Degustazioni
10 etichette per scoprire il mondo dei vini del Portogallo
Nel corso dei secoli in Portogallo sono stati prodotti tutti i tipi di vino, ma comunque, per la maggior parte del tempo, le persone hanno parlato solo del porto.
Se non avete assaggiato quello che il paese ha da offrire, ecco 10 vini da altrettante regioni vinicole portoghesi:
BARBEITO “RAINWATER” MEIO SECO 5 ANOS (MADEIRA)
Via il vecchio, fuori il nuovo? Non a Madeira! Questo Barbeito “Rainwater” è un’interpretazione fantastica di uno stile spesso sopravvalutato. Fresco, persistente e intenso.
QUINTA DAS BÁGEIRAS ESPUMANTE GRANDE RESERVA (BAIRRADA)
Questa etichetta può definitivamente mettere a tacere qualsiasi critica alle bollicine portoghesi. Quelle di Bairrada, sia bianchi che rossi, si vedono raramente nei video di canzoni hip-hop americane, ed è meglio così – sarebbe uno spreco intollerabile di buon vino.
TORRE DE TAVARES JAEN (DÃO)
Jaen è un esempio perfetto dell’impressionante varietà di uve del Portogallo. Conosciuta come Mencía in Spagna, ha trovato casa nella regione del Dão. Il produttore João Tavares Pina ci mostra tutte le potenzialità del vitigno. Un assaggio che merita.
QUINTA DO AMEAL LOUREIRO (VINHO VERDE)
Il Portogallo deve affrontare moltissimi preconcetti quando si parla di vino e cucina, e il territorio del Vinho Verde non fa eccezione. Ma produttori come Quinta do Ameal, con i loro vini bianchi intensi ma delicati, Leggi il resto di questo articolo »
Angelina Jolie e Brad Pitt di nuovo insieme per lanciare il loro brand di olio d’oliva
I rapporti tra Brad Pitt e Angelina Jolie non sono certo dei migliori al momento, ma i Brangelina si sono riuniti per un’occasione: il lancio del loro marchio gourmet di olio d’oliva. I due attori sono i proprietari di un castello in Francia che è stato valutato ben 60 milioni di dollari nel 2008, quando lo acquistarono.
Ovviamente tale cifra implica la necessità di investimenti ulteriori e fruttuosi, così il castello francese, lo Chateau Miraval, è stato utilizzato da Angelina Jolie e Brad Pitt per coltivare olive e produrre bottiglie di olio di oliva chiamate proprio con il nome del castello. Lo Chateau Miraval, tra l’altro, fu utilizzato nel 1979 anche dai Pink Floyd per registrare parte dell’album The Wall ed è qui che i due divi hollywoodiani sono convolati a nozze nel 2014.
Il castello ospita anche 150 acri di vigneto, con cui Brad e Angelina producono il loro vino rosé Miraval, applaudito dai critici del settore per la sua bontà. “Le classiche trappole dei vinai celebri non si applicano a questo caso. Loro non sono vinai-celebrità; Brad e Angelina sono veri vinai. Hanno assunto un vero viticoltore, hanno aspettato che il vino diventasse buono prima di metterlo in vendita. È un buon vino”, scriveva l’esperto di Vanity Fair. Leggi il resto di questo articolo »
Firenze, un brindisi col faraone: arriva lo Shedeh, il vino di Tutankhamon
“Ascoltare la tua voce è per me vino shedeh”, si legge nel famoso papiro Harris 500 conservato al British Museum.
Una dichiarazione d’amore non certo da poco, se si pensa che lo shedeh, nell’Egitto antico, era un vino talmente pregiato da essere considerato capace di riportare in vita i morti.
Tanto che un’anfora di questa preziosa bevanda è stata ritrovata persino nella tomba di Tutankhamon, il “faraone fanciullo” scomparso nel 1323 a.C. a diciannove anni.
