La Doc Garda si gioca tutte le carte: via libera al vino low alcol e alla versione cremant

L’idea del vino in lattina è stata messa da parte ma per la Doc Garda quella del vino a bassa gradazione è realtà. Il settimanale Tre bicchieri del Gambero Rosso ne aveva parlato a febbraio 2025 e ora, per il Consorzio di tutela presieduto da Paolo Fiorini, è arrivata l’ufficialità, con la pubblicazione del decreto ministeriale del 24 settembre 2025, che contiene il nuovo disciplinare di produzione, sulla Gazzetta ufficiale (Serie generale n. 234 dell’8 ottobre 2025). E che fa della denominazione interregionale (che insiste sui territori delle province di Mantova e Brescia per la Lombardia e Verona per il Veneto) la prima italiana dedicata a un vino fermo con bassa gradazione alcolica.

Tutto ruota attorno all’uva garganega, principale varietà autoctona a bacca bianca di questa Doc (che accomuna 250 imprese vitivinicole) che entra sia nei bianchi fermi sia negli spumanti e nei bivarietali (in coppia con chardonnay o con pinot grigio). La sperimentazione di tipo agronomico ha consentito di passare da un vino con un titolo alcolometrico minimo a 10,5% vol a un vino con titolo alcolometrico di 9% vol. Da sottolineare che già dalla vendemmia 2025 i produttori potranno commercializzare il vino nella versione low alcol.

«Un passaggio strategico per la Doc e i produttori che ne fanno parte», è il commento del presidente Fiorini sul nuovo disciplinare. L’obiettivo è «ampliare le potenzialità produttive e commerciali, così come rispondere alle nuove esigenze del mercato e dei consumatori, oggi sempre più attenti a vini identitari, versatili e contemporanei».

Le regole produttive della Doc Garda introducono, per la categoria spumante, il termine “cremant“, che avvicina la produzione gardesana agli standard qualitativi internazionali e a prestigiose tradizioni europee. Si tratta di un metodo classico, con rifermentazione in bottiglia, usato in Francia in diverse zone vitivinicole diverse dalla Champagne, tra cui Borgogna, Bordeaux, Loira, Alsazia, che lascia ampia libertà di interpretazione alle cantine soprattutto sulla base ampelografica. La parola “cremant” si riferisce in francese alla sensazione morbida della spuma molto fine e vellutata. Uno spumante che, soprattutto in Francia, sta dando filo da torcere proprio allo Champagne, con una fetta di popolazione che ha incrementato le vendite rispetto alle storiche bollicine d’oltralpe.

La Doc Garda, nel nuovo disciplinare, prevede per la versione rosé spumante e frizzante il debutto della specificazione del vitigno “corvina”, per arricchire il profilo della Doc con una varietà autoctona dell’area gardesana. Sempre per le tipologie spumante e frizzante i produttori potranno aggiungere le specificazioni di vitigno “garganega” e “chardonnay“. Via libera, inoltre, all’introduzione del Pinot Grigio ramato rosato: varietà che, fa sapere il Consorzio di tutela, valorizza uno dei vitigni simbolo del Nord Italia «proponendone un’interpretazione contemporanea e coerente con la sensibilità attuale verso vini freschi, eleganti e dalla forte identità». Entrano nella Doc il Garda Müller Thurgau, nelle versioni vino, frizzante e spumante, e il Garda Rebo, nella categoria vino fermo.

Si amplia, infine, la zona di produzione con una modifica che include i vigneti di una parte del comune di Castenedolo, in provincia di Brescia. E si introduce la possibilità di utilizzare tutti i contenitori previsti dalle normative europee per il condizionamento dei vini Garda Doc. Il presidente Fiorini parla di denominazione dotata di visione moderna e internazionale: «L’aggiornamento del disciplinare è un tassello fondamentale di questo percorso».

https://www.gamberorosso.it – 04/11/2025

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