Addio “binge drinking”, nelle terre del vino piemontesi i ventenni bevono meno alcol
Nelle zone dove il vino si produce, anche i ventenni imparano a snobbare il “binge drinking”, l’abbuffata alcolica tanto in voga in città, e si gustano il vino con gli amici e in famiglia senza sviluppare una dipendenza o abituarsi a bere fuori pasto.
Una ricerca che ci racconta come l’alcol può diventare ed è forse già diventata “esperienza culturale” rivela che nelle aree ad alta densità vitivinicola si muore meno per alcol e il numero dei ricoveri per patologie correlate al consumo è più basso.
Per i giovani il vantaggio appare più marcato: fra i 18 e i 34 anni, mentre il dato generale piemontese dice che nel 51 per cento dei casi i giovani hanno avuto almeno un comportamento a rischio negli ultimi trenta giorni (binge drinking consumo abituale elevato e consumo fuori pasto), nelle zone caratterizzate da produzioni vitivinivole il numero cala al 37 per cento. Una differenza ancora più forte di quanto di riscontra nella fascia degli adulti.
Lo studio è stato condotto dall’Università del Piemonte orientale e dall’Istituto di ricerca e formazione Eclectica di Torino ed è stata coordinata dall’epidemiologo Fabrizio Faggiano e dalla sociologa Franca Beccaria.
Alla valutazione quantitativa realizzata prendendo in considerazione i risultati del progetto nazionale Passi del ministero della sanità, si è poi aggiunta una seconda analisi di tipo qualitativo, che entra nel dettaglio e approfondisce le motivazioni.
Nelle scorsa primavera sono state relizzate 80 interviste individiali rivolte a donne e uomini di tre diverse generazioni: 18-25, 45-52 e 70-77 anni realizzate in provincia di Cuneo in un campione di comuni suddivisi fra Langhe e Roero e in pianura dove il vino viene consumato ma non prodotto.
Non si pensi che i comportamenti dei ragazzi siano omologati, spiega Franca Faggiano: “Sono invece una popolazione molto variegata, anche nei consumi. Sono i molti ad aver recuperato la cultura del bere: la riscoprono e la adattano in maniera moderna”.
E se il battesimo del primo bicchiere avveniva nell’uscita serale con gli amici, spiega la sociologa “nelle zone dove la cultura del bere è più diffusa si beve tranquillamente in famiglia.
E con moderazione”.
torino.repubblica.it – 06/02/2016