Barbera d’Asti

Zona di produzione e storia

Le origini di questo vitigno sono antichissime, ma i primi documenti che ne danno testimonianza risalgono solamente a qualche secolo fa. Infatti, la prima traccia formale del Barbera si trova in un documento del XVII secolo conservato nel Municipio di Nizza Monferrato. Mentre se ne fa mensione ufficiale solo nel 1798, alla stesura della prima ampelografia dei vitigni coltivati sul territorio piemontese compiuta dal conte Nuvolose, vicedirettore della Società Agraria di Torino. “Vino possente, sempre piuttosto severo, ma ricco d’un profumo squisito, e d’un sapore che alla forza accoppia la finezza”, il Barbera, o meglio la Barbera secondo la tradizione piemontese, è uno dei vini più noti ed apprezzati in tutta Italia per la generosità del carattere alcolico.
Il suo primo cantore poetico fu Giosuè Carducci che scrisse di “Generosa Barbera” capace di far sentire forte chi se la beve. Più di recente, Cesare Pavese scrisse di questo vino in una delle sue lettere definendolo “… leggendario”.
Riconosciuta come DOC dal 1970, la denominazione di origine controllata e garantita “Barbera d’Asti” è stata istituita nel 2008 ed è riservata ai vini rossi delle seguenti tipologie: “Barbera d’Asti” e “Barbera d’Asti” superiore; anche con l’eventuale specificazione delle sottozone “Nizza”, “Tinella” e “Colli Astiani” o “Astiano”. La zona di produzione si trova nelle province di Asti e Alessandria.

Vitigni – Grado alcolometrico minimo – Invecchiamento e qualifiche

Vitigni: Barbera: minimo 85%; Freisa, Grignolino e Dolcetto, da soli o congiuntamente: massimo 15%.
“Barbera d’Asti”:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,0% vol; con indicazione di “vigna” 12,50%vol;
- estratto non riduttore minimo: 24 g/l;
- acidità totale minima: 4,5 g/l.
“Barbera d’Asti” superiore:
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,50% vol; con indicazione di “vigna” : 12,50%vol;
- estratto non riduttore minimo: 25 g/l;
- acidità totale minima: 4,5 g/l.

Qualifiche e invecchiamento:

 
- Barbera d’Asti: durata minimo 4 mesi di cui, in legno (botti di rovere di qualsiasi dimensione), (libero); decorrenza dal 1° novembre dell’anno di raccolta delle uve;
- Barbera d’Asti “vigna”: durata minimo 4 mesi di cui, in legno (botti di rovere di qualsiasi dimensione), (libero); decorrenza dal 1° novembre dell’anno di raccolta delle uve;
- Barbera d’Asti “superiore”: durata minimo 14 mesi di cui, in legno (botti di rovere di qualsiasi dimensione), minimo 6 mesi; decorrenza dal 1° novembre dell’anno di raccolta delle uve;
- Barbera d’Asti superiore “vigna”: durata minimo 14 mesi di cui, in legno (botti di rovere di qualsiasi dimensione), minimo 6 mesi; decorrenza dal 1° novembre dell’anno di raccolta delle uve.

Caratteristiche organolettiche

“Barbera d’Asti”:
- colore: rosso rubino tendente al rosso granato con l’invecchiamento;
- odore: intenso e caratteristico, tendente all’etereo con l’invecchiamento;
- sapore: asciutto tranquillo, di corpo, con adeguato invecchiamento più armonico, gradevole, di gusto pieno.
“Barbera d’Asti” superiore:
- colore: rosso rubino tendente al rosso granato con l’invecchiamento;
- odore: intenso e caratteristico, tendente all’etereo con l’invecchiamento;
- sapore: asciutto tranquillo, di corpo, con adeguato invecchiamento più armonico, gradevole, di gusto pieno.

Abbinamenti e temperatura di servizio

La Barbera d’Asti va servita a 18 – 20°C; si abbina ottimamente con primi piatti importanti (es. tagliatelle al sugo di lepre), piatti di carne (arrosti e brasati), selvaggina e formaggi stagionati.