e nel 2017 lo ha festeggiato nel vigneto affidato alla nipote. «C’era anche lei con noi a vendemmiare», racconta Martina, «A lei abbiamo dedicato la prima produzione: trecento bottiglie di buon Merlot con una nuova etichetta “La Toni”, appunto».
Così è chiamata donna Antonia Raselli Leggi il resto di questo articolo »
Vino: dal 1° gennaio il Chianti si potrà imbottigliare solo in Toscana
“Dal 1° Gennaio 2018 dopo lungo iter amministrativo, entrerà in vigore a tutti gli effetti la modifica dell’art. 5 comma 1 del disciplinare di produzione Vino Chianti nel quale si prevede che il vino Chianti DOCG si potrà imbottigliare, fatte salve le deroghe ed i diritti acquisiti nel tempo dalle aziende imbottigliatrici, soltanto in Toscana per garantire maggiore tracciabilità, maggiori e tempestivi controlli del prodotto, tutelando così il consumatore” E’ questa in sintesi la novità introdotta nel disciplinare di produzione del Vino Chianti docg.
“Si tratta della modifica della delimitazione della zona di vinificazione, invecchiamento imbottigliamento e affinamento – spiega Giovanni Busi, Presidente del Consorzio Vino Chianti – in quanto fino ad oggi infatti era possibile imbottigliare il nostro vino Chianti in tutto il mondo.
Dal 1 gennaio 2018 grazie a questa modifica al disciplinare di produzione si potrà imbottigliare esclusivamente in quasi tutto il territorio della Toscana”.
Non riguarderanno questo provvedimento, come previsto dalla regolamentazione dell’Unione Europea, le aziende confezionatrici ubicate fuori della Toscana Leggi il resto di questo articolo »
Ripristino vigna Pallagrello faceva impazzire re Ferdinando
La Vigna aveva una struttura unica, a ventaglio, che permetteva la coltivazione di dieci diversi tipi di uva, tra cui anche l’autoctono Pallagrello, bianco e nero, scomparso ai primi del Novecento e recentemente recuperato.
Si dice che il Pallagrello facesse letteralmente impazzire re Ferdinando di Borbone, che come è risaputo faceva coltivare a San Leucio le viti che riteneva più pregiate, in una zona dove i terreni erano già da secoli vocati alla viticoltura.
Lì, infatti, fece approntare un sesto di impianto di una vigna multi-varietà che contenesse i ceppi ritenuti più nobili e produttivi da lui scelti, organizzati a semicerchio in dieci braccia con un unico fulcro di partenza tale da costruire una raggiera che richiamava appunto la forma di un ventaglio.
Ferdinando, tra le varie qualità di uva presenti, prediligeva più di tutte quelle chiamate Piedimonte rosso e Piedimonte bianco, che oggi noi conosciamo come Pallagrello bianco e Pallagrello nero.
I vini ottenuti da queste uve non mancavano mai sulla sua tavola e nei pranzi di corte, visto che li riteneva eccelsi.
Il vitigno sia esso bianco che nero si presume di antichissima provenienza greca e deve il nome al chicco rotondo che richiama una pallina perfetta in dialetto localmente “pallarello”.
Il Pallagrello bianco e il Pallagrello nero rientrano nella Igt Terre del Volturno.
Il Pallagrello, quindi, si può considerare un vero e proprio “vino da Re”, ed è una splendida notizia che possa ritornare ad essere prodotto proprio nel territorio in cui si può dire che sia nato il suo mito “regale”.
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A Donnafugata Carla Fracci per battesimo del Floramundi
L’emozione dei grandi incontri che si ricordano tutta la vita e l’allegria per un “nuovo nato” a Donnafugata, il Floramundi.
A Marsala (Trapani), tra le mura delle cantine storiche di famiglia, è toccato alla danza scrivere una nuova pagina del dialogo tra arte e vino che, sin dalle origini, ha ricercato l’azienda siciliana.
Lo ha fatto coinvolgendo l’artista e la donna Carla Fracci, in una intervista intima ma anche giocosa, condotta da un’altra donna, quella del vino, Josè Rallo.
Accanto alla grande ballerina, il maestro e compagno di una vita, Beppe Menegatti, che, con la signora Fracci, ha ripercorso i momenti di una lunga carriera, costellata di grandi traguardi ma anche della necessità di assolvere al proprio “destino artistico” con totale dedizione e sacrificio.