Ricreare quel vino, utilizzando le tecniche del tempo, è l’improbabile quanto affascinante sfida che ha deciso di raccogliere una squadra di egittologi e produttori vinicoli: il risultato, lo Shedeh dell’azienda trevigiana Antonio Rigoni, si potrà assaggiare domani mattina in anteprima a “TourismA”, il Salone internazionale dell’archeologia organizzato dalla rivista Archeologia Viva, in programma fino a domenica a Firenze, al Palazzo dei Congressi. Leggi il resto di questo articolo »
L’Europa sdogana il vino Clinto con un trucco
Parte dall’Europa la rivincita del ruspante e clandestino Clinto.
Dopo anni di bastonate gli appassionati, che da Villaverla hanno tentato la scalata all’Olimpo europeo, del rosso dell’uva ibrida americana, così diffusa nelle campagne venete, potranno brindare alzando il bicchiere proibito.
Da Bruxelles è arrivato, infatti, il responso del ministro dell’agricoltura europeo all’interrogazione presentata dall’eurodeputata leghista Marta Bizzotto sulla salvaguardia del Clinto, alle cui uve è vietata la classificazione comunitaria.
L’Ue suggerisce a Roma un trucco, una soluzione “all’italiana”: «Le autorità italiane potrebbero prendere in considerazione l’utilizzo di una denominazione composta, ad esempio “vino Clinto”, evitando qualsiasi confusione con prodotti corrispondenti alle categorie di vino».
Dunque, l’Europa conferma che con quell’uva non si può fare il vino ma a questo punto basterebbe considerarlo una bevanda.
Uno spiraglio che ha già fatto levare le “scodelle” del vino dei nonni alla “Confraternita del Clinto” di Villaverla.
«Abbiamo vinto una battaglia, ma la resa dei conti ora sarà a Roma».
www.ilgiornaledivicenza.it – 22/01/2017
Tornare ai piatti semplici, per combattere la depressione pane e olio
Semplicità e convivialità nelle due ricette anti-tristezza proposte oggi nel Blue Monday, celebrato come “giorno più triste dell’anno”.
Per lo chef Massimiliano Alajmo, tre stelle Michelin, intervenuto come componente del comitato scientifico all’inaugurazione del quinto “Master della cucina italiana” al Centro Formazione Ersac a Creazzo, la ricetta supera-malinconie è “pane e olio”.
“E’ un invito – ha sottolineato Max Alajmo – a tornare alla semplicità, e alla convivialità. Con il pane tante volte si sono abbandonati i grandi formati per scegliere i formati egoistici, le monoporzioni.
Io voglio tornare al pane da spezzare a tavola, un pane da condividire e da toccare con le mani. Un filo di buon extravergine sul pane poi è un modo per riappropriarsi della verità nascosta delle cose, grazie alla sua penetrazione multisensoriale nel gusto”. Leggi il resto di questo articolo »
Vini naturali sì, ma prima di tutto facciamoli buoni
Un mondo, enologico, in fermento ma con ancora molta strada da fare. Così lo vede anche uno dei “profeti” del movimento come Angiolino Maule.
“Ho cenato in un ristorante romano con carta dedicata e ho assaggiato cinque vini naturali. Ce ne fosse stato uno buono. Tutti pieni di difetti, anzi tutti sbagliati”.
Affermazione ad altissimo rischio, da insurrezione armata o giù di lì da parte di viticultori convertiti, consumatori affascinati (sempre più numerosi) e accaniti, intrattabili “avvocati” del “vin nature” comunque inteso e realizzato (non tutti ugualmente disinteressati per la verità: ce n’è più d’uno che su questo gioco del “contro” ha scientemente puntato per guadagnarsi rapidamente e gratis un’altrimenti assai problematica reputazione critica).
Roba da rivolta specie se a farla fosse stato un enogiornalista qualsiasi, o magari un produttore di quelli non “naturali”… Leggi il resto di questo articolo »
Da Carosino tour europeo delle fontane del vino
La Sagra del vino di Carosino, ‘Le fontane del vino’, compie 50 anni e per l’occasione è stata organizzata una manifestazione in programma dal 15 al 17 settembre che è intenzione far proseguire con alcune tappe europee.
