Montefalco Sagrantino

Zona di produzione e storia

Zona di produzione del Montefalco Sagrantino: intero territorio del comune di Montefalco e parte del territorio dei comuni di Bevagna, Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi e Giano dell’Umbria in provincia di Perugia.
Le colline di Montefalco, a sud della città di Perugia, nel cuore dell’Umbria, costituiscono la zona vitivinicola più ricca e varia di questa regione. La tradizione vinicola di questa terra ha origine nel Medioevo grazie ai monaci benedettini che, con la loro opera, bonificarono queste terre impiantandovi alcuni dei più antichi vitigni umbri. Uno di questi è il celebre Sagrantino, reputato di origine locale nonostante siano state formulate numerose ipotesi riguardo la sua comparsa.
Alcuni, infatti, lo ritengono importato dai primi frati francescani che lo diffusero nelle terre circostanti; altri invece, lo considerano proveniente dalla Spagna, se non addirittura introdotto in Italia dai Saraceni.
Già nel Rinascimento i vini prodotti in questa zona erano così apprezzati che venivano serviti alle ricche mense dei Papi e dei nobili dell’epoca. Nei secoli successivi la loro fama rimase inalterata, anche se spesso confinata nel ristretto ambito locale, finché, nel 1980, con il riconoscimento della Doc e successivamente, nel 1992, con la Docg, anche per questi vini si sono presentate opportunità di successo commerciale tanto sul mercato italiano che su quello estero. Anche se attualmente nel Sagrantino prevale la versione “secco”, il vino è nato come “passito”. Un tempo, infatti, il Sagrantino veniva prodotto quasi esclusivamente in quest’ultima tipologia, ed ottenuto dall’appassimento delle uve su graticci di legno. Questa tecnica di produzione era assai congeniale alle uve di Sagrantino, capaci di appassire per mesi senza marcire e con gli acini che conservano a lungo intatta la componente zuccherina.

Vitigni – Grado alcolometrico minimo – Invecchiamento e qualifiche

Vitigno: esclusivamente Sagrantino.
“Montefaco” Sagrantino secco:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 13%;
- acidità totale minima: 5 per mille;
- estratto secco netto minimo: 26 per mille.
“Montefalco” Sagrantino passito:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 14,5%;
- residuo zuccherino minimo: 3O g/l;
- acidità totale minima: 5 per mille;
- estratto secco netto minimo: 30 per mille.
Il vino “Montefalco” Sagrantino “secco” non può essere immesso al consumo se non dopo aver subito un periodo di invecchiamento di almeno trenta mesi, di cui almeno dodici in botti di legno.
Il vino “Montefalco” Sagrantino “passito”, non può essere immesso al consumo se non dopo aver subito un periodo d’invecchiamento di almeno trenta mesi.
I periodi d’invecchiamento, di cui sopra, decorrono dal l° dicembre dell’anno di produzione delle uve.

Caratteristiche organolettiche

“Montefaco” Sagrantino secco:
- colore: rosso rubino intenso, talvolta con riflessi violacei e tendente al granato con l’invecchiamento;
- odore: delicato, caratteristico che ricorda quello delle more di rovo;
- sapore: asciutto, armonico.
“Montefalco” Sagrantino passito:
- colore: rosso rubino carico, talvolta con riflessi violacei e tendente al granato con l’invecchiamento;
- odore: delicato, caratteristico che ricorda quello delle more di rovo;
- sapore: abboccato, armonico, gradevole.

Abbinamenti e temperatura di servizio
 
Il Montefalco Sagrantino secco lega benissimo con i vari tipi di carne, dal manzo al suino, dal capretto all’agnello, valorizzando anche i piatti tipici della cacciagione. Temperatura di degustazione 18-20°C.
Il Montefalco Sagrantino passito, da servire a 12 gradi, è splendido con i dolci tipici. Classico vino da meditazione, si presta ad una lunga conservazione.