Di fronte a una platea di giornalisti, amici e collaboratori dell’azienda, l’interprete di tanti ruoli diventati con lei leggendari, ha attraversato la sua vita d’artista e di donna, ricordandone i momenti più belli o insoliti e inusuali.
La più grande ballerina italiana di tutti i tempi ha sempre creduto nella sua missione di promozione dell’arte ovunque, dai grandi teatri del mondo, sino ai piccoli teatri di provincia. Leggi il resto di questo articolo »
Gualtiero Marchesi e Le Donne del Vino, contro il soffocamento a tavola
La settecentesca residenza nobiliare Palazzona di Maggio a Ozzano dell’Emilia (Bo), ha accolto numerose Le Donne del Vino italiane, lo scorso 16 novembre, per un appassionato tributo al maestro Gualtiero Marchesi, insignito del riconoscimento di “Personaggio dell’anno”, dall’Associazione Nazionale Le Donne del Vino.
Una giornata interamente dedicata al tema del soffocamento a tavola, progetto promosso per primo dal maestro Marchesi nel 2015, con iniziative di formazione rivolte agli addetti alla ristorazione, e il primo corso realizzato il 18 marzo 2015 che ha riguardato i responsabili di 9 ristoranti, un protocollo indispensabile che consente di salvare adulti e soprattutto bambini, durante i pasti, grazie a una corretta preparazione degli alimenti da parte degli chef e la tempestiva attuazione della disostruzione.
Un impegno sottoscritto dalle Donne del Vino, a promuovere questo importante progetto facendo proprie le pratiche di anti-soffocamento, cogliendo il testimone, e adoperandosi a divulgarne l’importanza in tutta la Penisola, attraverso le delegazioni regionali delle Donne del Vino.
“La formazione di chi lavora nei ristoranti Leggi il resto di questo articolo »
Vino: all’asta cantina Tachis,c’è Pinot Nero ‘opera postuma’
Come un’opera letteraria postuma, nell’asta di vini provenienti dalla collezione del grande enologo Giacomo Tachis, morto nel 2016, celebre inventore del Sassicaia e per decenni demiurgo della casa vinicola Marchesi Antinori, ci sarà anche un nettare di Pinot Nero che Tachis non riuscì a realizzare in vita ma che un suo allievo, seguendone gli insegnamenti,ha ottenuto in Chianti.
Occasione, l’asta da Bolaffi a Torino il 16 e il 17 novembre con una serie di lotti provenienti dalla cantina privata di Tachis.
“Il lotto più speciale che verrà battuto sarà il Pinot Nero di Alessandro Cellai, fatto a Castellina in Chianti.
Si chiama La Pineta di Podere Monastero”, spiega la figlia Ilaria Tachis. “Un grandissimo vino anche se ancora poco conosciuto – prosegue – e l’autore è stato il più fedele esecutore dei consigli del babbo nonché suo alunno carissimo.
Il babbo non ha avuto l’occasione di fare un grande Pinot Nero, forse il suo unico rimpianto, ecco perché ha incitato altri a farlo”.
www.ansa.it/canale_terraegusto/notizie/vino – 11/11/2017
Dio salvi il vino abruzzese, conquistano il mercato inglese
Parafrasando il motto “God save the Queen”, Dio salvi il vino abruzzese, sembrano dire in coro i sudditi del Regno Britannico che hanno avuto l’opportunità di apprezzare Montepulciano, Cerasuolo, ma anche Trebbiano e Pecorino, attraverso un’attività promozionale mirata allestita dal Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, grazie ai fondi del Piano di Sviluppo Rurale.
4 mesi di iniziative tra cene tematiche riservate a compratori, sommelier e giornalisti di settore; l’Abruzzo Wine Show Case, lo scorso 31 maggio, nella suggestiva location della Oxo Tower Wharf e due Temporary Bar, per la proposta diretta al consumatore, nel cuore della Paddington Central.
L’attività ha previsto anche una fase di incoming con la visita di trenta persone tra compratori e giornalisti, in ciascuna delle 40 aziende scelte dagli stessi esperti inglesi, coinvolte nel progetto.
“La Gran Bretagna é tra i primi 5 paesi al mondo per il consumo di vino – sottolinea Valentino Di Campli presidente del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo – Leggi il resto di questo articolo »