Il sindaco Arcangelo Sapio e il presidente della Pro Loco di Carosino Giovanni Friuli, nel corso dell’evento illustreranno l’idea, che diventerà proposta progettuale, del Wine Tour europeo delle fontane del vino.
Punto di partenza dell’itinerario, Carosino, terra di vini di eccellenza come il Primitivo di Manduria.
Seconda tappa a Marino, Lazio, con la fontana del vino che viene accesa da 92 anni ogni prima domenica di ottobre.
Terza tappa la fontana del vino per i pellegrini di Santiago de Compostela istituita nel 1991.
Quarta tappa a Budapest con quattro piccole fontane da cui esce il vino tutto l’anno.
Ultima tappa a San Floriano del Collio (Gorizia), dove nel primo week end di giugno dal rubinetto sulla facciata del palazzo conti Formentini esce il Friuliano bianco
www.ansa.it – 02/09/2016
La Vitovska: che sia in anfora o tini di pietra, naturalità senza compromessi
Se l’enogastronomia traina il turismo in Friuli Venezia Giulia – mangiare e bere bene attira il 30% dei visitatori, soprattutto stranieri – il merito è anche dei vini autoctoni come la Vitovska e di quei viticoltori che lavorano “come si faceva una volta”, con rigorosa etica ambientale e soprattutto con una passione tramandata per generazioni, volta alla difesa delle tradizioni, della qualità e dell’integrità del territorio.
Solo 500mila bottiglie l’anno
La Vitovska, tutelata dalla DOC Carso dal 1985, è un vitigno tipico di quest’area, che nasce da un incrocio spontaneo di glera e malvasia. Sul Carso se ne occupano piccoli produttori, aziende quasi totalmente artigianali e di tipo familiare. Produrre vino in questa zona è difficilissimo, pura viticoltura eroica. Significa strappare spazi alla roccia, metro dopo metro, con il piccone, Leggi il resto di questo articolo »
Gelato e vino. O gelato al vino?
Gelato e vino. O gelato al vino? Il piacere è comunque assicurato.
Al Moscato d’Asti, al Recioto di Soave, al Marsala. Tanti quanto ce ne possono stare nelle decine di doc e docg italiane.
Non una moda passeggera, quella dei gelati al gusto di vino. Alcune recenti ricette infatti, risalgono a qualche secolo fa.
Ideali in serata o a fine pasto, in luogo di amari e digestivi. Ma solo se prima non si è bevuto troppo. La “winecream” è apprezzata non solo in Italia ma anche all’estero.
Utilizzando vini dolci o secchi, purché espressione del territorio. Mangiare un gelato al Marsala in Friuli non avrebbe lo stesso sapore che in Sicilia. Magari davanti al mare delle Egadi.
Un gelato al Ramandolo avrebbe forse senso se non degustato alle pendici dell’Etna?
Che vini usare Leggi il resto di questo articolo »
Federico Staderini, quello che sciacqua i fiaschi coi piombini
Federico Staderini è una forza della natura e, del resto, come tutti i fiorentini, pare avere il diavolo addosso tanta è la vivacità e la carica che si porta dentro.
Cinquantotto anni, abita da sempre in via Maroncelli a Campo di Marte, giusto due passi dallo stadio Franchi anche se, spiega, lui allo stadio, a vedere la Fiorentina, c’è stato solamente una volta e nemmeno si ricorda più quando.
All’Enoteca Marcucci di via Garibaldi, regno incontrastato, di questi tempi, di chi ama trascorrere una serata nell’illusione che il tempo si sia fermato, c’era anche lui che non ha esitato a confessarsi e a confessare le sue passioni professionali.
Innanzitutto rifiuta di essere etichettato come un enologo anche se Michele Marcucci, di lui, dice che è il migliore in assoluto.
No, Staderini dice di sentirsi un contadino specializzato e la differenza è presto detta: “L’enologo si è fermato alla nozione che i vini bianchi devono avere perlomeno una acidità totale di sette grammi litro mentre il contadino specializzato prende quello che la natura gli dà”. Leggi il resto di questo articolo »