Il vino della Tuscia sempre più donna…

Se il vino del 2016 sarà super si saprà solo tra qualche mese, al momento di certo c’è un mosto importante e uve buone.

A esserne certo è l’enologo per eccellenza della Tuscia: Carlo Zucchetti. Da sempre impegnato sul territorio per promuovere e valorizzare i vini delle cantine locali.

“Il 2016 – dice l’enologo col cappello – è un’annata con dei pro e dei contro. Molto dipenderà da quello che ha fatto il vignaiolo. Mi spiego meglio. Se il vignaiolo ha portato in cantina uve buone, sane e pulite il risultato ci sarà.

Per il resto sembra un’annata nella media e se ci saranno punte d’eccellenza è davvero difficile dirlo ora. Nel 2014 per esempio all’inizio parlavamo di un’annata pessima ma alla fine vennero fuori dei grandi vini bianchi. Quindi mi sembra davvero prematuro fare una previsione su ciò che berremo”.

Zucchetti non si sbilancia sulla qualità del vino 2016 però lancia segnali importanti sulla produzione.

“Il fatto che ci sia stato un buon raccolto – dice ancora – e poche malattie abbiano attaccato le vigne significa che i nostri vignaioli sono diventati accorti. E’ cambiato il modo di lavorare.

Ora ci sono molto più agricoltori giovani che studiano e intervengono a livello agronomico per migliorare la produzione. Insomma non c’è più la gestione degli anni Novanta quando se si interveniva lo si faceva in cantina, adesso si interviene prima.

E tutto questo sta portando sempre più verso un’agricoltura integrata, biologica e biodinamica. Non è un caso se la prima azienda a produrre vino vegano sia proprio della Tuscia”.

E questa non è la sola novità di un’agricoltura sempre più attenta.

“L’altro fenomeno importante che ho visto nascere è legato alle donne – dice infine Zucchetti -. Sono sempre più protagoniste della vita aziendale. Se un tempo avevo ruoli marginali, o magari avevano l’intestazione dell’azienda per pura comodità, ora si sono messe in gioco davvero rivestendo un ruolo di primo piano. Studiano e danno tantissimo alle loro aziende.

Non sono pochi infatti quelli che hanno studiato all’Università della Tuscia, che sempre più è punto di riferimento per gli agricoltori, e poi hanno deciso di stabilirsi nel nostro territorio per produrre vino. Un altro fattore che incide notevolmente sulle produzioni”.

Se il futuro del vino 2016 è ancora incerto, quello dei vignaioli invece è ormai ben tracciato.

www.tusciaweb.eu – 07/11/2016

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